16.000 nuovi casi: Sardegna, Calabria e Campania costrette a misure più drastiche

Sardegna, Campania e Calabria corrono ai ripari dopo l’ascesa incontrollabile della curva dei nuovi contagi. Le ordinanze limitano anche gli spostamenti in aereo e nave.

Esercito lockdown GETTY 23 ottobre 2020

Sono Sardegna, Campania e Calabria le tre regioni che hanno deciso di prendere misure autonome più severe per limitare la crescita dei nuovi casi senza aspettare l’entrata in vigore delle nuove misure introdotte dal Governo: i nuovi casi sono più di 16.000, troppi secondo i governatori delle tre aree del nostro paese che hanno deciso di intervenire immediatamente, riconoscendo la gravità della situazione e – come hanno detto anche gli scienziati del Cts – il fallimento delle misure di contenimento.

La regione ad aver adottato le misure più severe è la Sardegna che a differenza di Campania e Calabria si avvia verso il tanto temuto secondo lockdown: una chiusura totale di 15 giorni annunciata e ribadita dal Governatore Christian Solinas che risparmierà soltanto quelle attività fondamentali per la sopravvivenza dei cittadini: “Si tratta di uno stop and go che arginerà la crescita dei casi”, afferma il politico che presto presenterà un documento ufficiale contenente le misure stabilite. Nell’ipotesi più severa saranno bloccati anche i voli e le partenze in nave – non gli scali però – la didattica sarà fornita esclusivamente a distanza ed il martoriato settore della ristorazione, assieme a tutte le altre attività ritenute non essenziali, dovrà chiudere i battenti senza limiti d’orari.

Non è tuttavia da escludere che la Sardegna decida di adottare misure simili a quelle di Campania, Calabria ma anche Lazio e Lombardia con un coprifuoco notturno: al momento, l’isola è la terza regione per numero di contagi con ben 225 casi ogni 100.000 abitanti e 36 malati in terapia intensiva.

Sardegna in lockdown, Campania e Calabria 

Oltre alla Sardegna di Solinas, anche la Campania del Presidente Vincenzo De Luca inasprisce le misure di distanziamento sociale dopo aver già proposto la didattica a distanza per limitare i contagi nelle scuole. Tramite un documento noto come Ordinanza 83, il presidente della regione ha vietato ogni spostamento dalle ore 23.00 alle 5.00 salvo comprovate necessità lavorative: “Sono consentiti solo gli spostamenti per ragioni estremamente urgenti come lavoro o necessità familiari ed il rientro al proprio domicilio. Le attività ricreative, sociali e commerciali resteranno chiuse durante le ore di coprifuoco”, si legge nella bozza dell’ordinanza che resterà in vigore fino all’arrivo di un nuovo Dpcm. In Campania si registrano altri 1.541 nuovi casi nelle ultime 24 ore.

L’ultima regione ad inasprire le misure per limitare l’aumento dei contagi è la Calabria che ha recentemente perso il Presidente regionale Jole Santelli a causa di una grave malattia. A presentare una nuova ordinanza è stato Nino Spirlì, Presidente facente funzioni della Giunta regionale calabra che ha avviato il coprifuoco sul modello del Lazio – dalle ore 24.00 alle ore 5.00 – e introdotto altre misure di distanziamento che comprendono la didattica a distanza per le scuole medie, il divieto di recarsi in ospedale per visite specialistiche meno urgenti e nelle Rsa per la stessa ragione.

Anche la Calabria presenta dati piuttosto preoccupanti con picchi di oltre 100 nuovi casi al giorno, cifra ben superiore alla media mantenuta dalla regione durante la prima ondata di aprile. La situazione è talmente seria che l’Opposizione ha collaborato strettamente con la Giunta regionale per far entrare in vigore con la massima urgenza le nuove misure.

 

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