Coronavirus, 433 morti nelle ultime 24 ore: “La nostra speranza sono gli anticorpi”

L’epidemiologo Pier Luigi Lopalco dichiara che se, almeno il 60% della popolazione ha sviluppato gli anticorpi al Coronavirus, allora forse non ci sara una seconda ondata.

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Sono salite a 23.660 le vittime dopo aver contratto il Coronavirus in Italia, con un aumento rispetto a ieri di 433 quando l’aumento era stato di 482. Dal 12 aprile non si registrava un incremento così contenuto: quel giorno erano stati 431. Il dato è stato reso noto dalla Protezione civile. Prosegue il trend in calo dei ricoveri in terapia intensiva. Ad oggi sono 2.635, 98 in meno rispetto a ieri. Di questi, 922 sono in Lombardia, 25 in meno rispetto a ieri. Il totale delle persone che hanno contratto il virus è 178.972, con un incremento rispetto a ieri di 3.047 nuovi casi. Il numero totale di attualmente positivi è di 108.257, con un incremento di 486 assistiti rispetto a ieri. Dei 108.257 malati complessivi, 25.033 sono ricoverati con sintomi, 26 in più rispetto a ieri e 80.589 sono quelli in isolamento domiciliare.

Se il trend venisse confermato la riapertura potrebbe essere a portata di mano ma uno dei più grandi freni alla Fase 2 è il timore di una seconda ondata di contagi da Coronavirus. Le Regioni si stanno già organizzando per effettuare i test sierologici, ovvero i test che verifichino chi ha sviluppato gli anticorpi al Covid 19. Questi rappresentano la chiave d’accesso alla Fase 2 e, dunque, alla riapertura del Paese. Per il momento ne sono stati effettuati circa 10.000 tra Genova e la provincia di Pavia e, in entrambe le zone, i risultati sono stati molto positivi: più del 10% delle persone testate aveva sviluppato gli anticorpi. Il professor Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e coordinatore della task force della Regione Puglia per l’emergenza Coronavirus – intervistato un paio di settimane fa a Piazzapulita su La7 – aveva dichiarato che una seconda ondata di contagi da Covid 19 era molto probabile. Pertanto invitava cittadini e strutture ospedaliere a tenersi pronti in modo da non farsi trovare nuovamente impreparati come per la prima ondata.

A distanza di un paio di settimane i toni del medico, forse grazie ai risultati molto buoni dei primi test sierologici, restano pur sempre molto cauti, sembrano, però, un po’ più ottimisti. L’epidemiologo- intervistato da Fanpage –  ha spiegato che potrebbe esserci una piccola eventualità di scongiurare una nuova ondata. Ha precisato che non dobbiamo confondere la presenza di anticorpi con l’immunità. Infatti la sola presenza di immunoglobuline di tipo G nel sangue non è sufficiente, nel caso del Covid 19, a rendere un soggetto immune. E non si può nemmeno dire, con assoluta certezza, che gli anticorpi riscontrati in alcuni dei soggetti testati li proteggano da una reinfezione. Dunque per evitare il rischio di una seconda ondata di contagi – spiega Lopalco – è necessario che gli anticorpi vengano riscontrati in almeno il 60% della popolazione. Con percentuali più basse, invece, non potremo dirci al sicuro.

Pertanto, per il professor Lopalco, è indispensabile, per ripartire, continuare a prevenire il contagio mettendo in pratica le misure di sicurezza come utilizzo della mascherina, distanziamento di almeno 1 metro e ottima igiene personale. L’epidemiologo ritiene opportuno anche l’isolamento tra familiari come forma di prevenzione. In pratica un soggetto infettato ma senza sintomi o con sintomi lievi, dovrebbe venire isolato dai suoi stessi familiari.

Fonte: Fanpage, La7

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