Ero pronto ad entrare nel Governo con il PD, dice Alessandro Di Battista

Alessandro Di Battista torna a parlare e, intervistato da Andrea Scanzi e Luca Sommi durante la trasmissione “Accordi e Disaccordi”, rivela: “Stavo per diventare Ministro nel Conte 2”

Dopo le parole dei giorni scorsi, che avevano scosso dall’interno i 5 Stelle, Alessandro Di Battista torna parlare e non esclude un addio al Movimento. Intervistato da Andrea Scanzi e Luca Sommi per la trasmissione tv “Accordi e Disaccordi“, l’ex parlamentare grillino ha però rivelato di essere stato vicinissimo, un anno e mezzo fa, ad entrare a far parte del Governo Conte 2.

Di Battista torna sui fatti dell’estate 2019 e, come riporta La Stampa, spiega che a un certo punto, un suo incarico da Ministro sembra cosa fatta: “Luigi Di Maio mi chiese di entrare nella squadra. Avevo delle perplessità, ma dissi: ‘D’accordo per il bene del Movimento, lo faccio’. Poi ci fu un veto del PD e mi dissero che doveva entrare anche la Boschi“. A quel punto la trattativa per portarlo all’interno dell’Esecutivo saltò definitivamente.

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E a proposito dell’attuale Governo, Di Battista ha chiarito di essere convinto del fatto che l’attuale Esecutivo debba andare avanti fino al termine della legislatura, dimostrandosi però scettico sull’opportunità di instaurare un’alleanza di lungo periodo: “Per quanto riguarda un’alleanza strutturale e organica con il PD, questo finirà per indebolire il Movimento 5 Stelle e per portare al ritorno del bipolarismo. Questo sarà estremamente negativo soprattutto per il M5S. Io non volevo il governo con il Pd e suggerii delle alternative che non erano tornare al voto“.

Poi, l’ex parlamentare grillino apre all’ipotesi di un addio che sarebbe clamoroso: “Se dagli Stati Generali del M5S dovesse uscire una linea maggioritaria diversa, e che rispetterei, evidentemente prenderei delle altre strade“. Un riferimento chiaro alle scelte cui il Movimento è chiamato per rilanciarsi e che vedono tra le ipotesi fin qui formulate la possibilità che il nuovo Statuto 5 Stelle preveda non più la presenza di un capo politico, ma di una “leadership collegiale“. Una scelta non particolarmente gradita a Di Batista, che la considera una manovra finalizzata ad impedirgli di diventare il nuovo leader del Movimento. “Io non ho degli incarichi di governo, per quanto mi riguarda la politica significa solo Movimento 5 Stelle. Per ora è inutile fare una politica dei se e dei ma“, ha concluso.

Intanto, il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, attraverso un post sulla propria pagina Facebook, si dice certo del fatto che il Movimento riuscirà a superare il difficile periodo che, tra risultati elettorali deludenti e un pericolo di scissione sempre più incombente, si trova ad attraversare in queste settimane: “Il M5s ha dovuto superare altri momenti difficili, e ce la farà anche questa volta“, scrive l’ex capo politico in quella che sembra essere a tutti gli effetti una risposta ai duri attacchi mossi da Di Battista.

https://www.facebook.com/LuigiDiMaio/posts/3418401108196411

Tra i pentastellati, tuttavia, non mancano i problemi. E’ infatti di ieri, scrive Ansa, la decisione di Rousseau di ridurre i servizi messi a disposizione del Movimento a causa della forte riduzione delle entrate: “Con enorme dispiacere“, si legge sul Blog delle Stelle, “siamo costretti a comunicare che, alla luce dell’attuale situazione economico-finanziaria aggiornata a seguito dell’ultima tranche di versamenti in scadenza nella giornata del 30 settembre, siamo costretti a procedere alla sospensione di alcuni servizi e all’annullamento di attività e/o iniziative programmate per il trimestre ottobre – dicembre 2020. In assenza delle entrate previste“, concludono i responsabili di Rousseau, “non risultano ovviamente più sostenibili le spese necessarie per supportare specifici servizi che devono essere quindi ridotti, sospesi o slittati nel tempo“.

Lorenzo Palmisciano

Fonte: La Stampa, Ansa, Facebook Luigi Di Maio

 

 

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