Coronavirus, dobbiamo aspettate ancora. Gli scienziati convincono il premier Conte

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte avrebbe voluto allentare le misure restrittive forse già dopo Pasqua. Ma il parere contrario del Comitato scientifico lo ha convinto a prorogare per altre due settimane. 

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Il decreto emanato a fine marzo dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte prevede che, se l’emergenza Coronavirus lo richiederà, le misure restrittive potranno essere rinnovate ogni 30 giorni per arrivare fino al 31 luglio. Tuttavia, qualora, invece, la curva dei contagi e dei decessi iniziasse a scendere, le restrizioni potrebbero anche venire allentate, con ampio spazio di manovra a Governatori di Regione e sindaci. Ora – riferisce Adnkronos – il premier ha profilato l’ipotesi che, vista la situazione dell’ultimo periodo, le restrizioni potrebbero venire allentate già verso la fine del mese di aprile. Ma sembra comunque certa la proroga dopo la scadenza prevista per il 13 del mese.

L’ Ipotesi di tornare a condurre la vita “normale”  piace a molti. Sia perché a nessuno vuol stare chiuso tra quattro mura per 24 ore al giorno, sia perché in tanti non vedono l’ora di poter riaprire bottega. Il primo ministro  sostiene che rifarebbe esattamente tutto quello che ha fatto e che, in un Paese come l’Italia, molto diverso rispetto alla Cina, agire prima sarebbe stato impossibile: “Mi avrebbero dato del pazzo se avessi imposto troppo presto le misure restrittive“. Ma ha assicurato che l’emergenza non è mai stata sottovalutata e che, anche se la perfezione non è di questo mondo, il Governo ha fatto tutto il possibile e continuerà a farlo. “Il dolore per le  ferite subite dall’Italia e dagli italiani, durante l’epidemia di Coronavirus, è sempre con me”.

Probabilmente il Presidente del Consiglio avrebbe anche voluto dare lo “stop” alle restrizioni dopo Pasqua ma  questo slancio di ottimismo del premier Conte non ha trovato riscontro negli scienziati. L’Oms, proprio l’8 aprile, ha dichiarato che non è ancora arrivato il momento per abbassare la guardia. E anche il Comitato scientifico – riporta La Stampa – è contrario a riaprire tutto già alla fine del mese. Tuttavia, messi di fronte all’esigenza economica di far ripartire il Paese, allora gli scienziati sono dovuti scendere a compromessi e accettare almeno la riapertura dei settori più essenziali. Dall’altra sponda del tavolo, infatti, c’è Confindustria delle regioni Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte che è già scesa in campo per programmare le riaperture. Il Comitato scientifico darà precise indicazioni al fine di minimizzare il rischio di tornare punto e a capo con  i contagi. In primo luogo i turni di lavoro dovranno essere più brevi in modo da non fare assembramenti di persone troppo numerosi. Secondariamente sanificazione periodica di ambienti e strumenti di lavoro e stop ai lavoratori con temperatura corporea superiori a 37,5 gradi. Inoltre, dove possibile, dovrà essere incentivato lo smart working e il ricorso agli ammortizzatori sociali. Con queste premesse, forse, già dopo Pasqua potrebbero riaprire un po’ di imprese. Mentre resta ferma la situazione delle scuole che, per ora, resteranno chiuse.

Già questo weekend – riferisce Fanpage – potrebbe arrivare un nuovo annuncio da parte di Conte. Ma la certezza è che, almeno fino al 2 maggio, non si potrà consentire ai cittadini di tornare a fare vita normale. Anche per evitare gli assembramenti tipici di giorni festivi come 25 aprile e 1 maggio

Fonte: Adnkronos, La Stampa, Fanpage

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