477 morti in 24 ore, il prof. Galli “Vaccinate persone che non dovevano esserlo”

L’infettivologo Massimo Galli contesta la scelta di somministrare il vaccino – la cui disponibilità scarseggia – anche a chi, essendo guarito dal Covid, risulta già immunizzato. 

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Getty Images/Piero Cruciatti

Il Ministero della Salute informa che nelle ultime ventiquattro ore i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 16.146 unità e portano il totale a 2.352.423 Da ieri  477 morti che fanno salire il totale delle vittime a 81.325 e 18.979 guariti.  Tamponi 273.506.

I casi attualmente positivi sono 558.068, -3312 rispetto a ieri. I ricoveri scendono a 22.841, -269 mentre nelle terapie intensive 2522 assistiti, -35 da ieri.

Vaccino anti Covid: le perplessità del professor Galli

Errori nella gestione dell’emergenza e dei vaccini, ritardi nelle chiusure e misure troppo spesso insufficienti. E’ questo il quadro che determina, secondo l’infettivologo Massimo Galli, che la situazione attuale del nostro Paese sia ancora “allarmante“. La crescita dei contagi, determinata secondo il primario dell’ospedale Sacco di Milano dalla fretta di procedere a riaperture che non dovevano essere concesse e dalla poca efficacia delle zone rosse istituite negli ultimi mesi, impone adesso la necessità di scelte radicali: “Ora bisogna chiudere molto, diagnosticare molto, vaccinare molto“, dice Galli a Fanpage. E se sul fronte vaccini, i numeri sulla somministrazione sono migliorati dopo un avvio particolarmente stentato, non mancano secondo l’infettivologo errori nella selezione dei destinatari delle dosi disponibili. “Per esempio chi è già guarito non doveva avere la priorità nemmeno se operatore sanitario, perché non ne aveva necessità nella grande maggioranza dei casi”. Un errore grave che secondo Galli si sarebbe ripetuto in numerosissimi casi.

In Italia” – spiega ancora il professore – “abbiamo 2 milioni e 200 mila persone guarite dall’infezione, che hanno avuto il tampone positivo e sono sopravvissute. In termini pratici sono 4 milioni e 400mila dosi che si potrebbero risparmiare in una prima fase, visto che scarseggiano“. Un quantitativo imponente, un enorme spreco. Soprattutto alla luce delle difficoltà riscontrate nell’approvvigionamento delle dosi e dei ritardi che il vaccino AstraZeneca sta accumulando prima di ottenere l’approvazione definitiva da parte dell’EMA. “È un assurdo usarle per loro. Il secondo assurdo è che in letteratura leggiamo che la probabilità di re-infezione sta sotto il 2 per cento, i casi gravi nel mondo si contano sulla punta delle dita. Con questi numeri, vale la pena che i già infettati non siano considerati urgenti” – chiarisce Galli.

Una scelta, quella di vaccinare comunque chi – avendo già superato la malattia – risulta già immunizzato, non soltanto sbagliata dal punto di vista logistico, ma potenzialmente anche pericolosa. “Io non ho notizie dirette perché non ho avuto direttamente casi di questo tipo, però cominciano a esserci delle segnalazioni di qualche effetto collaterale in più per i vaccinati che avevano già avuto l’infezione“, fa sapere Galli all’agenzia Adnkronos, precisando che si tratterebbe, in ogni caso, di reazioni non gravi: “Magari anche semplicemente disturbi nel sito di inoculo. Ma se uno ha già un’immunità attivata, e tu gli fai il vaccino che gliela attiva ancora di più, è più facile che a distanza anche di un tempo ragionevole ci sia un po’ di reazione“, spiega il professore, che cita poi uno studio, comparso sulla rivista Science, secondo il quale la gran parte delle persone che hanno avuto un’infezione da Coronavirus “da lieve a moderata“, come accade nella stragrande maggioranza dei casi di positività, “manifesta la capacità di una robusta risposta anticorpale contro la proteina Spike del coronavirus; i livelli di anticorpi risultano stabili per almeno 5 mesi, e correlano significativamente con la neutralizzazione di virus Sars-CoV-2 reali“. Inoltre, prosegue Galli, “Più del 90% dei sieroconvertiti produce anticorpi neutralizzanti. Qualcuno che non li fa c’è sicuramente, ma se non li fa dopo l’infezione naturale non è neanche detto che li faccia dopo il vaccino“.

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