Sono 835 milioni le ore di cassa integrazione dopo due mesi di Lockdown ma Conte dice no al Mes

Il Premier, dopo la lunga giornata a Montecitorio e a Palazzo Madama, è sicuro di aver rafforzato il suo Esecutivo. Restano i ritardi nei pagamenti, mentre si cerca di far passare in Europa la proposta di Parigi e Berlino sul Recovery Fund.

Conte blinda il Governo e rilancia: "Pagamenti di aprile in arrivo. Europa? Mes non serve, sì a Recovery" - Leggilo.org

Quella che volge a termine è stata una settimana durissima per il Governo: le mozioni di sfiducia schivate dal Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, grazie ad un’estenuante trattativa con Matteo Renzi e i suoi, la proposta franco-tedesca sul Recovery Fund e il passaggio in Aula sotto il fuoco dell’Opposizione. Ma la crisi che s’ intravede all’orizzonte rischia di essere più devastante della recessione del 2009. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è preoccupato dalle continue tensioni sociali che si registrano nel Paese. I ritardi accumulati dall’Esecutivo sui pagamenti sia ai lavoratori dipendenti e possessori di partite Iva che alle imprese, rischia di destabilizzare una realtà che deve già fare i conti con i 2 mesi di lockdown. Come spiega la Repubblica, stando ai dati Inps, sono 835 milioni le ore di cassa integrazione richieste sino ad oggi – sui livelli dell’ultima crisi economica -, che testimoniano i danni al settore produttivo causati dalla pandemia da Covid-19, che ha colpito le zone più fruttuose del Paese, Lombardia e Veneto su tutti.

Alla fine del mese di aprile, il Premier Conte ha dovuto pubblicamente chiedere scusa per i ritardi dei pagamenti e per una macchina burocratica  che ha lasciato milioni di italiani a stringere la cinghia sino all’inverosimile. All’interno del Decreto Rilancio è previsto l’anticipo del 40% da parte dell’Inps della Cig  entro 14 giorni dalla domanda dei datori di lavoro. Ma chi ha utilizzato la cassa integrazione in deroga dall’inizio della pandemia ha una copertura prevista sino a metà giugno. Mentre vige il divieto tassativo – per chi usufruisce del contributo – di licenziare sino al 17 agosto. E mentre – ha assicurato il Premier – sono in partenza in questa settimana i bonus di 600 euro del mese di aprile, già arrivati a 1,4 milioni di lavoratori, il Governo ha allargato la platea dei beneficiari, includendo colf, badanti e altri lavoratori del settore stagionale. Il programma della Maggioranza – che ha messo in cima agli obiettivi i punti del piano targato Matteo Renzi, un progetto di investimenti pubblici e copertura a garanzia di progetti privati, incoraggiati da norme più snelle sugli appalti pubblici. Ma sarà necessario intervenire anche sul regime fiscale – fanno sapere dagli uffici di Italia Viva – mentre il Premier cerca di rassicurare tutti: “L’impegno del governo per garantire la salvaguardia dei posti di lavoro è massimo”. L’opposizione ha già iniziato a picconare, con il leader della Lega Matteo Salvini che ha chiesto in Senato dove siano state stanziate le risorse per la cassa integrazione e quale sia l’approccio dell’Esecutivo nei confronti del sistema bancario che tarda all’erogazione dei prestiti pur essendo questi coperti dalla garanzia di Stato: “Chi paga la Cig? Caro presidente del Consiglio su questo vogliamo delle risposte. Se lei Conte si affida al buon cuore delle banche, allora siamo su un altro pianeta”.

Il piano che si sta delineando in queste ultime ore verte, principalmente, sulla buona conclusione della trattativa sui banchi di Bruxelles. Come spiega il Il Corriere della Sera, la proposta lanciata dal Presidente francese Emmanuel Macron e dalla Cancelliera Angela Merkel di un Recovery Fund da 500 miliardi di euro a fondo perduto garantito dal bilancio della Commissione Ue, potrebbe evitare al Premier Conte di andare allo scontro diretto in Consiglio dei Ministri. Un piano del genere potrebbe accantonare la questione Mes – e l’ostruzionismo in Ue del Movimento 5 Stelle – facendo ritrovare al Capo del Governo un’unità fondamentale per attraversare indenni la burrasca dei prossimi mesi. Spiega Conte: “Il Mes non è il mio obiettivo anche per una questione di consistenza, al di là delle condizionalità e delle sensibilità politiche interne. Non è una soluzione. E’ un prestito, se si può evitare è meglio”. E mentre si spera che il Presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen metta sul tavolo per il prossimo Eurogruppo, previsto il 27 maggio, una proposta che possa superare anche le diffidenze degli Stati del Nord, Conte chiede il sostegno dell’opposizione: “Vi è il dovere di dialogare. Sta alle Opposizioni attivarsi perché questo dialogo sia costruttivo”. Ma la coesione all’interno della Maggioranza – dopo quello che è sembrato a tutti gli effetti un ricatto politico da parte di Iv – può tenere in futuro? Conte è sicuro – o forse sperante – di sì: “Adesso si può progettare un percorso comune per quanto riguarda i temi. Questo governo è nato con una anomalia, tra virgolette, ma IV non otterrà poltrone, ma un pieno riconoscimento politico sui temi”. 

 

Fonte: Repubblica, Il Corriere della Sera

 

 

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