Coronavirus, 840 mila euro per ogni paziente: propaganda, sprechi e inefficienze a Milano

Calciatori, artisti, politici. Donazioni di milioni di Euro per combattere il Coronavirus sono arrivate da diversi personaggi in vista. Ma la crisi del sistema sanitario continua ad essere un problema. 

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L’emergenza Coronavirus ha messo a nudo le lacune del sistema sanitario italiano che dal 2009 – riporta Il Fatto Quotidiano – ha perso ben 37 miliardi di euro a causa di tagli e trasferimenti di denaro verso altri settori. Tuttavia, la situazione drammatica vissuta dalla popolazione ha anche risvegliato la solidarietà di tantissime persone che hanno effettuato donazioni per acquistare attrezzature mediche e finanziare la creazione di reparti per la terapia intensiva in tutta Italia, specialmente nelle regioni più colpite come la Lombardia. Tra i tanti che hanno contribuito, spiccano alcuni volti noti – anche esponenti politici – che hanno messo a disposizione parte del loro cospicuo patrimonio al fine di sostenere medici e personale impegnato nella lotta al Covid-19.

L’ex Premier Silvio Berlusconi ha donato dieci milioni di euro, che sono stati utilizzati per comprare attrezzature necessarie all’ospedale provvisorio allestito presso la Fiera di Milano. Una cifra equivalente è stata sborsata da Giovanni Ferrero, presidente dell’omonima compagnia dolciaria italiana e dal direttore della società sportiva Juventus Andrea Agnelli. Le loro donazioni sono andate alla regione Piemonte che ha provveduto ad acquistare attrezzature sanitarie di vario genere. La lista riportata da Money è davvero lunga: altri 10 milioni di euro sono arrivati agli ospedali italiani dagli amministratori del Gruppo Lavazza; mentre Giuseppe Caprotti, patron della catena di supermercati Esselunga ha contribuito alla causa con 3 milioni di Euro. Ma tra i tanti privati a contribuire con donazioni alla battaglia contro il Coronavirus, soprattutto in Lombardia, ci sono anche musicisti, atleti e stilisti. La raccolta fondi più proficua è stata quella lanciata dalla coppia Fedez – Ferragni: il cantante e la fashion blogger hanno raccolto 4 milioni di euro da destinare alla terapia intensiva. Degne di nota anche le donazioni di Giorgio Armani, più di un milione di euro; Donatella Versace, 200.000 Euro; Francesco Totti, Lorenzo Insigne e Zlatan Ibraimovicche hanno messo insieme centinaia di migliaia di euro per comprare mascherine FFP2 e materiale per la terapia intensiva in Lombardia e nel Lazio. Leonardo Bonucci, a marzo, aveva contribuito con una donazione di più di 100mila euro. 

I costi per la gestione dell’emergenza sono enormi: si parla di miliardi di euro che le nostre strutture mediche hanno perso negli anni per varie ragioni, soprattutto a causa dei tagli operati al settore sanitario. Viene dunque da chiedersi quanto queste generose donazioni possano influire davvero per un miglioramento complessivo del sistema. Fanpage riporta il caso del Policlinico di Milano, al centro delle cronache a causa del nubifragio che ha allagato il reparto De Palo, che ospitava cinque pazienti in gravi condizioni. I malati sono stati trasferiti presso l’ospedale istituito alla Fiera. Alcuni membri del personale hanno segnalato gravi lacune negli standard di sicurezza e, in generale, nella gestione dell’emergenza, sostenendo che l’incidente fosse un disastro annunciato da tempo e che il trasferimento dei pazienti – diversamente da quanto è stato dichiarato – è stato invece drammatico: “I ventilatori polmonari potevano bagnarsi con tragiche conseguenze”, dice uno dei testimoni.

Ma la stessa operazione Fiera rischia di passare alla storia come un clamoroso insuccesso. A parlarne è ancora FanPage che riferisce di un esposto presentato da Adl Cobas Lombardia alla Procura di Milano per chiedere di fare accertamenti e valutare eventuali profili di responsabilità in merito alla costruzione dell’ospedale Covid realizzato alla Fiera di Milano  il quale pare “sia costato la modica cifra di 840mila euro” per ogni singolo degente. Una struttura all’avanguardia costata 21 milioni di euro che finora ha ospitato circa 25 pazienti e che presto potrebbe essere chiuso, afferma Antonio Pesenti, primario di Anestesia e rianimazione del Policlinico di Milano e responsabile dell’Unità di crisi della Regione Lombardia per le terapie intensive. L adattamento della Fiera di Milano City ad ospedale sarebbe stato uno spreco enorme di risorse secondo Riccardo Germani, portavoce dell’Associazione, proprio nel momento di maggiore criticità per il Paese. Gli stessi fondi, ha sostenuto Germani sarebbero potuti essere spesi per: “tamponi ai medici e a tutto il personale sanitario, ai pazienti e ai lavoratori delle Rsa, investendo in strutture per la quarantena dei pazienti positivi ma non guariti con lo scopo di evitare focolai domestici e nelle Rsa, per creare squadre di medici e sanitari e intervenire ai primi sintomi a domicilio evitando l’ospedalizzazione e la saturazione degli ospedali“.

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Fonte: Il Fatto Quotidiano, Fanpage, Money

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