Omicidio di Lecce, la ferocia dell’assassino contro Eleonora

L’omicidio a Lecce di Daniele De Santis ed Eleonora Manta è un caso particolarmente intricato: gli inquirenti stanno cercando di capire chi è “Andrea”, l’ultimo nome gridato dalla ragazza.

Omicidio Lecce 23 settemrbe 2020

Una situazione degna di un poliziesco ma – purtroppo – tragicamente reale e concreta: l’omicidio a Lecce di Daniele De Santis ed Eleonora Manta continua ad essere un mistero che ruota attorno alla figura di “Andrea”, tra testimonianze da decifrare e nuovi risvolti che rendono il caso un vero enigma. Secondo gli ultimi elementi in mano agli investigatori, alcuni testimoni – inquilini del palazzo in Via Mondello dove la coppia è stata uccisa – Eleonora avrebbe infatti gridato un nome – Andrea, appunto – che però potrebbe essere sia dell’assassino che del testimone principale dell’omicidio – riferisce La Repubblica: un caso di omonimia assurdo che mette in difficoltà le forze dell’ordine. Secondo i Carabinieri di Lecce che stanno seguendo il caso, Eleonora potrebbe aver urlato quel nome sia per invocare l’aiuto del vicino che per chiedere all’assassino di fermarsi: è ormai appurato infatti che sia Daniele che la sua fidanzata conoscessero l’autore del gesto a cui hanno aperto la porta di casa e con cui hanno discusso animatamente prima del dramma. Il teste chiave ha chiaramente affermato che la frase urlata dalla ragazza è stata: “Andrea fermati!”, ma gli inquirenti non escludono che nel caos di quanto è accaduto quella sera, l’uomo possa aver frainteso le parole.

Tra i nuovi elementi che compaiono nel caso ci sono anche dei bigliettini insanguinati, lasciati forse dall’assassino sulla scena del crimine – sui quali vige il massimo riserbo degli investigatori – e gli esami sui corpi delle vittime che mettono in evidenza una ferocia incredibile nei fendenti sferrati dal killer, soprattutto nei confronti della ragazza: TGcom24 riferisce che l’assassino si è prima accanito su Eleonora mentre Daniele tentava di fermarlo come se fosse proprio lei il bersaglio principale. Successivamente, solo quando il giovane ha provato a fuggire per chiamare aiuto, lo ha raggiunto sulle scale, colpendolo con numerosi fendenti senza lasciargli scampo. Un crimine efferato di cui si cerca ancora l’autore. L’elemento forse più importante in mano ai Carabinieri però è stato fornito sempre dal testimone chiave del delitto che afferma di aver intravisto una persona sospetta che si affrettava lungo le scale con uno zaino in spalla attraverso lo spioncino.

Smentita invece la notizia del fermo di un sospettato nelle ultime ore: a negare la veridicità della notizia sono stati proprio i militari incaricati delle indagini. Le ultime indiscrezioni rivelano invece che l’Arma sta scavando nel passato dei due fidanzati, cercando qualunque elemento che possa contribuire a risolvere il caso. Un’ipotesi che al momento non viene esclusa è quella di un delitto di natura passionale: gli investigatori hanno scoperto che anche un ex fidanzato di Eleonora si chiama Andrea. Naturalmente, questo non costituisce una prova atta ad incriminare una persona ma i Carabinieri potrebbero comunque decidere di interrogare l’uomo, qualora le indagini dovessero far emergere altri elementi utili. Per il momento, il responsabile dell’efferato omicidio di Lecce rimane a piede libero: forse, i biglietti ritrovati sulla scena del crimine potranno rivelare qualcosa in più su questo drammatico crimine.

Manfredi Falcetta

Fonte: La Repubblica, TGCom24

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