Europa, Conte si sta giocando tutto: la Maggioranza pronta a voltargli le spalle in caso di sconfitta

L’ottimismo del Premier per quella che sembrava, sin dall’inzio, un partita in salita ha indispettito i partiti di Maggioranza. Se il Conte dovesse fallire, pronti a contattare l’ex Capo della Bce Draghi. 

Il Premier Conte si gioca tutto: Maggioranza pronta a sostituirla in caso di sconfitta - Leggilo.org

 

Con la trattativa europea sul Next Generation Eu in fase di stallo che stenta a decollare – anzi, ulteriori passi indietro sono stati fatti nella giornata di ieri – si apre come una voragine, poco a poco, la crisi nella Maggioranza del Premier Giuseppe Conte. Il Capo dell’Esecutivo, che ha inserito i fondi destinati all’Italia del Recovery Fund da 750 miliardi di euro proposto dal Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen per gli investimenti del Piano di Rilancio e Decreto Semplificazioni. Il Premier, dunque, si gioca tutto e tutti sembrano nell’Esecutivo sostenerlo. Ma se andrà male – e l’ipotesi è oltremodo realistica –  avrà perso l’avvocato foggiano, se andrà bene sarà stato un gran colpo del Governo giallo-rosso. In molti nel Governo, dal Segretario Dem Nicola Zingaretti al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio fino all’amico/nemico Senatore Matteo Renzi sono in molti pronti a prendere la palla al balzo per mettere alla porta Conte.

Al Premier – come spiega Quotidiano – vengono attribuite letture e comunicazioni troppo superficiali che avrebbero compromesso sia l’andamento del Consiglio Europeo sia la fiducia nell’Esecutivo. Che i nervi siano tesi a Bruxelles lo si evince anche dall’uscita, fuori dai soliti canoni aplomb del Premier, che si è rivolto al Primo Ministro – e principale oppositore al Recovery – olandese Mark Rutte con queste parole: “Sarai chiamato a rispondere pubblicamente davanti a tutti i cittadini europei per avere compromesso una adeguata ed efficace reazione europea”. In altre parole, per Conte, se il mercato reagirà in maniera negativa al mancato accordo, o ad una mancata risposta efficace, sarà Rutte a doverne rispondere. Ma sarebbe il solo? Non proprio. Perchè Conte sa benissimo che si sta giocando tutto: tornare a Roma senza un accordo soddisfacente, senza fondi, o peggio accettando le riforme imposte sui piani di rientro del debito sarà considerata una sconfitta clamorosa. Il peggio, per tutti, è che tra queste tre opzioni si cela la definitiva risposta dell’Ue alla crisi.

Si è paventato con l’aiuto del Primo Ministro spagnolo Pedro Sanchez – altro protagonista che senza il Recovery rischia di trovarsi alle urne entro pochi mesi – di far slittare tutto a settembre, ma in quel caso il problema cambierebbe soltanto rotta verso i pacchetti collegati al Recovery, in particolar modo per il Mes. Come scrive Il Corriere della Sera, a Palazzo Chigi sono convinti che alla fine della giostra non ci sarà bisogno del Fondo di Stabilità. Eppure, da Via del Nazareno, si spinge verso un compromesso che possa garantire quei 37 miliardi utilizzabili soltanto per la Sanità previsti dal Mes, specie se – come prevedibile – verrà rivista al ribasso la cifra totale del Recovery. Italia Viva accusa il Premier di aver scelto la parte sbagliata della barricata, difendendo a spada tratta la posizione grillina di intransigenza: sarebbe stato meglio, fanno sapere da fonti renziane convincere il Movimento sul Mes piuttosto che andare a battagliare a Bruxelles senza un piano B.

Conte è divenuto ormai una figura ingombrante per i partiti della Maggioranza: il PD teme che possa correre da solo rosicchiando voti, mentre i 5 Stelle temono che una sua ipotetica lista possa estrometterli dal terzo polo. Con i renziani lo scontro è aperto da sempre, mentre Matteo Renzi sogna sempre il gran ritorno a Palazzo Chigi. Quali alternative dunque? Il nome più gettonato è quello dell’ex Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi. E se le cose a Bruxelles dovesse addirittura mettersi peggio del previsto, Draghi, non diverrebbe soltanto un’opzione, ma quasi una necessità per mantenere in vita il Governo.  Il nome è gradito dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e persino i 5 Stelle hanno fatto cadere il loro veto sull’ex numero uno della Bce. Inoltre avrebbe l’avallo delle istituzioni europee. Ora è il tempo del sostegno a mezzo stampa al Premier Conte, ma nel retro si lavora per una sua eventuale caduta, di cui, sarò egli stesso responsabile. In effetti i moniti ottimistici delle settimane scorse del Capo del Governo sembravano già allora fuori luogo. Era chiaro sin dal principio che la partita sul Recovery sarebbe stata in salita, ma il Premier ha preferito parlare di “Accordi vicini”. Parole che probabilmente hanno indispettito i suoi competitors a Bruxelles. E sbagliato è stato anche l’abbraccio mortale alla Cancelliera Angela Merkel, giudicata improvvisamente salvatrice dei Paesi più esposti alle tempeste dei mercati. Come cambiano i tempi.

 

Fonte: Quotidiano, Il Corriere della Sera

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