Le Regioni che resistono alle chiusure sono uno spettacolo indecoroso dice Di Maio

Anche il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio critica duramente il comportamento dei Presidenti di Regione nel corse delle trattative sul Dpcm: “Spettacolo indecoroso”, dice l’ex leader 5 Stelle, che poi apre alla possibilità di importanti interventi da parte del Governo nei prossimi mesi.

Di Maio contro le regioni: "Spettacolo indecoroso"
Luigi Di Maio/Getty Images

E’ ormai altissima la tensione tra Governo e Regioni. Le estenuanti trattative che hanno preceduto il varo dell’ultimo Dpcm caratterizzate anche da un atteggiamento in alcuni casi ondivago da parte dei Governatori – sembrano aver lasciato il segno nei rapporti tra l’Esecutivo centrale e gli Enti territoriali. Dopo lo sfogo del Ministro della Salute Roberto Speranza, che ha accusato le Regioni di ignorare la gravità della situazione e di evitare di assumersi la propria parte di responsabilità in un momento in cui occorre invece grande collaborazione da parte di tutti, arrivano anche le dichiarazioni del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che nella giornata di ieri ha accusato senza mezzi termini le Regioni, definendo “inaccettabile” il comportamento tenuto da alcuni Presidenti.

Alla base dello scontro istituzionale c’è la decisione del Governo di suddividere il territorio in tre distinte zone di rischio. Ai presidenti delle Regioni inserite nella fascia rossa, infatti, la scelta non è andata giù e ora, tra un attacco e l’altro, minacciano addirittura di impugnare il provvedimento e presentare ricorsi per bloccarne l’efficacia. A guidare la rivolta sono le amministrazioni di Lombardia, Piemonte e Calabria, nonostante i dati relativi alle tre regioni non lascino spazio a grandi interpretazioni. Non è escluso, tra l’altro, che presto alla fronda regionale si uniscano anche altri Governatori, visto che l’aggiornamento dei dati a disposizione del Ministero della Salute potrebbe portare già nel fine settimana a modificare lo status di alcune Regioni, che potrebbero essere “spostate” dalla zona gialla a quella arancione, se non addirittura rossa.

Le aree nel mirino dei tecnici che collaborano con Speranza sono diverse: dalla Campania – il cui inserimento in fascia gialla ha destato sorpresa e innescato forti polemiche – fino al  Veneto, passando per Liguria e Toscana. D’altra parte, i dati registrati nella giornata di ieri non sono affatto confortanti, soprattutto per quel che riguarda i decessi e i nuovi ingressi in terapia intensiva, con i reparti che segnano attualmente un totale di 2.391 ricoverati.

Particolarmente contestati, da parte dei Governatori, sono i dati utilizzati per stabilire la suddivisione delle Regioni nelle diverse zone. I Presidenti di Regione insistono sul fatto che il Governo si sia attenuto ad informazioni vecchie, in alcuni casi datate al 25 di ottobre. A questo proposito, però, è bene sottolineare due elementi: da una parte, sono proprio le Regioni a comunicare i dati all’Esecutivo. Quindi, qualora questi fossero effettivamente vecchi, la responsabilità sarebbe proprio da ricercare in seno alle amministrazioni locali. Dall’altra, aspetto tutt’altro che secondario, il trend dei contagi appare in costante peggioramento un po’ ovunque, il che lascia legittimamente immaginare che dati più aggiornati possano – al massimo – aggravare la situazione.

E’ anche per questo che il Ministro Di Maio dice di non riuscire a comprendere l’atteggiamento scontroso tenuto da alcune Regioni e da alcuni Comuni, “che oggi dicono il contrario di cio’ che dicevano il giorno prima“. Molti degli enti locali, spiega, avrebbero ripetutamente cambiato posizione sulle chiusure e sui provvedimenti da adottare, invocando prima severità e poi passando a sostenere il contrario. In generale, l’accusa di Di Maio è che le Regioni, che “giorni fa reclamavano più autonomia“, si trovino oggi nella posizione di volere “meno responsabilità“. Una “tiritera“, insiste il Ministro degli Esteri, che si sta portando avanti ormai da troppo tempo, con il risultato di trasformare un tema delicato come la pandemia nell’ennesima occasione per dare vita a uno scontro politico.

Quel che è certo è che – come sottolineato da parte dei Governatori di Centrodestra nel corso della Conferenza Stato-Regioni – in un momento caotico come questo, la raccolta dei dati diventa sempre più complicata. Una circostanza confermata anche dal direttore Prevenzione del Ministero della Salute Gianni Rezza, che tende la mano alle Regioni sottolineando le difficoltà connaturate al momento che stiamo attraversando: “La Val d’Aosta ha difficoltà e in Campania potrebbe esserci un certo ritardo, come in altre Regioni”, diceva ancora ieri.

In una situazione tanto ingarbugliata, con entrambe le parti in causa che poggiano le proprie argomentazioni su una parte di ragione, la tensione tra Governo e Regioni divampa.

E’ anche alla luce di questi contrasti che da qualche giorno, all’interno del Governo, si sta facendo strada l’ipotesi di procedere – una volta superata la fase emergenziale legata al Covid – ad una riorganizzazione dell’assetto dello Stato, che “così non funziona“, attacca ancora Di Maio. “Siamo in una emergenza che non ha precedenti nella storia e c’è chi si sente un proconsole invece che un presidente di Regione. È uno spettacolo indecoroso“.

 

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