La virologa Gismondo: “Coronavirus? Un’infezione poco più seria di un’influenza”

Dall’Ospedale Sacco, dove è ricoverata la moglie del 38enne di Codogno, riconosciuto come il primo infetto per coronavirus in Italia, la nota virologa invita alla calma. 

Maria Rita Gismondo e il Coronavirus - Leggilo.org

 

Maria Rita Gismondo, Direttore Responsabile di Macrobiologia Clinica, Virologia e Diagnostica Bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano, è intervenuta con diversi post, pubblicati su Facebook, sul tema coronavirus. Il reparto diretto dalla Dottoressa Gismondo, sta analizzando i tantissimi campioni che arrivano dalle zone dove sono stati riscontrati i primi casi, Codogno e la provincia del lodigiano. Come riporta Fanpage, la nota virologa ha invitato tutti alla calma e a non farsi prendere dal panico, dal momento che, accusa, si rischia di ingigantire il fenomeno. Scrive Gismondo: “A me sembra una follia. Si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale. Non è così. Il nostro laboratorio ha sfornato esami tutta la notte. In continuazione arrivano campioni. Leggete, non è pandemia. Durante la scorsa settimana la mortalità per influenza è stata di 217 decessi al giorno, per il coronavirus 1”. E continua: “Vi ricordo che ad oggi i morti per Coronavirus in Italia sono 2 – saliti a 7 dalla pubblicazione del post – e 217 per influenza. Credo che nella comunicazione qualcosa non funzioni”. Nonostante la comunità scientifica abbia accertato la bassa mortalità del virus, le parole di Gismondo hanno provocato qualche protesta, dal momento che si potrebbe, paradossalmente, rischiare l’effetto opposto: ovvero trattare il tema con troppa superficialità. Come spiega Il Sole 24 Ore, la Dottoressa ha cancellato il post, con questa motivazione: “Sono stanca e disgustata. Il mio lavoro non è curare un profilo fb ma la salute della gente. Non seguirò né risponderò a commenti. Non posso permettermi di sprecare tempo. Il concetto rimane lo stesso. Anzi che seguire diatribe seguite i siti ufficiali di Oms e Ministero. La calma è l’educazione sono i migliori condimenti”. 

All’Ospedale Sacco è ricoverata la donna, incinta di sette mesi, moglie del 38enne di Codogno, considerato il primo contagiato dal nuovo coronavirus in Italia. E proprio da qui, si è partiti alla ricerca del cosiddetto paziente zero, che in un primo momento si supponeva essere un collega del 38enne, appena rientrato dalla Cina, con cui moglie e marito erano andati a cena una settimana prima che il giovane di Codogno iniziasse a manifestare i classici sintomi. Ma i test si sono rivelati negativi, lasciando ancora senza nome e volto la persona che portatrice del virus, è ancora in giro.

Sul tema ha espresso la sua opinione la stessa Dottoressa Gismondo: “Il presunto (poi smentito) paziente zero è arrivato in Italia quando i voli diretti non erano ancora stati interrotti. In Italia si è fatto davvero tutto per evitare l’ingresso del virus e dobbiamo riconoscerlo. Ci sono molte cose che non riesco a spiegare”, scrive sempre sui social la Direttrice del reparto di Virologia. Che poi aggiunge: ” Il paziente zero è stato sempre negativo per il virus ma anche negativo per anticorpi. Prova inconfutabile che non è mai stato infettato. Se non è il paziente zero, come ha fatto ad infettare i suoi contatti? In Veneto sono comparsi casi positivi. Da quale contatto? C’è un unico soggetto all’origine dei due focolai?”. Molto potremmo sapere se riuscissero ad individuarlo: i suoi contatti, i suoi viaggi e i suoi spostamenti. Si attendono notizie dall’Autorità Sanitarie in tal senso.

 

Fonte: Fanpage, Il Sole 24 Ore

 

 

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