La senatrice Marzia Casolati, titolare di una gioielleria, ha chiesto ed ottenuto il bonus

Spunta una senatrice leghista nell’elenco di furbetti del bonus. Immediata la presa di posizione del partito che ha sospeso la parlamentare.

Si allunga l’elenco di politici che hanno richiesto ii bonus erogati dallo Stato o dalle Regioni per fronteggiare l’emergenza economica derivante dal lockdown. A finire nella lista dei “furbetti” questa volta è la senatrice torinese Marzia Casolati, eletta con la Lega, che ha richiesto e incassato il bonus di 1.500 euro messo a disposizione delle aziende in difficoltà dalla Regione Piemonte. Come già avvenuto per i due deputati Andrea Dara ed Elena Murelli, che avevano percepito il sostegno di 600 euro da parte dell’INPS, il Carroccio ha immediatamente deciso di sospendere la senatrice. La decisione è stata confermata dal capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, che ha voluto precisare: “Anche se non è stato commesso alcun illecito e il contributo è stato già da tempo completamente restituito, non è opportuno che parlamentari accedano a questo tipo di sussidio“. La decisione del partito è già stata accettata e condivisa dalla diretta interessata.

Eletta in Senato nel 2018, Marzia Casolati milita nella Lega da ventitre anni, periodo in cui ha ricoperto numerose cariche: per quasi un decennio – dal 1993 al 2001 – è stata consigliere comunale a Torino. La senatrice è inoltre titolare di una gioielleria nel capoluogo piemontese e, come risulta dalla dichiarazione patrimoniale fornita al Senato, nel 2019 ha dichiarato un reddito superiore ai 101.000 euro. Non esattamente il ritratto della “azienda in difficoltà” cui mirava il sussidio pensato dalla Regione Piemonte. Secondo Il Fatto Quotidiano, questo bonus rientra nel piano complessivo di 88 milioni di euro che l’amministrazione regionale piemontese aveva messo in campo per sostenere le imprese che più avevano risentito delle conseguenze del lockdown. Il provvedimento non prevedeva limiti di reddito, il che esclude qualsiasi illecito da parte di Casolati.
Oltre ai due deputati leghisti già citati, la questione dei bonus ha coinvolto anche altri parlamentari: il deputato Marco Rizzone, del Movimento 5 Stelle, e altri due colleghi la cui identità è rimasta finora un mistero e che, secondo Il Giornale, sarebbero militanti rispettivamente di Italia Viva e Partito Democratico. Nel caso degli ultimi due, sembra che il bonus sia stato richiesto ma non percepito.

Fonte: Il Fatto Quotidiano, Il Giornale

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