“Dobbiamo stringere i bulloni” dice il Governo: negozi chiusi alle 18 e dopo tutti a casa

Un altro passo verso il Lockdown anche se sembra vietato chiamarlo in questo modo. Il Governo Conte si appresta ad emanare un nuovo DPCM e la stretta, ulteriore, sarà inevitabile. I numeri non lasciano molte alternative ad un premier che sembra riluttante ma costretto a ripercorrere la strada già nota. E ora il timore per l’Economia diventa un pensiero costante, a cominciare dalle categorie più esposte alle decisioni del Governo.

Ci siamo o quasi. Il Governo Conte avrebbe deciso: chiusura di tutte le attività alle 18 lasciando libertà di spostamento per i cittadini dopo che le saracinesche si sono abbassate. Per fare cosa e per andare dove nessuno può immaginarlo. Il commercio sarà la prima grande vittima dei prossimi provvedimenti. Negozi aperti nel rispetto delle regole e solo per il tempo di comprare cose, dicono le indiscrezioni da Palazzo Chigi e dintorni, e aggiungono all’elenco ormai quasi lugubre, dei divieti: niente feste, al chiuso o all’aperto, nemmeno a seguito di celebrazioni religiose.

 

Chiudono cinema, teatri, sale da concerto, sale bingo gioco e scommesse, palestre e piscine. Già era nell’aria, la settimana scorsa, quando il Governo, su piscine e palestre aveva preso tempo “per verifiche“. Un’inutile sofferenza, la fine era già nota. In questa tristezza composita pare ci sia tuttavia una concessione: sembra venga meno il divieto di 6 persone riunite in una stessa casa, anche perchè i controlli sarebbero impossibili e al limite del ridicolo, con vicini delatori e l’insofferenza delle persone ad un passo dal diventare indignazione e rabbia, come ci ha ben spiegato Napoli ieri.

Rimane la raccomandazione di non ricevere in casa persone che non siano conviventi. Il Governo inoltre raccomanda a tutti di non spostarsi, con mezzi pubblici o privati, in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione “salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute e per situazioni di necessità“. Raccomandazioni che sembrano l’anticamera di divieti, tempo una settimana o due. Dovrebbero restare aperte scuole materne, elementari e medie. Le scuole superiori si avvarranno di didattica a distanza pari al 75% delle attività.

Sono queste le conclusioni al termine della riunione del Presidente del consiglio Giuseppe Conte con i capi delegazione. Ora, sulla bozza di decreto, si dovrà pronunciare il Comitato tecnico scientifico convocato d’urgenza, neanche a dirlo, per ultime valutazioni e sembra impossibile che da esso provenga un qualche alleggerimento.

Qualche nota lieve prova a darla il Ministro degli Affari regionali Francesco Boccia che parlando con SkyTg24 ha detto non essere più questo il tempo del “Lockdown totale” come a marzo ma si è affrettato a precisare, bisognerà “stringere molto di più” e saranno necessarie norme “molto rigorose e dure“. Il ministro ha aggiunto: “Troveremo in queste ore un’intesa per restringere ancora i bulloni, che vanno stretti. Sentiamo tutti noi una responsabilità enorme“.

 

 

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