Scuola: non tutte le Regioni riapriranno e gli esperti prevedono il peggio

Non tutte le Regioni faranno riaprire le scuole il 14 settembre come previsto dal Ministro dellIstruzione Lucia Azzolina. E tra gli esperti c’è già chi prevede che almeno il 2-3% degli studenti risulterà positivo al virus.

 

Il suono della campanella si fa sempre più vicino. Il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ha confermato: il 14 settembre gli studenti torneranno tra i banchi. Tuttavia non sarà così ovunque. Alcune Regioni – riporta Fanpage – hanno scelto di posticipare il rientro a scuola. Tra queste troviamo Abruzzo, Puglia e Calabria a cui, molto probabilmente, si aggiungeranno anche Campania e Basilicata. Queste Regioni vorrebbero rinviare il ritorno tra i banchi al 24 settembre, dopo le elezioni regionali e il referendum sul taglio dei parlamentari. Il Friuli Venezia Giulia ha già comunicato che la data per la riapertura delle scuole non sarà il 14 bensì il 16 settembre. Mentre gli studenti della Sardegna dovranno attendere fino al 22. Unica eccezione – che non posticipa ma anticipa il rientro – la provincia autonoma di Bolzano dove la campanella tornerà a suonare già a partire da lunedì 7 settembre.

E tra gli esperti c’è già chi prevede il peggio. Il professor Andrea Crisanti, microbiologo dell’Università di padova – alla guida della taskforce del Veneto durante la fase più acuta dell’emergenza Coronavirus – intervistato dalla trasmissione In Onda su La7, ha sostenuto che su 8 milioni di studenti, almeno il 2-3% sarà positivo al virus. Cifre importanti dunque. Soprattutto se pensiamo che un solo caso positivo potrebbe anche far chiudere un’intera scuola, come accaduto recentemente a Verbania. E a ciò si aggiungerà anche l’obbligo di quarantena – per almeno 14 giorni – anche per la famiglia dell’alunno positivo e per la sua classe. Insomma la riapertura delle scuole potrebbe portare al tanto temuto secondo lockdown. Un lockdown ” a macchia d’olio” forse, come previsto dallo studioso Franco Bechis. Crisanti, nei giorni scorsi, aveva lanciato anche un’altra iniziativa: portare da 37.5 a 37.1 la soglia della temperatura corporea per far entrare i bambini e i ragazzi in aula.

Samanta Airoldi

Fonte: La7, Fanpage

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