Coronvirus ed emergenza economica: dopo il caos Inps slittano i finanziamenti alle imprese

Slitta il Consiglio dei ministri, previsto per venerdì 3 aprile, per approvare i finanziamenti alle imprese danneggiate dall’emergenza Coronavirus. 

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Salute ed economia non sono mai state, forse, così strettamente collegate come in questo periodo di emergenza. Il Coronavirus che, da ormai quasi due mesi, ha costretto molti negozi e imprese alla chiusura, rischia di mettere in ginocchio il Paese non solo a causa dei decessi ma pure provocando una decrescita del Pil mai vista prima. Solo qualche giorno fa l’istituto finanziario Goldman Sachs ha ipotizzato che l’economia italiana, nel 2020, chiuderà a -11,6%. Peggio di Francia, Germania e Spagna. Il Governo, dunque, oltre ad emanare decreti per contenere, per quanto possibile, un’ulteriore diffusione del Covid 19, è impegnato anche su un altro versante: salvare le imprese. Il quesito cruciale per l’Italia è: fino a che punto lo Stato può farsi carico dei finanziamenti alle imprese senza che il debito pubblico sfiori le stelle?  Solo un paio di giorni fa – riportava Il Tempo – il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, durante una riunone con i rappresentanti dell’opposizione, ha ribadito la necessità di adottare al più presto misure finalizzate a dare liquidità alle imprese. E, infatti, nella giornata di venerdì 3 aprile si sarebbe dovuto riunire un Consiglio dei ministri per discutere il decreto sui finanziamenti alle imprese. Ma – riporta La Stampa – è slittato. Il Governo garantisce, comunque, che il piano anti recessione verrà approvato entro lunedì. Il piano ricalca quello messo a punto dal Governo francese e prevede l’erogazione di  garanzie suddivise in tre gruppi. Le aziende con  meno di 5000 dipendenti e un valore della produzione fino a un 1 e mezzo di euro riceverebbe dallo Stato una garanzia fino al 90% del finanziamento bancario.

Le imprese tra 1 e mezzo e 5 miliardi di fatturato  avrebbero un paracadute pubblico pari all’80%. Infine  le imprese con giro di affari oltre i 5 miliardi, avrebbero garanzie dallo Stato fino al 70%. Le garanzie varrebbero per finanziamenti fino a 6 anni e coprirebbero capitale, interessi e oneri accessori. Per evitare che alcuni imprenditori decidano di chiudere i battenti anche dopo aver ricevuto le garanzie statali,  la bozza del decreto esclude dalle garanzie chi è sottoposto a concordato preventivo e liquidazione. Inoltre se nei due mesi successivi all’erogazione del finanziamento l’azienda fallisse, la garanzia statale verrà immediatamente meno.

Lo scopo del decreto è duplice. Da un lato consentire una lenta ma possibile ripresa a quei settori che, subito dopo la riapertura, faranno un po’ più fatica e rimettersi in carreggiata. Come, ad esempio, tutto il settore legato al turismo. In seconda istanza consentirà alle banche di non finire al tappeto fornendo una “rete di sicurezza”.

E, mentre in Italia, il decreto slitta e il sito dell’Inps per richiedere il bonus di 600 euro va subito in tilt, in Germania, a quanto pare, le cose sembrano funzionare decisamente meglio. Lì – riferisce la Repubblica -nonostante non siano mancate piccole falle a causa delle 60.000 richieste in poche ore, tutto è rientrato nel giro di poco. E diversi lavoratori autonomi, free lance e artisti, nel giro di pochi giorni si sono visti accreditare ben 5000 euro direttamente sul conto corrente. Il programma berlinese prevede l’erogazione fino a 5000 euro per lavoratori autonomi e imprese fino a 5 mila dipendenti a tempo pieno. Cifra a cui si possono aggiungere altri 9 mila euro del Fondo federale. mentre le imprese che contano fino a 10 mila dipendenti la cifra erogata è di 15.000 euro di fondi federali.

Fonte: La Stampa, Il Tempo, Repubblica

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