Fase 2, dubbi e incertezze: ma Giuseppe Conte si dice orgoglioso di come ha gestito l’emergenza

Inizia oggi la Fase 2, quella di convivenza con il virus. Il Premier Giuseppe Conte cerca di fare chiarezza sui dubbi degli italiani.

giuseppe conte fase 2 - Leggilo

Dopo quasi due mesi di lockdown, sacrifici e unione da parte di tutti i cittadini, oggi l’Italia riparte con la Fase 2. Il nostro Paese è stato sconvolto quando dalla Cina ha cominciato a diffondersi un virus nuovo che nel giro di poche settimane ha sconvolto il mondo. In una conferenza stampa del 26 Aprile, ricorda Repubblica, il Premier ha annunciato la ripresa delle attività e della mobilità all’interno delle proprio regioni a partire dal 4 maggio. “Se ami l’Italia mantieni le distanze“, dice durante la conferenza auspicando ad un comportamento responsabile tenuto da parte di ciascuno di noi. Il decreto in vigore da oggi è molto vasto, e tante sono ancora le restrizioni ma anche le libertà che ci vengono concesse: abbasso dei prezzi per le mascherine, visite concesse per i congiunti, ripresa delle attività d’asporto e delle prime aziende.

In un intervista a la Stampa, dopo una lunga giornata di lavoro a Palazzo Chigi per sistemare le ultime cose in vista della fase 2, il Premier ha cercato di fornire un quadro chiaro e dettagliato della situazione. Il paese continua a essere caratterizzato dalla confusione e dalle paure dei suoi cittadini e ad oggi non si può ancora parlare di una libertà totale e un ritorno alla vita così come l’abbiamo sempre conosciuta. Raccomanda allora il proseguimento delle regole messe in atto fino a questo momento: distanziamento sociale, massima attenzione quando si esce, uso di mascherine e guanti e cautela. “Il virus continua a circolare tra noi, siamo ancora in piena pandemiadice.

Riaperture e Regioni

Durante l’intervista viene fatto notare al Presidente che la popolazione è ancora disorientata ma soprattutto scoraggiata, e anche qui il premier si dichiara vicino a ogni singolo cittadino, comprendendo ogni disagio. Non c’è da temere, dice; lui così come il ministro Speranza sono a conoscenza della situazione e delle difficoltà economiche che si dovranno affrontare, e proprio per questo è stato elaborato un provvedimento soglie-allarme: “Se nei prossimi giorni avremo risultati positivi potremo anche valutare di anticipare alcune riaperture, venendo incontro ad alcune specifiche richieste delle Regioni.” Nonostante ciò, si è arrivati a minacciare un’impugnazione delle ordinanze territoriali, ma il motivo è semplice, spiega il Presidente: bisogna fare un ultimo sforzo, tirare ancora un po’ la corda e rimanere uniti in questo momento forse più critico dell’inizio della pandemia: “Il nostro obiettivo è quello di essere tutti al servizio di un piano organizzato su presupposti scientifici. Quanto all’impugnazione delle ordinanze territoriali, la riserviamo solo ai casi di estrema necessità“.

Le accuse di Renzi

Dopo le accuse pubbliche di Matteo Renzi, che tacciava il Presidente di calpestare la Costituzione, decidendo e limitando la libertà dei cittadini con la scusa della salute, arriva la risposta di Conte: “Sono fortemente convinto che un sistema come il nostro non abbia affatto bisogno di investiture messianiche, né di uomini investiti di pieni poteri. Più semplicemente ha bisogno di persone che abbiano cultura istituzionale e senso di responsabilità, consapevoli di dover agire per il bene comune”, afferma dicendo di essere orgoglio di come ha gestito la situazione. Sarebbero state rispettate nel miglior modo possibile le prerogative individuali, e le misure sarebbero state di volta in volta regolate dal Parlamento, per la salvaguardia del paese.

Infine, risponde alla questione scienziati mossa negli ultimi giorni, secondo cui sarebbero loro a decidere le sorti del paese e assumendo così una responsabilità politica ma nega le accuse, ritenendole infondate, sostenendo di non aver mai delegato decisioni politiche agli scienziati, ma di essersi certamente avvalso delle loro opinioni tecniche.

Mascherine e tamponi per tutti

“Arcuri sta svolgendo un ottimo lavoro. Al momento le Regioni hanno in deposito 47 milioni di mascherine. Da lunedì saremo in grado di distribuirne 12 milioni al giorno, da giugno 18 milioni, da agosto 24 milioni.” Il prezzo sarà inoltre calamitato a 50 centesimi, eliminando del tutto l’Iva. Continua poi chiarendo la situazione dei tamponi, che ad oggi sono 2,7 milioni quelli inviati alle Regioni. Ma non finisce qui: “Nei prossimi due mesi le riforniremo con altri 5 milioni. Dalla prossima settimana inizieremo a fare i test sierologici, su un campione di 150 mila cittadini selezionati da Istat e Inail. A questi vanno aggiunti quelli che le Regioni stanno già facendo”. Quanto all’economia, fino ad ora il Governo ha stanziato 36 miliardi di euro per sostenere i lavoratori e 40 per le imprese, a cui si aggiungono le azioni per attivare moratorie su mutui e prestiti e per porre garanzie sulla liquidità a beneficio delle aziende. Quello appena trascorso è stato un 1 maggio triste, come mai si era visto prima: caratterizzato dagli italiani chiusi in casa e disoccupati. Il Coronavirus è arrivato prepotentemente nelle nostre vite e si è infiltrato in una delle feste che sentiamo più nostre, per il diritto che siamo in dovere di rivendicare.

Stando a quanto riferito dal Premier, si provvederà con il rinnovo automatico della cassa integrazione e del bonus da 600 euro, che andrà anche agli stagionali del turismo e degli stabilimenti balneari, ai collaboratori sportivi, ai lavoratori in somministrazione, a colf e badanti che hanno visto ridursi l’orario di lavoro. Congedo straordinario e il voucher babysitting ai genitori che lavorano, insieme a varie altre misure di protezione sociale. Ma bonus e prestiti sono in netto ritardo, aggravando così le situazioni economiche di ogni individuo, e Conte si dice consapevole di questa situazione: verrà adottato un meccanismo accelerato, comunica: “Alcune erogazioni avverranno sulla base dell’anagrafica già acquisita con il precedente decreto “Cura Italia”: queste somme verranno erogate tramite un semplice click dei sistemi informatici.”

Dare risposte

E’ il tempo di riprogrammare una ripresa del paese ma, soprattutto, di dare certezze e rassicurazioni a coloro che sono stati più colpiti da questa crisi: gli italiani. “Ora ci aspettano mesi difficili: la stabilità e la coesione del governo sono valori che rafforzano l’immagine del Paese anche nei negoziati con l’Ue”. L’intervista con la Stampa si conclude con una domanda proiettata al futuro, circa le decisioni politiche del Premier una volta terminata la pandemia: “In questo momento sono concentrato solo sul futuro del Paese, ci sono tante risposte che i cittadini attendono dal Governo. Il mio futuro adesso non conta”

Simona Contaldi

Fonte: Repubblica, La Stampa

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