Gli esperti richiesero una zona rossa in Val Seriana, ma il Governo non li ascoltò

Pubblicato lo stralcio del verbale del il 3 marzo 2020, dove il Comitato Tecnico-Scientifico auspicava interventi da parte del Governo per l’istituzione di una zona rossa per i Comuni di Nembro ed Alzano Lombardo. Invito rimasto inascoltato: dopo pochi scatterà il lockdown nazionale. 

Mancata zona rossa Val Seriana: il Cts chiede al Governo di intervenire il 3 marzo - Leggilo.org

Il Governo – dopo la sentenza del Tar nata dal ricorso della Fondazione Einaudi – ha pubblicato i verbali, in precedenza segretati, del Comitato Tecnico-Scientifico durante il periodo di emergenza Covid. Si era immediatamente notata l’assenza dei verbali relativi alla situazione della Val Seriana, in provincia di Bergamo, che sarebbe divenuta uno dei peggiori focolai d’Europa. Verbali importantissimi anche per l’indagine della Procura di Bergamo che sta indagando proprio sulla mancata zona rossa dei Comuni di Nembro ed Alzano Lombardo e che, a tal proposito, ha già ascoltato in qualità di testimoni il Premier Giuseppe Conte, il Ministro della Salute Roberto Speranza, il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, oltre al Governatore lombardo Attilio Fontana e l’Assessore al Welfare Giulio Gallera. Da mese infatti Regione e Governo si rimpallano la responsabilità sul mancato intervento che avrebbe forse potuto evitare un così devastante epilogo.

Dai verbali pubblicati abbiamo potuto appurare che il Comitato Tecnico-Scientifico consigliò al Premier Conte chiusure differenziate, mentre il Capo del Governo decise – due giorni dopo – una chiusura su scala nazionale. Oggi sappiamo che lo stesso Cts auspicò un intervento di restrizione nei Comuni di Nembro ed Alzano Lombardo già ad inizio marzo. Lo si evince dal verbale numero 16 datato 3 marzo 2020 – come spiega L’Eco di Bergamo – in cui gli esperti scrivono: “Il Comitato propone di adottare le opportune misure restrittive al fine di limitare la diffusione dell’infezione nelle aree contigue”. La valutazione è ben spiegata nel documento: i due Comuni, rispettivamente di 13.639 e 11.522 abitanti, sono molto vicini al capoluogo Bergamo in cui molti si recano per motivi di lavoro o di svago. In più, continua il Comitato – che aveva già intravisto la pericolosità del focolaio – i contagi, che allora arrivavano a 20 persone per ogni Comune: “con molta probabilità sono ascrivibili ad un’unica catena di trasmissione. Ne risulta, pertanto, che l’R0 è sicuramente superiore a 1”.

Come aggiunge Repubblica, inizialmente il verbale sembrava aver scosso il Governo il quale, dopo un confronto con Regione Lombardia, Istituto Superiore della Sanità e Protezione Civile, aveva disposto l’invio di circa 250 uomini delle Forze dell’Ordine in Val Seriana, proprio in una prospettiva di chiusura dei due Comuni. Era il 5 marzo e i militari – che nel frattempo si erano sistemati in alcuni alberghi dei Comuni confinanti – erano ormai pronti ad intervenire. Ma l’ordine non arrivò mai. Pochi giorni dopo il Premier Conte firmerà il Dpcm che adotterà misure di restrizione su tutto il territorio nazionale.

Fonte: L’Eco di Bergamo, Repubblica

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