37.242 nuovi casi e 699 morti. Il prof Crisanti dice di temere il vaccino, il prof Lopalco non ha dubbi

Gli scienziati non sono d’accordo sulla sicurezza del vaccino che – si prevede – arriverà in Italia il prossimo gennaio. Da un lato c’è chi preferisce attendere, dall’altro chi è pronto a vaccinarsi subito.

coronavirus_vaccino_lopalco 20.11.2020 Leggilo.org
Getty Images/Alvaro Calvo

I dati del Ministero della Salute in merito alla situazione di oggi ci informano che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – salgono di 37.242 unità che portano il totale a 1.345.767. Nelle ultime ventiquattro ore 699 morti che fanno salire il numero complessivo delle vittime a 48.569. Da ieri sono stati eseguiti 238.077 tamponi.

I casi attualmente positivi sono 777.176, +15.505 rispetto a ieri. I dimessi e i guariti raggiungono quota 520.022 regstrando un incremento di  21.035 unità I ricoverati salgono a 33.957, +347 mentre nelle terapie intensive 3748 unità, +36 rispetto a ieri.

Coronavirus: Lopalco contro Crisanti

Da gennaio ad oggi – da quando il Coronavirus è entrato nelle nostre vite e non certo in punta di piedi –  abbiamo sentito gli scienziati scontrarsi diverse volte e sotto diversi aspetti. In un primo tempo c’erano i due schiramenti che vedevano da un lato chi – come il professor Roberto Burioni – sottolineava la gravità di questa infezione virale sconosciuta; dall’altro lato chi, come la dottoressa Maria Rita Gismondo lo definiva “poco più di un’ influenza”. La “lotta” intestina al mondo scientifico, in realtà, non si è mai fermata perché a maggio su fronti opposti abbiamo visto il professor Alberto Zangrillo – primario della Terapia Intensiva del San Raffaele di Milano – che dichiarava che “il virus è clinicamente morto”; ma dall’altro lato della barricata vi era l’infettivologo del Sacco Massimo Galli a sostenere tutto il contrario. Nel mentre non sono mai mancati i fautori della teoria secondo cui, nel corso di questi mesi, il virus sarebbe cambiato e i rispettivi antagonisti fautori della tesi opposta.

Ma ora la situazione si complica ulteriormente perché, nel quadro, entra un altro elemento determinante: il vaccino. Secondo quanto recentemente dichiarato dal Commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, le prime dosi del vaccino prodotto dal colosso Pfizer potrebbero arrivare in Italia già a gennaio 2021. Dunque la prospettiva degli esperti ora si sposta dalla gravità del virus alla sicurezza della cura. Il professor Andrea Crisanti, microbiologo dell’Università di Padova, si è dichiarato scettico nei confronti di un farmaco prodotto in così poco tempo. Secondo lo scienziato per produrre vaccini sicuri ci vogliono dai 5 agli 8 anni e teme, dunque, che si stiano prendendo “scorciatoie”per arrivare primi in quella che sembra essere diventata una vera e propria corsa. Crisanti ha specificato che lui non si vaccinerà subito. Dalla Puglia è subito arrivata la risposta del professor Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e assessore alla Sanità pugliese, il quale si è detto pronto a vaccinarsi non appena arriveranno le prime dosi. Intervistato da L’aria che Tira su La7, Lopalco ha asserito: “Crisanti non si vaccinerà? Io mi farò il vaccino subito. Mi sono persino offerto di far parte della sperimentazione“. Tuttavia, almeno per il momento, gran parte degli italiani sembrano essere più propensi a seguire la via tracciata da Crisanti. Infatti, in base ad un recente sondaggio Ipsos, è emerso che il 16% degli intervistati non ha alcuna intenzione di vaccinarsi mentre ben il 42% preferisce aspettare e, dunque, non lo farà subito.

 

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