Coronavirus, 29.907 nuovi casi e 208 morti. E ora si teme che la Sanità non riesca a reggere l’urto

La pandemia non accenna a mollare la presa. Il nuovo bollettino conferma i dati drammatici degli ultimi giorni.

 

In Italia, dall’inizio dell’epidemia di coronavirus, almeno 709.335 persone (+29.907 rispetto a ieri, +4,4%; ieri +31.758) hanno contratto il virus Sars-CoV-2. Di queste, 38.826 sono decedute (+208, +0,5%; ieri +297) e 292.380 sono state dimesse (+2.954, +1%; ieri +5.859). Attualmente i soggetti positivi dei quali si ha certezza sono 378.129 (+26.743, +7,5%; ieri +25.600) e sono visibili nella quinta colonna da destra della tabella in alto; il conto sale a 709.335 — come detto sopra — se nel computo ci sono anche i morti e i guariti, conteggiando cioè tutte le persone che sono state trovate positive al virus dall’inizio dell’epidemia.

I tamponi sono stati 183.457, ovvero 32.429 in meno rispetto a ieri quando erano stati 215.886 (come in genere accade nel weekend). Mentre il tasso di positività è intorno al 16% (precisamente 16,3%): vuol dire che su 100 tamponi eseguiti 16 sono risultati positivi; ieri era di circa il 15% (precisamente 14,7%). Questa percentuale dà l’idea dell’andamento dei contagi, indipendentemente dal numero di test effettuati: infatti, a fronte di oltre 30 mila test in meno, i contagi non sono diminuiti di molto. Se ieri i positivi erano 15 su 100, oggi sono 16. Questa è la mappa del contagio in Italia.

Meno contagi in 24 ore non rallentano la salita della curva epidemiologica: i casi giornalieri sono comunque quasi 30 mila e il governo sta lavorando a un nuovo Dpcm per evitare che la situazione diventi ancora più critica e che il sistema sanitario collassi. Mentre il virus si diffonde su tutto il territorio nazionale — con 11 a rischio elevato — le maggiori preoccupazioni riguardano i dati delle degenze che sono già quelli del lockdown primaverile. Infatti, troviamo così tanti ricoverati e malati in terapia intensiva a fine aprile (tra il 30 e il 28).

Oggi, i pazienti ricoverati con sintomi sono 18.902 (+936, +5,2%; ieri +972), mentre i malati più gravi in terapia intensiva sono 1.939 (+96, +5,2%; ieri +97)

Sanità sotto stress, si teme il collasso

Che l’Italia – da Nord a Sud – si sia fatta cogliere impreparata da questa seconda ondata di Covid, è un dato di fatto. Si sarebbe potuto e dovuto sicuramente fare di più e provvedere per tempo ai posti letto nei reparti Covid e all’assunzione di medici e infermieri che, invece, scarseggiano. Solo qualche giorno fa a Roma, un’anziana signora di 85 anni positiva al Covid e, per di più, affetta dal morbo di Alzheimer ha dovuto trascorrere l’intera notte in ambulanza per mancanza di posti letto nei reparti Covid degli ospedali della Capitale.  Pensare ora a cosa si sarebbe potuto fare e non si è fatto ormai non serve. Tuttavia alcune testate giornalistiche nelle scorse ore avevano diffuso una notizia – relativa ad una presunta tragedia  avvenuta a Frattamaggiore, in provincia di Napoli – di fronte alla quale non si poteva non rimanere sconvolti e arrabbiati.

Alcune testate locali riportavano che nella notte tra lunedì 26 e martedì 27 ottobre all’ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore, quattro pazienti positivi al Coronavirus sarebbero morti perché necessitavano di ossigeno in tempi brevi ma le scorte si erano esaurite. Il saturimetro avrebbe indicato la mancanza di ossigeno  ma l’ospedale – che al momento accoglie solo pazienti Covid – si sarebbe trovato travolto da un boom di ricoveri e così avrebbe terminato le scorte. I medici – riportavano le testate locali – non avevano potuto fare altro che constatare il decesso dei quattro. La notizie fortunatamente si è rivelata priva di fondamento.

In effetti da giorni le sigle sindacali chiedevano aiuto ai vertici dell’Asl Napoli 2 denunciando la mancanza di apparecchiature, personale, risorse e scorte adeguate. Ma, pur con tutte le carenze del caso, il direttore sanitario dell’ospedale, Maria Rosaria Cerasuolo, ha prontamente smentito la notizia dichiarato: “Non vi è alcun fondamento nella notizia del decesso di quattro pazienti avvenuto presso il nostro ospedale a causa di una presunta mancanza di ossigeno. Dallo scorso marzo l’ospedale è dotato di un serbatoio di ossigeno supplementare per sopperire all’elevato fabbisogno di ossigeno dei pazienti COVID19; inoltre, in ospedale esistono le bombole portatili, usabili in caso di emergenza”.

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