Proroga stato d’emergenza. “Non è autoritarismo”, dice Conte. Ma i giuristi non sono d’accordo

La decisione di Giuseppe Conte di prorogare fino al prossimo autunno lo stato d’emergenza è stata appoggiata dal Senato. Ma non dai giuristi.

Prorogare lo stato d’emergenza fino al 31 ottobre. L’intenzione di Giuseppe Conte era quasi palese nelle parole del Ministro della Salute Roberto Speranza, pronunciate a Radio24.  “I mesi difficili sono alle spalle, ma il virus purtroppo continua a circolare. Mi piacerebbe dire che è tutto finito, ma direi una cosa non vera. Siamo fuori dalla tempesta, ma non ancora in un porto sicuro“, ha detto Speranza, affermando senza dubbio che è ancora indispensabile tenere alta la guardia. Eppure, la decisione ha creato non pochi mal di pancia all’interno della maggioranza stessa, scrive l‘HuffPost, tanto che a Palazzo Chigi si sarebbero susseguite nelle scorse ore telefonate e richieste di rassicurazioni.

Stefano Ceccanti, capogruppo dei Dem nella prima Commissione a Montecitorio, oltre che noto costituzionalista,ha affermato l’urgenza di dover definire un arco temporale per ciascuna limitazione dei diritti. Vanno poi precisati i limiti territoriali; garantito lo svolgimento in sicurezza delle elezioni già indette con misure precise per i seggi; assicurata un’informazione costante al Parlamento, che di volta in volta dovrà decidere come procedere. Anche tra i giuristi ci sono molti dubbi di costituzionalità, informa Repubblica. Gaetano Azzariti, giurista e politico, si dice scettico al riguardo. Lo stato d’emergenza, infatti, era giusto e giustificato nell’immediatezza dell’esplosione del Covid. “Ma adesso dovremmo tornare a utilizzare gli ordinari strumenti che il nostro ordinamento costituzionale prevede, come il decreto legge”, afferma. Inoltre, dal PD un altro dubbio: all’estero la disposizione sarebbe letta come un’ammissione che il nostro paese sta attraversando ancora una fase critica. Ma a dare ragione a Giuseppe Conte c’è il Senato: tre mesi di proroga sono considerati del tutto indispensabili per affrontare la sfida che il Covid ancora ci pone davanti.

A supportare Giuseppe Conte nella decisione, c’è anche la valutazione del Comitato tecnico scientifico, pubblicato in una nota dell’Avvocatura dello Stato. Ci sono, a detta degli esperti, “oggettive condizioni per mantenere le misure contenitive e precauzionali”. Infatti, strumenti più agili e rapidamente attivabili permetterebbero di affrontare adeguatamente situazioni critiche che dovessero venire a configurarsi. “Lo stato d’emergenza è previsto da una norma di rango primario, il codice della protezione civile. Non deve apparire fuor d’opera che si debba prorogare lo stato d’emergenza”, ha detto Conte in Senato prevedendo, forse, le critiche che si sarebbero susseguite alla sua decisione. Idea ribadita in questo momento alla Camera, dove si sta svolgendo l’informativa.

“La proroga, se si epura la discussione da posizioni ideologiche, è una scelta inevitabile, per certi aspetti obbligata, fondata su valutazioni squisitamente tecniche”, le parole di Conte riportate dall’Ansa. Quindi, nessun uso strumentale ma scelte derivanti da  istanze organizzative, operative: “non si vuole assumere un atteggiamento liberticida, reprimere il dissenso o ridurre la popolazione in uno stato di soggezione”, ha proseguito il Premier. in Aula chiamando in causa chi, sui social, grida alla dittatura convinto che prorogare lo stato d’emergenza significhi rinnovare il lockdown dal primo agosto. Bisogna quindi mantenere un livello di guardia, ma non ci sarebbe nessuna intenzione di drammatizzare, né di alimentare paure ingiustificate nella popolazione, né di introdurre nuove misure restrittive. “La scelta di prorogare lo stato di emergenza non è affatto riconducibile alla volontà di voler creare una ingiustificata situazione di allarme“, ha detto Conte.

Fonte: Ansa, Repubblica, HuffPost, Radio24

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