La scuola ha causato il disastro dice De Luca e le chiude tutte

Il governatore della Campania Vincenzo De Luca è tornato sui suoi passi: niente lockdown nella sua Regione. Ma al contempo ritiene necessario che il Governo agisca in fretta.

Ieri il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha firmato l’ordinanza numero 86 che prevede – a partire da lunedì 2 novembre – la chiusura delle scuole dell’infanzia insieme a quelle primarie e secondarie. Pertanto De Luca non solo non fa dietro front sulla chiusura degli istituti scolastici – decisione che non ha incontrato l’approvazione del Ministro dell’istruzione Lucia Azzolina e che ha generato un forte malcontento in parecchi genitori – ma anzi ha rafforzato la misura fermando anche le attività in presenza di asli nido e materne sia pubbliche sia private. Fino al 14 novembre – si legge nella nuova ordinanza a firma De Luca – sono sospese tutte le attività didattiche in presenza per le scuole primaria e secondaria. Eccezione fatta solo per gli alunni affetti da disturbi dello spettro autistico e/o diversamente abili, che potranno continuare a seguire le lezioni in aula previa valutazione da parte dei singoli istituti scolastici. Viene riconfermata anche la sospensione delle lezioni universitarie salvo che per i corsi del primo anno.
Inoltre il governatore campano ha confermato l’obbligo a tutte le aziende di trasporto pubblico locale di modulare l’erogazione dei servizi minimi essenziali in modo da evitare possibili assembramenti.

De Luca contro il Governo

Le misure adottate in Campania sembrano riconfermare quell’immagine del “governatore sceriffo” attribuita a De Luca durante la fase uno dell’emergenza Covid. Ma lui non ci sta a farsi attaccare e sulla chiusura delle scuole – una delle misure più biasimate – puntualizza: “Non si può ascoltare un Ministro dell’Istruzione che ripete a pappagallo che dobbiamo tenere aperto. Ma tenere aperto che cosa? Quando hai realtà scolastiche dove registri centinaia di contagi, come si fa a ripetere frasi fatte?”. E prosegue spedito sempre più spedito sulla sua linea di difesa contro gli attacchi della pentastellata Lucia Azzolina: “ Il ministro dice che se i giovani non vanno a scuola vanno in mezzo alle strade. Ma quando erano in mezzo alle strade a giugno e a luglio, non c’era l’esplosione di contagio”. Secondo il governatore, quindi, è stata la riapertura delle scuole – con il conseguente affollamento dei mezzi pubblici – a determinare in larga misura la nuova impennata di contagi di Covid. recentemente uno studio condotto in 9 ospedali pediatrici ha dimostrato che nei bambini da 0 a 17 anni asintomatici il virus ha una carica virale molto bassa ed è anche difficile che possano trasmetterlo. La ricerca – coordinata da esperti della Harvard Medical School di Boston e pubblicata sul Journal of Clinical Microbiology – ha messo in evidenza come frequentare la scuola non costituisca un pericolo perché assai difficilmente i bambini e i ragazzi, se positivi ma asintomatici, contagiano altri. Ma De Luca resta della sua idea e sostiene che – stando ai dati riportati un’indagine epidemiologica svolta in Campania – i bambini da 0 a 5 anni, pur se asintomatici,  sono i principali vettori  di contagio nelle famiglie.

E se il bersaglio sull’argomento “scuola” è il ministro Azzolina, De Luca non risparmia critiche neppure al resto del Governo. Pur avendo fatto lui stesso marcia indietro sul lockdown regionale – preannunciato ma poi ritirato poco dopo – De Luca ora spinge affinché il Premier Giuseppe Conte decida per la chiusura del Paese: “La critica forte che faccio al Governo è che sta continuando a perdere tempo prezioso facendo accumulare migliaia di contagi che stanno portando al collasso il sistema ospedaliero del nostro Paese”. Secondo l’ex sindaco di Salerno il Governo starebbe cercando di accontentare tutti tenendo una via di mezzo ma, di fatto, non accontenta nessuno e peggiora solo la situazione sanitaria: “Decisioni fatte con la logica del mezzo mezzo, che è quella che scontenta tutti quanti e non serve a risolvere i problemi. Oggi la situazione si è enormemente aggravata anche per i ritardi che il Governo continua ad avere”.

Prorogata la “zona rossa” ad Arzano

Con l’ordinanza numero 86 il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha anche prorogato fino a mercoledì 4 novembre la «zona rossa» ad Arzano, comune in provincia di Napoli dove dal 20 ottobre sono in vigore misure restrittive per far fronte all’aumento dei contagi di Coronavirus. Per decretare il lockdown del comune napoletano erano stati sufficienti 250 casi ma ieri ne sono stati registrati ben 1.016: più del quadruplo. E’ risultata positiva ai test addirittura il 28% della popolazione sottoposta agli screening, organizzati in questi giorni dall’Asl Napoli 2 Nord. In pratica 3 abitanti su 10 sono risultati positivi al Covid. Ma in realtà potrebbero essere molti di più poiché il test è su base volontaria e per il momento solo 5mila persone – sui 30mila abitanti di tutto il comune – si sono presentate per sottoporsi al tampone.

Fino al 4 novembre i residenti di Arzano non potranno allontanarsi dal comune e – viceversa – nessuno che non vi abiti potrà entrare. Riconfermato il divieto di allontanamento dalla propria abitazione se non per andare a fare la spesa, per ragioni di salute o per recarsi al lavoro.  Sospese le attività degli uffici pubblici, le attività commerciali e quelle legate alla ristorazione che potranno però effettuare consegne a dmicilio. Rimarranno aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie, le parafarmacie, i servizi bancari, assicurativi e finanziari.

 

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