Gerardo Ventrella: voleva salvare il figlio, finisce per drogarsi insieme a lui. E il figlio muore

Lo scrittore Gerardo Ventrella è stato ricoverato in seguito ad un overdose di cocaina e cannabis unite ad alcool. Il figlio Samuele non ce l’ha fatta ed è deceduto a soli 25 anni.

 

Poteva essere una bella vacanza quella che si apprestava a vivere Gerardo Ventrella, 53enne torinese, insieme al figlio Samuele di 25 anni al Lido di Camaiore. E, invece, è finita in tragedia. In seguito ad un overdose di cocaina e cannabis – riporta il Corriere della Sera – Samuele è andato in arresto cardiaco e, nonostante i tentativi di rianimazione dei volontari del 118, è deceduto poco dopo il ricovero in ospedale. Ma il ragazzo non è stato l’unico ad essersela vista brutta. Anche Gerardo che, con ogni probabilità, ha assunto sostanze stupefacenti insieme al figlio, si è sentito male. Dopo essere stato soccorso fuori da una sala bingo è stato portato all’ospedale Versilia dove ora si trova intubato e in prognosi riservata.  Le prime analisi eseguite sia sul padre sia sul figlio, hanno confermato la presenza di droga e alcol nel sangue.

L’uomo nel 2007, quando il figlio Samuele era ancora poco più che un bambino, gli aveva dedicato un libro dal titolo “Il mio quartiere” per metterlo davanti a quella che è la realtà della droga, realtà in cui lui era precipitato. Il padre voleva spronare il figlio a prendere una strada diversa dalla sua e scriveva: “Vivi fino in fondo la tua vita ma non farti trascinare da un baratro dal quale non riuscirai ad emergere”. Nelle pagine del suo libro che era una sorta di autobiografia, Ventrella raccontava la sua storia di ragazzo cresciuto solo dalla madre, con altri 7 fratelli, nella periferia di Torino, nel quartiere Mirafiori Sud: “Nelle strade del mio quartiere ho imparato tre cose: c’è sempre una vittima, cerca di non essere tu e non essere mai un infame”. Gerardo credeva di essere uscito da quell’incubo e negli ultimi anni sembrava che avesse davvero cambiato vita. Da qualche anno – riferisce La Stampa – si era trasferito a Barbania, nel Torinese, con tutta la famiglia e lì aveva dato vita ad un’associazione dove ospitava chi era in difficoltà, chi aveva problemi di tossicodipendenza. Poi, un paio di anni fa, dopo la separazione dalla moglie si era trasferito in Toscana dove diceva di occuparsi di ragazzi disabili. Samuele, invece, era rimasto a Barbania. Aveva raggiunto il padre venerdì sera a Lido di Camaiore per trascorrere insieme qualche giorno. Ora la Procura ha avviato un’indagine e gli investigatori stanno cercando di ricostruire gli ultimi spostamenti di Gerardo e Samuele per capire dove si sono procurati la droga.

Samanta Airoldi

Fonte: Corriere della Sera, La Stampa

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