San Camillo, pazienti lasciati nei corridoi dove vagano i senzatetto

Una fotografia della lotta portata avanti dagli ospedali italiani per gestire l’emergenza: un anziano è stato lasciato per 11 giorni nei corridoi del San Camillo. 

Medici GETTY 11 novembre 2020
Getty Images/Go Nakamura

Succede nel Lazio di Nicola Zingaretti, una regione al momento non dichiarata tra le più a rischio. Un anziano paziente lasciato per ben 11 giorni su una barella, nel corridoio tra i reparti del San Camillo, uno dei più grandi ospedali della Capitale. Una vicenda spaventosa ma che purtroppo non è nemmeno così sorprendente per chi ha già toccato con mano per le più svariate ragioni l’affollamento che caratterizza gli ospedali italiani in questo periodo di crisi. Stando al cronista che ha raccolto la testimonianza, il 78enne protagonista di questa drammatica odissea non è nemmeno l’unico dato che c’è un altro paziente – un 58enne dimesso pochi giorni fa dallo stesso ospedale – che ha trascorso 12 giorni in una situazione analoga.

 

Lo sfortunato anziano è stato ricoverato presso il San Camillo di Monteverde che però era al completo per quanto riguarda i reparti destinati ai malati di Coronavirus. Per questo motivo, è stato praticamente abbandonato in mezzo ad un corridoio su di una barella nonostante fosse a sua volta positivo. Attorno a lui, c’erano decine di altri pazienti e molti di loro presentavano sintomi del virus. I medici non hanno gli strumenti per gestire l’emergenza, come hanno già denunciato molti esponenti della categoria negli ultimi giorni man mano che la curva dei nuovi casi continua a salire: spazi ridotti, personale sempre più ridotto e costretto a turni di dieci-dodici ore, con la scomoda tuta protettiva indosso tutto il tempo.

Al San Camillo anche intrusioni e violenze

Non si tratta dell’unico caso di malasanità al San Camillo. In questi giorni, medici e dirigenti della struttura hanno denunciato un’incredibile situazione di degrado causata da una vera e propria invasione dei reparti Covid da parte di senzatetto, alla disperata ricerca di un rifugio per la notte. La Capitale è tristemente famosa per situazioni di grave degrado a cui nessuna amministrazione ha saputo porre rimedio – basti pensare al caso di Stazione Termini, affollata da centinaia di disperati – ed ora questa condizione diventa un pericolo in più per il personale medico che lavora al San Camillo.

Sono stati registrate numerose intrusioni nell’ospedale – specialmente di notte – che hanno visto come protagonisti senzatetto, tossicodipendenti e disperati di ogni sorta che entrano nei reparti e dormono a terra o sulle seggiole destinate ai pazienti in attesa. Alcuni di loro sono stati anche sorpresi a rubare il cibo dei pazienti e non sono mancati episodi di violenza: pochi giorni fa, una rissa nei bagni si è conclusa con il pestaggio di un senzatetto. In un altro caso, la stanza del cardiologo addetto al turno di notte è stata sfondata con un estintore: la sicurezza dell’ospedale ha trovato il responsabile che dormiva disteso all’interno del locale. Un’infermiera è stata in un’altra occasione assalita da un tossicodipendente che era riuscito ad introdursi nella struttura, finendo ricoverata a sua volta.

Uno scenario da film horror che non fa che aggiungere preoccupazioni in più ai medici ma anche ai malati ricoverati nel pronto soccorso che a quanto pare trascorrono in molti casi la loro degenza nei corridoi della struttura con il rischio – oltre che di non ricevere assistenza – di essere aggrediti da qualche disperato in cerca di qualcosa da mangiare. Dal Presidente della Regione Lazio nessun commento. L’ultimo post del Segretario Dem è dedicato al murales in onore di Gigi Proietti, al Tufello.

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