Senza lavoro la gente si uccide, ma si fanno tragedie per le persone sui Navigli dice Cacciari

L’operato di Giuseppe Conte è sotto l’occhio di tutti. Il modo di gestire l’emergenza Coronavirus non è piaciuto a molti. Neanche a Massimo Cacciari. 

massimo cacciari coronavirus - Leggilo

Durante l’emergenza Coronavirus, diversi personaggi in vista hanno detto la propria. Medici, virologi, esperti del settore, economisti: ciascuno ha detto una parola sulla situazione critica che stiamo vivendo ormai da mesi. Massimo Cacciari, intervistato da La7, ha ribadito le proprie argomentazioni in un’intervista a Il Giornale:“Questa situazione ha fatto si che in Italia si formasse una forte corrente statalista”, ha esposto il filosofo, convinto che le Regioni italiane dovrebbero poter deliberare le proprie misure a seconda del numero di contagi. “Ci impongono regole stupide: perché non posso recarmi a Perscheria da Milano ma posso spostarmi a Desenzano?”, ha aggiunto l’ex sindaco di Venezia contestando il divieto di spostamenti tra regioni.

Cacciari ha criticato anche Giuseppe Conte e il sindaco di Milano Giuseppe Sala, riferendosi alla sua dura invettiva contro i milanesi che si sono riversati ai Navigli: “Conte è l’incarnazione dello statalismo. Sala? Si calmasse, io abito ai Navigli e non c’era nessuna folla, le foto scattate erano in prospettiva”. Per Massimo Cacciari dunque, staremmo assistendo a un eccessivo paternalismo dello stato che imporrebbe misure non differenziate a tutte le regioni trattando i presidenti delle stesse “come fossero dei pazzi scatenati”. 

Sul tema il filosofo era già  intervenuto parlando HuffingtonPost “Il Governo non è stato ancora capace di articolare un discorso oltre lo state-tutti-a-casa. Io capisco i medici: è il loro mestiere. Il lavoro dei politici, però, è diverso. Dovrebbero disegnare uno scenario” E ha aggiunto: “Un paese non può sopravvivere a lungo se rimane chiuso. È la realtà. Si muore di Coronavirus. Ma senza lavoro mi posso ammazzare. Cosa stiamo aspettando? Che non ci sia più un contagiato? Un morto? Che le rianimazioni siano vuote?”. Per come la vede lui, insomma, l’emergenza non è un brusco stop a cui seguirà una gloriosa ripartenza ma semplicemente un episodio che accelererà i cambiamenti in atto nel mondo e nel nostro paese. Ma quali sarebbero questi mutamenti a cui andiamo incontro? “Sarà la Cina a uscirne più forte: loro hanno in mano parte del debito pubblico americano, non viceversa”, spiega l’ex sindaco di Venezia, che ripensa amaramente al ruolo dell’Europa: “L’Europa è un microbo in questo scenario planetario. Il fatto che nemmeno di fronte a una situazione del genere abbia trovato la forza di reagire in maniera unitaria – dopo l’avvertimento della crisi dei debiti sovrani e dopo l’allarme della crisi migratoria – dimostra che non ha più cervello. L’Europa che si aggrappa alla difesa dell’avanzo commerciale tedesco, oppure all’autonomia di uno stato semi canaglia come l’Olanda, uscirà dalla crisi in una posizione ancora più subalterna, e si candida ad affidarsi alla benevolenza di questo o quell’altro impero“. E sul tema conclude: “Se le cose continueranno ad andare così, sarò costretto anch’io a piangere sulle mie giovanili utopie e metterci una croce sopra“.

Uno scenario decisamente poco incoraggiante quello ipotizzato da Cacciari che ha avuto modo di confrontarsi con la politica europea durante la sua esperienza di Europarlamentare nel 1999. Per finire, il filosofo ha avuto parole dure anche per i veneziani che hanno accolto positivamente la quarantena perché riescono a godersi i paesaggi della città, ormai deserta: “La storia non cambia: Coronavirus o meno, le teste di cazzo ci sono sempre”.

Fonte: IlGiornale, Huffpost, La7

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