“Grazie a quel piccoletto abbiamo avuto sette anni di lusso”. Il giudice Palamara verso il processo

Rinviato a giudizio Luca Palamara per corruzione per l’esercizio delle funzioni. A beneficiare dei “favori” del lobbista Fabrizio Centofanti, valutati in circa 70 mila euro, l’ex magistrato e l’amica Adele Attisani. Il gip Lidia Brutti: “cifra sintomatica di interessi non confessabili”

Sette anni di lusso, tra Ibiza, Favignana e altre destinazioni paradisiache. Si compiacciono di questi “anni di lusso” goduti con il denaro di un imprenditore l’ex pm Luca Palamara e la sua amica Adele Attisani, in uno scambio di battute registrato un anno e mezzo fa dagli investigatori della Guardia di finanza. La telefonata intercettata sintetizza l’accusa definitiva avanzata dalla Procura di Perugia lo scorso 18 agosto nei confronti dell’ex componente del Consiglio superiore della magistratura, e a quattro mesi dalla chiusura delle indagini, il caso giuridico che coinvolge Palamara giunge finalmente a una prima definizione: rinvio a giudizio dell’ex magistrato, con l’accusa di corruzione per l’esercizio delle funzioni, in cambio di viaggi, soggiorni e lavori di ristrutturazione e manutenzione in casa dell’amica Adele Attisani, pagati dall’imprenditore Fabrizio Centofanti, imputato anche lui con lo stesso capo di accusa. Medesima imputazione per la donna che, nell’interpretazione dei pm perugini, era una “istigatrice” delle condotte illecite di Palamara nonché beneficiaria di parte delle “utilità” di cui godeva.

Quel piccoletto solo guai ci ha combinato” “Eh, però abbiamo passato sette anni di lusso” e ancora “Pure… dillo pure!” e dopo l’elenco deile località “Ibiza, Favignana…”. Sarebbe di questo tenore questo lo scambio di battute tra Palamara e Adele Attisani, registrato un anno e mezzo fa dagli investigatori della Guardia di Finanza.

Finito nell’elenco degli imputati anche Giancarlo Manfredonia, titolare di un’agenzia di viaggi, accusato di favoreggiamento per aver manipolato i documenti di una vacanza incriminata. L’accusa ha indicato come persona offesa il ministero della Giustizia, ed ora il ministro Alfonso Bonafede dovrà decidere se costituirsi parte civile contro il magistrato. A riportarlo il Corriere della Sera.

I fatti contestati risalgono al periodo che va dal 2013 al 2017, riferisce La Stampa, nel corso del quale il lobbista Centofanti avrebbe pagato dieci viaggi all’ex pm. Sette viaggi – a Favignana, San Casciano dei bagni, Ibiza, Londra, Dubai – fatti con l’amica Adele, e tre – a Madonna di Campiglio, Sardegna e Madrid – con la sua famiglia. Ma i benefici di cui avrebbe goduto Adele grazie ai regali di Centofanti non si limiterebbero ai viaggi: trattamenti nel centro estetico del Grand Hotel di via Veneto, spostamenti con autisti personali da e per l’aeroporto di Fiumicino e trasporto di mobili da Roma a Locri, nonché lavori di ristrutturazioni a casa risultano tra i pagamenti realizzati dall’imprenditore, che avrebbe speso, per Palamara e compagnia, circa 70 mila euro. Cifra incompatibile con una “normale amicizia” e sintomatica – ha scritto il gip Lidia Brutti a marzo motivando il sequestro preventivo – di una relazione “inquinata da interessi non confessabili”. Ora oltre al processo penale, Palamara dovrà affrontare anche il processo disciplinare che è stato avviato dal Consiglio Superiore di Magistratura prima della pausa estiva, e che potrebbe condurlo alla radiazione dall’ordine giudiziario.

Fonti: Corriere della Sera, La Stampa

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