Messi in ginocchio dal lockdown, l’usura si abbatte su un’intera città

Cresce il numero di persone che, messe in ginocchio dal lockdown, finisce nelle mani degli usurai. Nel Napoletano sequestrati beni per centinaia di migliaia di euro.

napoli_lockdown_usurai 06.01.2021 Leggilo.org
Getty Images/Aris Oikonomou

Stamattina, i Carabinieri del comando provinciale di Napoli hanno  eseguito diversi arresti nel Napoletano: a Castellammare di Stabia e in tutta la Penisola Sorrentina. Sequestrati beni – mobili e immobili – per diverse centinaia di migliaia di euro. Si tratta di persone coinvolte in un giro di usura. Le vittime prescelte erano imprenditori che, a causa dell’emergenza Covid e del conseguente lockdwon, si erano indebitati. Dall’inizio della pandemia sono oltre 400mila le persone – sia lavoratori autonomi sia dipendenti – rimaste senza impiego Tra questi padri di famiglia, madri single, giovani che si sentono privati del loro futuro. Taluni, senza neppure il denaro necessario per fare la spesa quotidiana, si rivolgono ad associazioni Onlus o Caritas. Altri, per fare fronte  ai debiti contratti per pagare la merce ai fornitori, l’affitto dei locali e le bollette, finiscono nell’oscuro labirinto dell’usura, fenomeno enormemente aumentato durante questi mesi di pandemia. Tra le tante vittime di questo orribile circuito del crimine, un giovane di Vasto – Napoli – di cui non si hanno più notizie dallo scorso 2 dicembre. Il fratello ha ammesso che il ragazzo, per riuscire a sfamare la famiglia, si era indebitato fino al collo con gli usurai.

Già a luglio, il prefetto di Napoli, Marco Valentini – intervistato da Fanpage – aveva messo in guardia spiegando che a rischio non vi sono solo imprenditori o lavoratori in regola. Facili preda dello strozzinaggio anche i lavoratori occasionali, coloro abituati a “campare alla giornata” attraverso lavoretti di sopravvivenza: “Soprattutto a Napoli c’è un’ampia fascia di persone che vive di una economia quotidiana e che durante il lockdown non ha avuto più nemmeno quei venti o trenta euro che si potevano guadagnare vendendo qualcosa. Il reddito zero significa possibile attrattiva per chi propone di entrare in un circuito criminale” – le parole del prefetto.

Ma nel mirino della criminalità non solo i privati cittadini. La pandemia sta creando un terreno fertile per i clan criminali che stanno cercando di appropriarsi anche di attività commerciali particolarmente penalizzate dalla chiusure imposte dal Governo, come gli esercizi legati al turismo e all’intrattenimento. E, con il rinnovo del coprifuoco, del divieto di spostamenti e della chiusura alle 18 per bar e ristoranti, la situazione economica di molti, non sembra destinata a risolversi presto. Inoltre, in base all’ultimo report dell’Osservatorio della Polizia di Stato, si prevede già, che la mafia cercherà di allungare le mani anche sul redditizio mercato dei vaccini anti Covid.

Impostazioni privacy