Coronavirus, cinque deputati hanno chiesto ed ottenuto il bonus destinato alle partite iva

Una vicenda sconcertante che riguarda cinque parlamentari italiani. A rivelarlo è Repubblica: nulla si sa dei nomi e dell’appartenenza politica al momento, ma è ben chiaro il fatto. I politici in questione avrebbero votato il provvedimento a sostegno delle partite iva, salvo poi usufruirne, come se gli emolumenti conseguenti il loro status di parlamentari non fossero sufficienti.

Alcuni parlamentari hanno devoluto in beneficenza la parte di retribuzione loro spettante durante il periodo di Lockdown. Ma non tutti hanno sentito l’esigenza di farlo. Altri hanno fatto anche peggio. Hanno chiesto ed ottenuto altro. Evidentemente lo stipendio netto da 12.439 euro non era sufficiente. Lo volevano arrotondare con il bonus che il Governo, in piena emergenza Covid, ha introdotto per le partite Iva che a marzo e aprile si sono trovate in estrema difficoltà proprio a causa lockdown decretato dall’Esecutivo, Cinque deputati della Repubblica italiana hanno fatto domanda e ottenuto all’Inps per ottenere il bonus di 600 euro, successivamente portato a mille, stanziato dal Governo tra le misure anti-Covid.
L’istituto non diffonde i nomi delle persone conivolte, per motivi di privacy.
A scoprire l’iniziativa  – che, al di là delle considerazioni sull’opportunità non è illegale – è stata la Direzione centrale Antifrode, Anticorruzione e Trasparenza dell’istituto previdenziale, scrive Repubblica.  L’Ufficio avrebbe individuato tra i beneficiari anche un “noto conduttore tv“. Una vicenda grave e sconcertante. Certamente tra i molti a fare domanda e ad ottenerla ci sono persone senza requisiti o la cui situazione economica era meno grave rispetta a quella di molti connazionali. Ma una scelta simile, per chi siede in Parlamento, è sconcertante. Per cinque deputati – che certamente non stanno trascorrendo ore tranquille – c’è anche l’ombra del conflitto di interessi ed il motivo è intuibile:  hanno con tutta probabilità loro stessi approvato lo scostamento di Bilancio per finanziare le misure di sostegno e poco dopo provvedevano a fare richiesta del bonus da loro stessi votato. Una tentazione irresistibile, nonostante la retribuzione – per molti aspetti spropositata – e gli svariati benefit di cui godono: tra questi i trasporti gratis, 3mila euro per le spese telefoniche e l’assistenza sanitaria-

I 600 euro, previsti dai decreti Cura Italia e Rilancio, erano pensati per prevenire e soccorrere situazioni di particolare difficoltà quando non di indigenza, e destinati alle partite Iva e ad alcune categorie di lavoratori autonomi. A causa dell’emergenza dai decreti non sono stati previsti paletti né un reddito massimo da dimostrare per poter accedere al sostegno. Non che l’acquisizione del beneficio fosse semplice: molti sono stati gli esclusi per cavilli e intoppi burocratici. E tante anche le persone che, pur avendo diritto all’indennità, hanno scelto di non riceverla in considerazione della propria situazione patrimoniale. Non è stato così per i cinque parlamentari. Tuttavia la scelta, deplorevole quanto si vuole, mpm rappresenta di per sè un illecito. A ribadirlo è Enrico Mentana su FB

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Fonte: Repubblica, Enrico Mentana FB

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