Conte è convinto di aver trovato i voti per rimanere a Palazzo Chigi

A Palazzo Chigi non hanno dubbi: in Senato ci saranno i “costruttori”, pronti a sostenere Conte sopperendo all’uscita di Matteo Renzi e mantenendo l’avvocato al Governo. 
Da Sandra Mastella ai renziani pentiti: Conte ha trovato i "costruttori"
Giuseppe Conte/Yves Herman, Getty Images
Filtra ottimismo da Palazzo Chigi. I nuovi responsabili – ribattezzati per l’occasione i “costruttori” – ci saranno, anche al Senato. La fiducia che si respira negli ambienti vicini al Premier Giuseppe Conte deriverebbe dalla certezza che i Senatori del gruppo Maie abbiano deciso di sposare, in blocco, la causa della continuità, con l’avvocato a capo del Governo. Porterebbero addirittura in dote un simbolo – con il gruppo che verrebbe ribattezzato Maie/Con-Te: insomma, la parte più complessa del lavoro, sarebbe già fatta.
Questa è almeno la convinzione che arriva da Palazzo Chigi, dove l’euforia cresce e Conte è pronto a rispondere, in maniera netta, agli attacchi piovutigli addosso da parte di Matteo Renzi e di Italia Viva negli ultimi due mesi: un confronto in Aula, che il Premier immagina come un trionfo sull’ex sindaco di Firenze. Senza infierire, senza eccedere in polemiche, senza dare troppo peso alla sua uscita dalla Maggioranza. E senza perdere d’occhio la priorità, rappresentata dalle sfide che attendono l’Italia nelle prossime settimane e nei prossimi mesi: dal contenimento dei contagi fino alla campagna vaccinale di massa, passando per il Recovery.
Ottimismo filtra anche dalla sede del PD, mentre nella buvette del Senato il capo politico del Movimento Vito Crimi sorride e scherza insieme al sottosegretario Gianluca Castaldi: il morale è alto. Un po’ perché la nave del Governo sembra destinata, dopo l’ennesima burrasca, ad arrivare comunque in porto; un po’ perché c’è anche la convinzione, tra le file di chi è rimasto in Maggioranza, che un’operazione di questo tipo – con l’Esecutivo che resta in piedi imbarcando parlamentari da ogni parte – verrà compresa dal Paese, giustificata per via della situazione complicata che stiamo attraversando, imputata ai capricci di Matteo Renzi. “I cittadini hanno capito“, ripete Conte, che vuole chiudere entro pochi giorni, all’inizio della prossima settimana.
Tra lunedì sera e martedì mattina, quindi, il Premier si presenterà prima alla Camera e poi al Senato per affrontare dibattito parlamentare e voto di fiducia. Per allora, i nuovi gruppi contiani dovrebbero essere nati, o quanto meno in procinto di essere registrati. A quel punto, con acque più calme, l’avvocato valuterà se venire incontro alle richieste di PD e 5 Stelle, che vorrebbero un Conte ter, con una sostanziale modifica della squadra di Governo, o limitarsi ad assegnare i due Ministeri rimasti vacanti dopo l’addio di Italia Viva. Per il resto, verranno confermati gli impegni presi con le forze politiche che lo sostengono, compreso quello sulla delega ai Servizi, che verrà ceduta ad un uomo di sua fiducia.
L’opera di “persuasione” sui nuovi senatori pronti a sostenere il Governo la conduce in gran parte il capo di gabinetto di Palazzo Chigi Alessandro Goracci, ma l’accordo decisivo, quello con Riccardo Nencini, lo avrebbe chiuso il Premier in persona. Decisivo perché Nencini è il detentore del simbolo socialista che ha permesso fino ad oggi ad Italia Viva di esistere come gruppo in Senato. Anzi, per una forma di cortesia istituzionale, Nencini dovrebbe formalmente rimanere al fianco di Renzi, per non costringere l’ex sindaco a migrare, insieme ai fedelissimi, nel gruppo misto. Ma la nuova formazione di “costruttori” punta a salire ben presto a quota 18 Senatori: esattamente quanti ne garantiva all’Esecutivo il sostegno di Italia Viva.
Tra di loro ci sarebbero alcuni Senatori che già adesso rientrano nell’alveo della Maggioranza – De Bonis del Maie, alcuni ex 5 Stelle schierati in più occasioni con il Governo come De Falco, Sandra Lonardo Mastella, eletta con Forza Italia e poi transitata in Maggioranza. Ma la vera novità sarebbe rappresentata dal sostegno di rappresentanti di Italia Viva e di Forza Italia: questi sono i voti più pesanti, quelli che invertono la tendenza e possono tenere in piedi Conte.
Le trattative proseguono a tutto campo. Dato quasi per perso il gruppo dell’Udc, vicino ad un accordo con Salvini, il bersaglio più importante è – numericamente e simbolicamente – proprio il partito di Renzi, sul quale sono un po’ tutti al lavoro. Da Conte a tutta la prima linea del PD, c’è piena consapevolezza che trattenere un drappello di renziani mentre il loro leader arriva allo strappo sarebbe un colpo importante. Tanto che l’opera di convincimento sarebbe rivolta addirittura ad 8 Senatori di Italia Viva, la metà dei componenti totali del gruppo. Tra questi, si danno tra il molto probabile ed il certo almeno 5 o 6 sì: oltre a Nencini, arriverebbero Carbone, Comincini, Vono, Conzatti e Grimani. Più in dubbio, ma sempre possibili, gli arrivi di Marino e Cucca. Per quanto riguarda i berlusconiani, invece, sarebbero quattro – Masini, Minuto, Stabile e Binetti – i Senatori che, complice la mediazione di Renato Brunetta e Renata Polverini, sarebbero pronti a sostenere un Governo europeista.
A questi, si aggiunge l’ex grillino Michele Giarrusso ed il senatore pugliese Ciampolillo, convinto dall’intervento del Governatore Michele Emiliano. Ultimo dubbio: i senatori a vita. Alcuni di loro – Segre, Rubbia, Piano – potrebbero presentarsi in Aula e votare, con Conte che accarezza l’idea di ottenere una fiducia con 163 – 165 voti.
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