Contratti di consulenza prima, leggi vantaggiose dopo: così la Philip Morris si è avvicinata al M5S

Nonostante siano settori in cui il Movimento 5 Stelle ha costruito importanti battaglie politiche, Casaleggio Associati – la srl di proprietà di Davide Casaleggio – collabora in modo fortemente remunerativo con grandi aziende impegnate nell’ambito dei trasporti, delle scommesse e del tabacco. 

Due milioni di euro. E’ questa la cifra che Casaleggio Associati ha ricevuto in forma di pagamento per delle consulenze fornite al gigante mondiale del tabacco Philip Morris. La multinazionale, un colosso da 80 miliardi di dollari l’anno, aveva infatti chiesto aiuto agli esperti di Casaleggio Associati per gestire la comunicazione digitale nel nostro Paese. Una collaborazione che ha portato all’apertura di un canale Twitter nel novembre 2017. E così, mese dopo mese, il saldo finale ha raggiunto il totale di due milioni di euro. Una cifra importante, che salta all’occhio soprattutto se si considera che la Casaleggio rappresenta – nonostante le forti tensioni che hanno caratterizzato il rapporto negli ultimi mesi – il punto di partenza del Movimento 5 Stelle, principale azionista della Maggioranza di Governo. Fu infatti da un’idea dello scomparso Gianroberto, padre dell’attuale proprietario Davide, che nacque, ormai undici anni fa, il Movimento. E lo stesso erede rappresenta, ancora oggi, una delle più autorevoli voci del panorama grillino.

E se è vero che, come diceva un importantissimo personaggio politico della Prima Repubblica, “a pensar male degli si fa peccato, ma molto spesso si indovina“,  viene quasi spontaneo tracciare un collegamento tra la notizia degli ingenti finanziamenti ricevuti dalla organizzazione della famiglia Casaleggio da parte di Philip Morris e gli interventi, varati dal Governo Conte-1, che hanno sensibilmente ridotto il carico fiscale per la produzione e la vendita di sigarette elettroniche. In particolare, con l’introduzione del Decreto Fiscale 2019, entrato in vigore il primo gennaio dello stesso anno, si stabilì l’abolizione della cosiddetta “super tassa” sulle e-cig. E’ cosa nota che Philip Morris, multinazionale del tabacco, oltre alla produzione di numerosissimi marchi di sigarette tradizionali si sia negli ultimi anni impegnata anche nel settore del fumo 2.0, lanciando una delle più importanti linee di sigaretta elettronica.

Ma i motivi di imbarazzo, per la Casaleggio Associati, non finiscono qui. Soltanto nei primi dodici mesi di Governo del Movimento 5 Stelle, l’organizzazione guidata dal rampollo di famiglia Davide ha guadagnato centinaia di migliaia di euro attraverso contratti stipulati con aziende impegnate in settori storicamente contestati dalla forza politica ideata dal padre Gianroberto, oltre che da Beppe Grillo. Dal tabacco fino alle scommesse, passando per i trasporti, Casaleggio Associati non ha detto di no a nessuno. Lottomatica, Philip Morris, Moby Lines: tutte aziende di standing internazionale che operano anche in Italia – quando non siano, come nel primo caso, direttamente assunte come concessionarie di Stato – e che, proprio a ridosso delle ultime elezioni politiche di marzo 2018 – quando il Movimento fece la parte del leone, diventando primo partito con il 32% dei voti – hanno ingaggiato Casaleggio associati per una serie di consulenze molto ben retribuite. Una “piccola srl” – è così che la definisce Davide – che sembra essere cresciuta rapidamente.

Lottomatica, come noto, è un operatore di scommesse che gestisce per conto dello Stato il gioco del lotto e le sue numerose ramificazioni. E a chi poteva rivolgersi, per la realizzazione del portale di “Generazione Cultura” – concorso che attribuisce a giovani laureati una serie di stage retribuiti in collaborazione con l’università di Confindustria Luiss – se non alla Casaleggio Associati? Il prezzo? Circa 110 mila euro l’anno.

Ben più oneroso – circa mezzo milione di euro annuo – sarebbe il costo sostenuto da Moby Lines – segmento del patrimonio dell’armatore napoletano Vincenzo Onorato – per la realizzazione della campagna “Naviga Italiano“, finalizzata a sollecitare interventi politici  per tutelare l’impiego di personale marittimo comunitario. Della diffusione in rete della campagna, ça va sans dire, si è occupata Casaleggio Associati. Onorato – che in precedenza aveva sostenuto la Fondazione Open, vicina a Matteo Renzi, con 50.000 euro a titolo personale e 100.000 versati da Moby – interpellato all’epoca da Il Fatto Quotidiano, decise di non pronunciarsi sull’entità delle somme corrisposte al gruppo, ma spiegò dettagliatamente le ragioni alla base dell’alleanza con la società di consulenza, sottolineando come il gruppo Moby combattesse da anni per favorire l’occupazione dei marittimi italiani e comunitari e “contro le vergognose speculazioni salariali tra comunitari ed extracomunitari, sulle navi di bandiera italiana”. Al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica su questi temi – dopo una campagna fallimentare che gli procurò addirittura della accuse di discriminazione – Onorato decise di avvalersi “delle migliori consulenze esterne al gruppo, per la diffusione di questa denuncia“.

Insomma, per la “piccola srl” il 2018 ha rappresentato l’anno della svolta, con un clamoroso aumento dei ricavi, schizzati a 2,04 milioni, il 60% in più rispetto a quanto ottenuto l’anno precedente: 1,17. Eppure, Davide Casaleggio tende a minimizzare: “Una qualunque delle centinaia di nomine che fa il Movimento oggi al governo probabilmente prevede uno stipendio maggiore degli utili della mia società“, ripeteva un anno fa, a Napoli, in occasione dei festeggiamenti per il decimo compleanno del Movimento: “In questi anni ho imparato a fidarmi di chi fa le cose non per soldi. Normalmente ha una motivazione più interessante“. E chissà quali saranno, allora, le motivazioni più interessanti che hanno spinto Lottomatica, Philip Morris e Moby Lines ad investire così tanto in Casaleggio Associati, proprio nel momento in cui il suo “braccio politico” raggiungeva il potere.

 

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