Iniziamo a preparare i nipoti ad un Natale senza nonni. Meglio evitare rischi, dice Pregliasco

Secondo il direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Milano Fabrizio Pregliasco, le misure restrittive introdotte dal Governo stanno gradualmente iniziando a produrre i propri effetti. Ciò nonostante, il virologo predica prudenza in vista del Natale e consiglia di “lasciare a casa i nonni“.

"A Natale meglio lasciare a casa i nonni", dice Fabrizio Pregliasco
Fabrizio Pregliasco/Facebook

Sono dichiarazioni di moderato ottimismo quelle rilasciate quest’oggi in un’intervista al quotidiano La Stampa da Fabrizio Pregliasco. Secondo il virologo e direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Milano, il nostro paese sta attraversando la fase finale della crescita esponenziale della curva di contagi: “Le misure stanno funzionando e per questo ha senso continuare in Campania, Toscana e ovunque sia necessario“, ha spiegato riferendosi alla recente decisione del Governo di inserire le due Regioni in zona rossa. Pregliasco ha poi chiarito che in questo momento la tendenza sembra andare in direzione dell’appiattimento della curva.

Una condizione, quest’ultima, che potrebbe presumibilmente portare il Paese a vivere quello che il virologo definisce “un Natale tranquillo“, in cui comunque, per prudenza, “i nonni sarà meglio lasciarli a casa“. Secondo Pregliasco, infatti, le misure non saranno in grado di abbattere i contagi nel giro di pochissimo tempo, ma si renderanno comunque indispensabili per evitare che venga a crearsi una pericolosa situazione di caos, in modo da poter procedere, tra un mese, a “qualche giudiziosa riapertura“. Sarà tuttavia fondamentale, continua lo scienziato, evitare di ripetere errori gravi commessi durante l’estate, visto che qualsiasi contatto rimarrà fonte di un potenziale rischio.  In questo senso, un’indicazione piuttosto chiara deriva dai 550 decessi registrati nella giornata di ieri, che suggeriscono, a giudizio di Pregliasco, di evitare “qualsiasi contatto rimandabile” anche a chi vive all’interno delle Regioni inserite in zona gialla.

Per quanto riguarda la gestione della seconda ondata, “La strategia del Governo di chiusure lente e graduali potrebbe portare dei risultati di lungo periodo“, ha spiegato Pregliasco, pur sottolineando un colpevole ritardo nell’introduzione delle misure restrittive. Secondo il virologo, un ritorno al lockdown sarebbe stato lo strumento più adatto a fronteggiare la situazione di emergenza in cui si trova l’Italia, ma, ammette, “i provvedimenti vanno compresi da tutti, altrimenti sono controproducenti. Già così il Governo è stato molto criticato“. D’altra parte, quella che stiamo vivendo è a tutti gli effetti una situazione che non ha precedenti e che ha provocato serissime difficoltà a molti Paesi efficienti, dice ancora il virologo.

Il virologo lancia poi uno sguardo anche al futuro, considerando l’ipotesi – assolutamente realistica – che a questa seconda fase di diffusione dei contagi possa fare seguito una terza ondata. Un rischio al quale secondo Pregliasco è necessario prepararsi, pur non essendo una certezza. In quest’ottica, sarà importante non disperdere i risultati prodotti dalle restrizioni attualmente in vigore. Anche perché nei primi mesi del nuovo anno si registrerà, con ogni probabilità, il picco dell’influenza e – in quella fase – farà la differenza la capacità del sistema di garantire tamponi, tracciamento e test veloci – questi ultimi particolarmente indicati per lo screening all’interno di scuole ed aziende. A questo, conclude Pregliasco, si dovrà aggiungere un netto miglioramento nei “protocolli per le cure a casa e nell’organizzazione degli hotel Covid“. Infine, Pregliasco lancia un appello al mondo dell’informazione, sottolineando che “una maggiore tranquillità mediatica potrebbe diminuire l’ansia collettiva“.

 

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