Coronavirus 31.758 nuovi casi e 297 morti: un anziano su due non sopravvive

Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, spiega che un anziano su due, tra i ricoverati per Covid, muore.

I dati del Ministero della Salute in merito alla situazione di oggi ci informano che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – aumentano di 31.758  unità e portano il totale a 679.430. Nelle ultime ventiquattro ore 297 morti per un totale di 38.618 vittime dall’inizio della pandemia. Da ieri sono stati eseguiti 215.886 tamponi.

Gli attualmente positivi sono 351.386. I dimessi e i guariti salgono a 289.426 registrano un incremento di 5859 unità. I pazienti ricoverati sono 17.966, + 972 mentre nelle terapie intensive ci sono 1843 assistiti, + 97 rispetto a ieri.

 

Coronavirus: un anziano su due muore

Le persone più anziane devono proteggersi il più possibile dal Coronavirus. E’ questo l’accorato invito lanciato da Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. Ai microfoni di Radio Anch’io – trasmissione in onda su Radio1 – lo scienziato ha sottolineato come i numeri ad oggi disponibili dimostrino che proprio le persone in età avanzata sono quelle maggiormente esposti a rischi. “È importante che le persone con più di 70 anni sappiano che, se si ammalano e se dovessero arrivare in rianimazione, uno su due morirà“.

Nel corso della trasmissione, lo scienziato ha anche risposto alle domande degli ascoltatori, gran parte delle quali dedicate all’ipotesi, fatta circolare nei giorni scorsi da tre economisti, di separare anagraficamente la popolazione, in modo da limitare il più possibile i contatti tra persone appartenenti a fasce di età diverse. Un’ipotesi difficilmente praticabile dal punto di vista normativo  ma comunque di grande interesse per Remuzzi, convinto che le raccomandazioni alla popolazione possano produrre effetti importanti, anche più di quanto non possano fare gli obblighi: “Credo poco a lockdown e a tutte queste cose. Credo invece in un coinvolgimento delle persone più a rischio perché sappiano i comportamenti che devono tenere“.

Questa raccomandazione, rivolta in particolare agli over 70, si traduce in comportamenti molto rigidi da seguire: “Chi non vuole avere problemi deve stare a casa“, ha affermato lo scienziato, ribadendo un concetto decisamente allarmante. Secondo lo scienziato, insomma,  chi non vuole rinunciare ad avere una vita attiva deve avere la consapevolezza che questo stile di vita lo espone al rischio di contrarre il Coronavirus in forma severa e anche di morire. Per questo l’invito di Remuzzi è alla “prudenza estrema” cui deve accompagnarsi un meccanismo di grande attenzione alle situazioni della popolazione appartenente a questa fascia di età. “Se noi la proteggessimo, che vuol dire anche avere delle Rsa all’altezza, perché sulle Rsa dobbiamo avere grandissima attenzione, allora saremmo capaci di evitare tantissime morti“. Inoltre un comportamento di questo tipo potrebbe garantire anche un risparmio allo Stato. Remuzzi, infatti ha precisato che l’Italia dedica agli anziani l’80% delle risorse.  Una maggiore prudenza della popolazione, unita ad una maggiore tutela da parte delle istituzioni, permetterebbe di ridurre questa percentuale.

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