Evasione fiscale: durante il lockdown è scesa del 25%

Durante il periodo di lockdown imposto dall’emergenza Coronavirus, è scesa di circa il 25% l’evasione fiscale in Italia.

evasione fiscale scesa durante lockdown

In tre mesi di quarantena e chiusura forzata di quasi tutti i servizi l’evasione fiscale in Italia è calata del 25% – riferisce Adnkronos. E’ una stima dell’Ufficio della Cgia di Mestre (associazione artigiani e piccole imprese) a riportare i  dati. Ogni anno, mancano circa 110 miliardi di Euro nelle casse dello Stato. Miliardi di Euro che potrebbero essere recuperati ed indirizzati verso chi ne ha più bisogno, come ad esempio i tanti italiani che non hanno ricevuto la cassa integrazione durante il periodo di quarantena che ha bloccato il loro lavoro. In seguito al lockdown però – in base ai dati emersi dallo studio – possiamo sottrarre 27,5 miliardi di Euro da questo salato conto. L’analisi è stata elaborata anche per stabilire se ad evadere le tasse sono  soltanto i commercianti – come sembra pensare gran parte dell’opinione pubblica – o se a non pagare sono anche altre categorie di lavoratori. “Non è da escludere che la crisi economica a cui stiamo andando incontro porterà ad un inasprimento della lotta all’evasione fiscale” dice Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi  

Ma concretamente, quanti danni porta l’evasione fiscale al nostro paese? Cosa si potrebbe fare con 110 miliardi di Euro in più all’anno? La risposta – riferisce Il Corriere della Sera – è molto chiara: il costo dei vari servizi nel nostro paese ogni anno (istruzione, sanità, difesa e via dicendo) ammonta a 335 miliardi di Euro. Con oltre 100 miliardi in più si potrebbero aumentare gli stipendi degli insegnanti e del personale sanitario che ha protestato proprio in questi giorni per una retribuzione non proporzionata al lavoro massacrante condotto durante la pandemia. Si potrebbe migliorare la connessione a banda larga nel Paese, si potrebbero potenziare i servizi per i cittadini che utilizzano i mezzi pubblici e per gli anziani che necessitano di assistenza. Chi evade non contribuisce alle spese della sanità che vanno dai 120 Euro necessari per un trasporto in ambulanza ai 90.000 Euro che servono per un anno di cure contro il cancro. Non paga nemmeno l’istruzione obbligatoria, il cui costo annuale ammonta a circa 63 miliardi di Euro. C’è perfino chi dichiara di abitare in una casa più piccola per pagare meno le tasse sulla raccolta dei rifiuti, servizio che costa 1,3 miliardi l’anno.

Una piaga sociale, quella dell’evasione fiscale, che viene però esasperata a causa di una pressione fiscale elevatissima: l’Italia, infatti, è il secondo Paese in Europa per carico fiscale sulle aziende pari al 59.1%. Più severa di noi solo la Francia con il 60.7%: “La pressione fiscale in Italia è improponibile e la burocrazia che gestisce tutto tra le peggior in Europa”-  afferma Renato Mason, segretario della Cgia “Se il fisco riducesse le imposte, moltissimi evasori marginali si metterebbero in regola”. Un circolo vizioso dunque: tasse che crescono di pari passo con il numero degli evasori.

Fonte: Adnkronos, Corriere della Sera

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