Maria Chindamo, scomparsa dopo il suicidio del marito “L’abbiamo data in pasto ai maiali”

Era il 2016 quando Maria Chindamo, imprenditrice calabrese, scomparve nel nulla senza lasciare traccia. Una confessione di un pentito rivela un tragico epilogo del caso.

 

Uccisa e data in pasto ai maiali per nascondere il corpo, questa è stata la terribile fine di Maria Chindamo, imprenditrice di Laureana di Borrello – provincia calabra – che sarebbe stata uccisa per aver rifiutato di cedere un terreno di sua proprietà. Era il 5 maggio 2016 quando Maria scomparve improvvisamente nel nulla tra le campagne di Vibo Valentia: gli investigatori seguirono più piste, ipotizzando anche che la scomparsa avesse a che fare con il suicidio del marito avvenuto nemmeno un anno prima. A fare luce sul caso però  sono le dichiarazioni del pentito Antonio Cossidente. Durante un periodo di detenzione, l’uomo venne in contatto con Emanuele Mancuso, legato alla criminalità organizzata calabrese: proprio dal suo compagno di cella, Cossidente sarebbe venuto a sapere i particolari della tragica sparizione di Maria Chindamo.

La donna si sarebbe rifiutata in quel fatale 2016 di cedere un terreno di sua proprietà a Salvatore Ascone, un uomo legato a Mancuso: “Emanuele Mancuso mi ha detto che in virtù di questo l’ha fatta scomparire lui, ben sapendo che se le fosse successo qualcosa, la responsabilità sarebbe certamente ricaduta sulla famiglia del marito della donna”, ha raccontato Cossidente agli investigatori, specificando che gli autori del delitto avrebbero provato ad insabbiarlo usando il suicidio dell’ex compagno della donna come pretesto per la sua sparizione improvvisa. Il corpo della giovane non è mai stato trovato perchè gli autori del delitto usarono metodi brutali per disfarsene: “Mi dissero che la donna venne macinata con un trattore e data in pasto ai maiali”ha detto durante il suo interrogatorio il collaboratore di giustizia. La Dda sta ora cercando di verificare queste dichiarazioni che – se confermate – renderebbero questo delitto l’ennesimo caso di una scomparsa che a distanza di anni si rivela un omicidio. La conclusione di questo caso arriva dopo cinque anni di indagini che gli stessi magistrati incaricati di fare luce sulla sparizione hanno definito come: “Difficili ed operate in un contesto molto complesso”.  

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