Da oggi per tre gironi riaprono i negozi, dopo si richiude tutto. Ma bar e ristoranti restano chiusi

L’Italia torna per tre giorni in zona arancione. Vediamo come cambiano le regole da oggi al 30 dicembre. 

Riaprono i negozi e niente autocertificazione: l'Italia in zona arancione
Negozi aperti nelle città/Filippo Monteforte, Getty Images/Archivio

Dopo quattro giorni consecutivi di zona rossa nazionale, l’Italia rientra oggi in fascia arancione. Un cambiamento di colorazione che comporterà alcune novità nelle regole da rispettare e che sarà in vigore per tre giorni, fino al 30 dicembre compreso. Poi, a partire dal 31 e fino al 3 gennaio compreso, si tornerà in zona rossa.

Le principali novità riguardano gli spostamenti e le attività commerciali al dettaglio. Per tutti, infatti, sarà possibile muoversi liberamente all’interno del proprio Comune senza bisogno di un’autocertificazione che attesti le motivazioni dello spostamento. Rimane naturalmente in vigore il limite del coprifuoco – che scatta alle 22 e dura fino alle 5 del mattino – che impone di fare rientro a casa prima della sua entrata in vigore. Resta inoltre valida anche per queste giornate arancioni la possibilità di uscire dal proprio Comune – ma non dalla Regione – per recarsi in visita presso un’abitazione privata. I limiti sono sempre gli stessi: non più di due persone – nel cui computo non rientrano minori di 14 anni, anziani disabili e persone non autosufficienti – e non più di una volta al giorno.

Per quanto riguarda i negozi, oggi è per tutti il giorno della riapertura, con la possibilità di tenere alzate le saracinesche fino alle 21, per favorire lo scaglionamento degli accessi e contrastare la formazione di assembramenti. In questi tre giorni le attività commerciali al dettaglio si dovranno comunque svolgere in condizioni tali da assicurare – oltre alla distanza interpersonale di almeno un metro – una limitazione al numero di accessi possibili contemporaneamente in ogni singolo locale.

Ancora chiusi, invece, bar e ristoranti, per i quali rimane in piedi la possibilità di lavorare per l’asporto – fino alle 22 – e per le consegne a domicilio, senza limitazioni orarie. Questo tipo di attività è quello maggiormente colpito dalle regole varate dal Governo con il decreto del 18 dicembre, avendo subito una chiusura totale per tutto l’arco temporale delle feste: per bar e ristoranti, infatti, non sarà possibile riaprire prima del 7 gennaio, quando – auspicabilmente – quasi tutta l’Italia farà ritorno in zona gialla.

In questi tre giorni sarà permesso ai genitori separati o affidatari di muoversi anche tra Comuni di aree differenti per raggiungere i figli minorenni presso l’altro genitore, a condizione naturalmente che questo rientri negli accordi presi tra i due o nelle decisioni del giudice. Aperta, anche, la possibilità di partecipare a Messe e funzioni religiose, così come è possibile spostarsi anche tra aree territoriali diverse per partecipare a funerali di parenti stretti o di un unico parente rimasto.

E’ inoltre consentito raggiungere parchi e giardini pubblici all’interno del territorio comunale o, in assenza di questi, è prevista la possibilità di recarsi presso quelli del Comune limitrofo più vicino a casa, sempre indossando la mascherina e nel rispetto delle regole sul distanziamento e del coprifuoco. Consentita anche l’attività motoria, passeggiate incluse.

E’ inoltre previsto per i piccoli Comuni, quelli con popolazione inferiore ai 5000 abitanti, che il limite territoriale di spostamento non coincida con il confine comunale ma con un raggio di 30 chilometri dalla propria abitazione.

Tra le ragioni sufficienti a motivare uno spostamento verso altro Comune, anche quella di recarsi a fare la spesa, esclusivamente però nel caso in cui il proprio Comune non disponga di punti vendita o nel caso in cui un Comune contiguo al proprio possa garantire – anche in termini di convenienza economica – punti vendita necessari alle proprie esigenze. In questo caso, però, è necessario portare con sé l’autocertificazione.

 

Impostazioni privacy