Resistete alle chiusure, perchè avrete il vaccino a Natale. Le rassicurazioni di Conte sono cadute nel vuoto

Promesse cadute nel vuoto quelle del Premier Giuseppe Conte sulle prime dosi del vaccini disponibili per dicembre. Ma anche il Ministro della Salute Roberto Speranza, sulla stessa scia, ha firmato una nuova ordinanza che deluderà diverse Regioni.

Se le ultime fasi di preparazione, il cosiddetto ‘rolling review’, del vaccino Oxford-Irbm Pomezia-Astrazeneca saranno completate nelle prossime settimane, le prime dosi saranno disponibili all’inizio di dicembre. Già all’inizio di dicembre avremo i primi due o tre milioni di dosi” ha spiegato Conte. “Altri milioni ci arriveranno subito dopo“. Queste parole venivano promuniciate- in data 20 ottobre 2020 – dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. E il concetto veniva ricalcato pochi giorni dopo, il 31 dicembre quando, in occasione della festa de Il Foglio, Conte ribadiva “Contiamo di avere le prime dosi già a inizio dicembre“. Pur precisando che, inizialmente,  non  sarebbe stato per tutti, con uno straordinario ottimismo, il Primo Ministro annunciava a quasi 60 milioni di cittadini – tanti se ne contano in Italia – che già a inizio dicembre sarebbero arrivate le prime dosi di uno dei  farmaci più attesi in tutto il modo da anni: il vaccino anti Covid. Gli scienziati si mantenevano cauti, la virologa Ilaria Capua specialmente sosteneva che prima del 2021 – o, addirittura del 2022 – sarebbe stato difficili pensare di vedere arrivare il vaccino. Ma il Premier invece era entusiasta e ottimista.

Mancano circa dieci giorni a dicembre ma il vaccino di AstraZeneca appare ancora un miraggio. E anche gli altri non arriveranno fino all’anno prossimo a quanto pare. Infatti, solo un paio di giorni fa, il Commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus, Domenico Arcuri, ha dichiarato che il primo vaccino disponibile sarà quello del colosso statunitense Pfizzer, ma non prima del 2021: “All’Italia arriveranno subito 3,4 milioni di dosi, nella seconda parte di gennaio. Queste dosi saranno utili a vaccinare 1,7 milioni di italiani, perché ogni persona necessita di due dosi nel giro di tre settimane”. E tutte le altre dosi? E tutti gli altri italiani che non potranno essere vaccinati subito? Nessuna certezza a riguardo. Infatti Pfizer, rispetto ai concorrenti come Moderna o il cinese CoronaVac,  è ancora un passo indietro. Nessuna dichiarazione in merito alla sicurezza di questa prime dosi. Pfizer, ha recentemente reso noti gli ultimi dati della sperimentazione in base a cui emerge una sicurezza del 95%. Ma gli italiani sono scettici. Un recente sondaggio ha fatto venire a galla la sfiducia di gran parte delle popolazione: ben 1 italiano su 6 non si vaccinerà. Alcuni sono contrari ai vaccini mentre altri – circa il 42% degli intervistati – non rifiuta il farmaco in toto ma preferisce aspettare per avere maggiori informazioni sui possibili effetti collaterali. Lo stesso professor Andrea Crisanti, microbiologo dell’Università di Padova, ha dichiarato che non si farà subito il vaccino perché questi tempi di produzione – a suo dire – troppo rapidi non lo convincono.

Speranza firma la nuova ordinanza

E se il Premier Giuseppe Conte non mantiene – non certo per sua volotà, tuttavia – la promessa sul vaccino, il Ministro della Salute Roberto Speranza delude milioni di italiani su un altro fronte: le fasce “colorate” in cui ogni Regione viene collocata. Il leggero abbassamento dell’indice di contagio Rt dei giorni scorsi ha fatto ben sperare alcune Regioni in fascia rossa  di passare, almeno, in fascia arancione. Nei giorni scorsi si era parlato di un possibile allentamento delle misure restrittive per la Lombardia intorno al 27 novembre, ovvero a distanza di due settimane dall’ingresso in zona rossa. Ma la nuova ordinanza – che resterà in vigore fino al 3 dicembre – dice tutt’altro: confermata zona rossa per Lombardia, Piemonte, Calabria e Valle d’Aosta. Per il momento confemrata zona arancione per Puglia e Sicilia le quali, però, a stretto giro potrebbero anch’esse colorarsi di rosso.

 

 

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