Bonus per i parlamentari, tre della Lega, uno del Movimento ed uno di Italia Viva

Dopo la rivelazione dei cinque deputati – e un conduttore televisivo –  che avrebbero ricevuto il bonus Covid di 600 euro all’Inps – diventato successivamente di 1.000 euro –  emersa grazie a Giovanna Vitale dalle pagine de La Repubblica,  si è aperta la caccia grossa ai nomi dei cinque deputati, che ora sono su una graticola. 

 

La giornalista di Repubblica che ha aperto il caso dei bonus in Parlamento ha svelato l’appartenenza politica dei cinque: tre sarebbero della Lega, uno del Movimento 5 Stelle e uno di Italia Viva. Ma lo scandalo, uno scandalo di piccolo cabotaggio ma capace di creare scompiglio, quanto basta, nell’estate della politica, non si ferma alle indiscrezioni delle ultime ore: oltre ai cinque sarebbero coinvolti ben duemila politici tra assessori regionali, consiglieri regionali e comunali, governatori e sindaci.
Da quando l’articolo della giornalista è andato in stampa, è stato il panico, si racconta:  telefonate in ogni sede da parte dei parlamentari di ogni appartenenza politica alla ricerca di particolari che consentissero di risalire ai nomi dei colleghi prossimi alla gogna. Indiscrezioni, voci su voci, nella speranza di poter presto gettare veleno contro gli avversari politici e non dover guardare in casa propria. In ogni caso è stata una bella corsa a chi si indigna di più. E paga molto, in questi casi, la visibilità dalla parte giusta: ecco allora c’è chi si dice sgomento, chi si strappa le vesti, chi dice che farà un’interrogazione parlamentare indirizzata al ministero competente.

La stessa Giovanna Vitale, che ha smosso quanto basta per creare la slavina, ora batte il ferro finché e caldo e  su Twitter si è rivolta al presidente della Camera Roberto Fico per individuare quello che sarcasticamente definisce  “eroi” e chiedere loro almeno la restituzione del bonus.

 

Intanto anche negli ambienti istituzionali c’è stato disagio per la fuga di notizie. Tra i primi a parlare il Presidente della Camera, Roberto Fico che ha chiesto senza troppi giri di parole ai deputati “colpevoli” di alzare la mano e farsi avanti, restituire i soldi e dimettersi. Un’ intervento che deve aver creato scompiglio tra i deputati caduti rovinosamente sulla vicenda bonus.

Non poteva mancare il Ministro degli Esteri Luigi di Maio che non ha esitato a definire il comportamento definito «vergognoso» e «inaccettabile», sfidando le cinque persone ad «uscire allo scoperto» per restituire i soldi, chiedere scusa agli italiani e, infine, dimettersi. Gli fanno eco Pd, Forza Italia e Fratelli d’Italia, uniti nel chiedere la verità e le dimissioni dei colpevoli, con Giorgia Meloni che ha avuto gioco facile nell’accusare l’Esecutivo  di incompetenza per non aver previsto alcun tetto di fatturato e di reddito per il bonus.

Picchia duro anche il leader della Lega, Matteo Salvini, che chiede le dimissioni di tutti, dai 5 deputati beneficiari e, sulla stessa linea della Meloni, anche le dimissioni dei membri del governo che ha predisposto il bonus con i decreti Cura Italia e Rilancio -, all’Inps che lo ha erogato e «che non ha ancora pagato la cassa integrazione a migliaia di lavoratori». Per il deputato leghista Claudio Borghi invece,  la colpa è soltanto del governo che ha predisposto il bonus e «non di certo di chi ha usato la legge per come era scritta». Così ha scritto su Twitter.

https://www.facebook.com/LuigiDiMaio/photos/a.564591480244069/3251837548186102/?type=3&theater

I nomi dei politici rimangono coperti dalla legge sulla privacy. È la struttura antifrode dell’Inps – Direzione centrale Antifrode, Anticorruzione e Trasparenza –  ad essersene accorta e ad aver fatto la segnalazione ben intercettata dalla giornalista di Repubblica. Domani sarà una giornata non facile per certi uffici dell’ente che si prevedono subissati di domande per sapere i nomi dei responsabili.  Certo non ci sarà da aspettarsi alcuna comunicazione ufficiale. Piuttosto uno stillicidio di mezze verità e indiscrezioni più o  meno tendenziose, sempre che i cinque parlamentari coinvolti non decidano di venire allo scoperto e rinunciare al bonus che tuttavia, ricordiamo, avrebbero diritto di tenersi. Una notte difficile, per loro. Chissà se per 600 euro ne è valsa davvero la pena.

Fonte: Giovanna Vitale Twittier , Luigi Di Maio FB

Impostazioni privacy