Gli effetti del lockdown: il crollo è inevitabile. La quarantena ha fatto più danno del previsto

Secondo le più recenti stime della Commissione europea, nel 2020 il Pil dell’Italia avrà un crollo addirittura superiore a quello della Spagna.

Se in termini sanitari l’Italia sta, lentamente, risalendo la china, ben diversa appare la situazione economica. Secondo le ultime previsioni della Commissione Europea  – riferisce la Repubblica – nel 2020 il Pil dell’Italia subirà un crollo dell’11,2% prima di risalire di appena il  6,1% nel 2021. Previsioni ancora peggiori di quelle inizialmente diffuse dal Fondo Monetario Internazionale. Tra i Paesi che assorbiranno peggio il colpo inflitto dal lockdown troviamo anche la Francia di Emmanuel Macron  che – secondo i calcoli europei – chiuderà a-10,6%, la Spagna che vedrà una decrescita pari al 10,9% e la Grecia con un-9,7%. Italia, dunque, fanalino di coda in Europa, addirittura dietro alla Spagna.Se la passa meglio la Germania che subisce comunque un calo del 6,3% sul Pil nazionale.

Il presidente della Commissione Europea Valdis Dombrovskis ha commentato: “Le misure di quarantena hanno causato perdite ancora più gravi del previsto” Navighiamo in acque tempestose e temo una nuova ondata di contagi a settembre”. Eppure, il Commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni non sembra così pessimista riguardo la situazione attuale – riporta Il Sole 24 Ore – mostrando fiducia nella solidità dell’Unione Europea. Ha asserito infatti: “La risposta politica in Europa ha attenuato l’impatto del lockdown sui cittadini . Proprio per questo è importante raggiungere un accordo per il risanamento con la Commissione Europea al prossimo vertice di luglio”.

Ad influire sul crollo del Pil italiano è soprattutto la drammatica situazione del settore terziario:sei alberghi e ristoranti su dieci rischiano di chiudere, per un totale di 800.000 posti di lavoro a rischio. A questi si aggiungono il 61,5% delle aziende legate al mondo dello sport che si definiscono a rischio chiusura rischiando di mettere alla porta altri 700.000 dipendenti. Già 40 persone, dall’inizio del 2020, si sono tolte la vita: 25 solo durante i mesi di lockdown.

Dal punto di vista dei consumi, l’Istat segnala una timida ripresa in alcuni settori come quello della vendita di beni non alimentari, che ha ripreso il 66,3% dei profitti dalla fine del lockdown. Dati che sulla carta possono apparire confortanti ma che – riporta Fanpage – non devono illuderci. La ripresa infatti è troppo lenta e sta lasciando indietro i ceti meno abbienti: quattro italiani su dieci lamentano ancora difficoltà nel pagare il mutuo e un’azienda su tre rischia di chiudere. Inoltre, molti cittadini che sono riusciti a mettere da parte dei soldi in questi mesi rischiano di perdere i propri risparmi nel giro di pochi mesi per far fronte all’emergenza economica. Un crollo finanziario simile nel nostro Paese non si è visto nemmeno dopo la crisi della banca Lehman Brothers del 2009.  A tutto ciò si aggiunge la spada di Damocle del blocco dei licenziamenti che prima o poi dovrà essere revocato costando il posto a milioni di lavoratori. E tra di loro potrebbero esserci anche alcuni dei due milioni di italiani che non hanno ancora ricevuto tutti i soldi previsti dalla Cassa Integrazione.

Fonte: Repubblica, Il Sole 24 Ore, Fanpage

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