Proteste contro il lockdown, primi arresti. E la Lamorgese promette pugno duro

In seguito alla guerriglia avvenuta nella tarda serata di ieri a Napoli, ci sono già stati due arresti. Si tratta di soggetti già noti alle Forze dell’Ordine.

 

 

La decisione del governatore della Campania Vincenzo De Luca di decretare un secondo lockdown – oltre al coprifuoco – nella sua Regione ha scatenato l’inferno. E, infatti,nella tarda serata di ieri a Napoli circa un migliaio di persone sono scese per le strade della città per protestare. Ma la manifestazione è presto sfociata in atti violenti da parte di una minoranza che non ha risparmiato lanci di lacrimogeni e petardi davanti al palazzo della Regione e aggressioni ai giornalisti presenti. A cercare di contenere le violenze c’erano un centinaio di agenti in tenuta antisommossa che sono stati aggrediti a loro volta. La guerriglia urbana è esplosa  a ridosso di Palazzo Santa Lucia, con slogan urlati contro il presidente Vincenzo De Luca il quale, tuttavia, non era in sede poiché da giorni preferisce rimanere a Salerno

Dopo questa notte di “fuoco” due sono stati gli arresti. Si tratta di soggetti già noti alle Forze dell’Ordine per reati connessi allo spaccio di sostanze stupefacenti nel quartiere Vasto della città. Inviati agli arresti domiciliari, 0. A. e M. P., entrambi 32enni, stamane sono stati processati con rito direttissimo.  Stando alle prime ricostruzioni, i comportamenti violenti sarebbero da riferirsi anche a gruppi di estrema Destra e ultrà. Infatti, qualche ora prima della manifestazione, il leader di Forza Nuova, Roberto Fiore aveva lanciato un appello su Twitter invitando i napoletani a farsi sentire: “Che si accenda a napoli la prima scintilla di Rivoluzione contro la dittatura sanitaria“. II viceministro dell’interno con delega alla Pubblica Sicurezza, Matteo Mauri, ha dichiarato: “E’ del tutto chiaro che non si è trattata di una protesta spontanea, ma di azioni preordinate, organizzate nella quasi totalità da frange di tifosi violenti, da ambienti criminali, anche legati a settori dell’estremismo politico”.

Sulla vicenda è prontamente intervenuta anche il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese per condannare quanto accaduto e per esprimere la propria solidarietà agli agenti aggrediti: “Sono inaccettabili e da condannare con la massima fermezza gli atti di violenza organizzati come quelli avvenuti a Napoli. Le aggressioni alle forze di polizia ieri sera a Napoli nulla hanno a che fare con le forme di dissenso civile e con le legittime preoccupazioni degli imprenditori e dei lavoratori legate alla difficile situazione economica”. Il capo del Viminale ha inoltre puntualizzato di essere in contatto con il prefetto di Napoli il quale ha convocato per oggi il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica con lo scopo di rafforzare i dispositivi di controllo del territorio.  A condannare la violenza delle proteste partenopee sono intevenuti anche i grillini Roberto Fico e Luigi Di Maio. Quest’ultimo si è rivolto, in particolarm modo, ad una parte politica non meglio specificata asserendo: “A chi, tra i partiti, continua ad alimentare polemiche soffiando sul fuoco del disagio chiedo di smetterla. La sofferenza degli italiani non è merce elettorale”.

Ma non sono stati solo i napoletani a scendere in piazza contro le decisioni di De Luca. Anche a Salerno ieri sera una folla di manifestanti si è radunata sotto la sede del comune  per protestare minacciando  di arrivare fino al genio civile, dove si trovava il presidente della Regione. Dopo alcune ore di protesta il corteo si è sciolto in quanto una delegazione è stata ricevuta dal sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli

 

 

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