Elisabetta Casellati, presidente del Senato: “L’emergenza rischia di abbattere il Parlamento”

Per la presidente del Senato, la politica affronta l’emergenza mettendo toppe: “non ci si occupa dei veri problemi”. E chiede verità sull’emergenza.

 

Elisabetta Casellati, presidente del Senato è severa e non risparmia critiche al Governo. In un’intervista al Corriere della Sera, si dice consapevole che l’emergenza sanitaria potrà finire soltanto dopo che verrà trovato un vaccino o una cura efficace, e proprio per questo, sostiene, non si può andare avanti nella guida del Paese affrontando la crisi senza una visione d’insieme, senza un “Progetto Italia”. Sarà pure vero, sostiene la presidente, che dalla fine del lockdown non si fa che parlare di ripresa. Ma a cinque mesi dalla riapertura, ci sono “tante parole e niente fatti”, e si prosegue giorno per giorno senza lungimiranza. “Si mettono delle toppe, accusa, ma in realtà non ci si occupa dei veri problemi la cui soluzione identifica una chiara linea politica. È come nascondere la polvere sotto il tappeto”. L’esempio più emblematico di questa mancanza di risposta strutturale? I banchi con le rotelle per la riapertura delle scuole. “Non possono essere la risposta alle sfide strutturali della scuola”. Il grande rischio di una mancanza di progetto vero di futuro è che questa debolezza finisca per incidere sul dibattito europeo. Casellati insiste sulla necessità di una “Politica, con la “P” maiuscola”, capace di costruire un progetto duraturo. Altrimenti, sostiene, riferendosi ai miliardi del Recovery Fund, “anche un bazooka, qualora ci fosse, diventa una pistola ad acqua”.

E se l’attuale epidemia non può essere una scusa per mettere in campo soluzioni di corto raggio, lo stesso vale per la trasparenza delle informazioni che circolano nell’Esecutivo e tra gli “addetti al lavoro” delle misure di contrasto all’emergenza. “Sullo stato di emergenza devono dirci la verità”, sostiene Casellati, preoccupata per la deriva che la democrazia rappresentativa potrebbe prendere. “Capisco le ragioni dell’emergenza, ma non vorrei che tra proposte di democrazia diretta, appelli al voto a distanza e ricorso continuo ai decreti-legge si finisca per abbattere il Parlamento”. Ma affinché il Parlamento possa fare il suo lavoro, è necessario avere informazioni chiare. Da questo dipende anche la valutazione sulla proroga dell’emergenza fino al 31 gennaio. “Sulla proroga, occorre avere informazioni corrette, senza nascondere i risultati del Comitato tecnico, sostiene la presidente. Se non abbiamo accesso alle informazioni, non possiamo dire nulla. Abbiamo bisogno di verità. Gli italiani sono stanchi di oscillare tra incertezze e paure”.

Ad ogni modo, indipendentemente delle informazioni fornite dall’Esecutivo, incertezze e paure sono due parole che accompagneranno gli italiani nei prossimi mesi. Oltre ai rischi del contagio e la seconda ondata che inizia a bussare alla porta, i dati economici riportati dal Sole 24 Ore non fanno ben sperare. Come si è potuto vedere in tutto il mondo, il Pil cammina insieme alla pandemia, e una seconda ondata del Covid potrebbe costare oltre 3 punti di Pil nel 2021 e 1,5 in quello di quest’anno, con la ripresa che a questo punto si vedrà davvero solo nel 2022. Il possibile scenario è stato delineato dal Governo nella Nadef (Nota di aggiornamento al Def), attesa stasera in Consiglio dei ministri. Nella bozza del documento, l’Esecutivo ha reso note le sue previsioni, che erano state anticipate dal ministro dell’Economia Robero Gualtieri. Si parla di una crescita del Pil del 6% nel 2021, del 3,8% nel 2022 e del 2,5% nel 2023. Ma questa ipotesi potrebbe essere totalmente ribaltata se all’orizzonte ci dovessimo trovare con una recrudescenza del Covid-19.

Fonte: Corriere della Sera, il Sole 24 Ore

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