Tra i 5 ed 10 milioni di italiani avrebbero contratto il virus, dice Matteo Renzi

Dopo le polemiche per le sue dichiarazione, dove chiedeva al Governo di pensare ad una riapertura delle aziende prima di metà aprile, il leader di Italia Viva rilancia. E attacca Conte sui ritardi nel fronteggiare l’emergenza sanitaria. 

Coronavirus, Renzi risponde alle critiche e rilancia: "Bisogna riaprire tutto entro aprile" - Leggilo.org

Non si placano le polemiche seguite all’intervista a Matteo Renzi. L’ex Premier, nella giornata di ieri, ha chiesto pubblicamente di riaprire tutto: entro le festività pasquali le aziende e per il 4 maggio le scuole. Per Renzi la priorità al momento è garantire la tenuta economica del Paese, dal momento che, ha avvisato, gli italiani saranno costretti a convivere con il Covid-19 per almeno due anni. Parole che hanno scatenato a stretto giro la levata di scudi della Comunità Scientifica del nostro Paese. Come scrive Repubblica, il Dottor Nino Cartabellotta, Direttore della Fondazione GIMBE, ha risposto duramente al Senatore fiorentino con queste parole: “Riaprire prima di Pasqua? Governo e Parlamento decidano quante vite umane vogliono sacrificare per far ripartire l’economia. Renzi dalla tragedia di Bergamo non ha imparato nulla”. Anche il Professor Roberto Burioni, virologo dell’Università Vita-San Raffaele ha spiegato molto chiaramente che l’ipotesi di una riapertura di vari settori del Paese in questo momento non è nemmeno da prendere come ipotesi: “In questo momento la situazione è ancora talmente grave da rendere irrealistico qualunque progetto di riapertura a breve”.

Critiche sono arrivate anche dal mondo politico. Nell’intervista Renzi ha dichiarato che ci sono stati dei ritardi da parte dell’Esecutivo che non hanno fatto altro che peggiorare la situazione. Un’altra stoccata al Premier Giuseppe Conte dunque, che ha fatto adirare e non poco i partiti della Maggioranza. Vito Crimi, reggente del Movimento 5 Stelle, difende l’operato del Presidente del Consiglio: “Bisogna ragionare con intelligenza e progressione. Conte ha dimostrato di saper affrontare con moderazione e tempestività la questione”. Critiche anche dall’opposizione, con il Senatore Gian Marco Centinaio della Lega che risponde duramente all’ex Premier: “Ancora una volta da Renzi una proposta che fa capire quanta incapacità di ascolto ci sia da parte sua. Mentre la comunità scientifica implora il ‘tutto chiuso’, lui lancia l’ennesima provocazione della disperazione”.

Nel corso di un’intervista rilasciata stamane a Il Corriere della Sera, Renzi non indietreggia ed anzi rilancia il progetto della riapertura a breve sia per aziende chiuse dal Decreto Emergenza perchè considerate non essenziali, sia per le scuole. Spiega il Senatore: “Ho visto tanta ipocrisia. Perché se non ci pensiamo oggi arriviamo in ritardo all’appuntamento con l’emergenza economica almeno come siamo arrivati in ritardo sull’emergenza sanitaria”. L’ex Presidente del Consiglio continua il suo attacco all’Esecutivo, a suo dire troppo timido nelle decisioni, ma ancor più grave, tardivo nell’intervenire in contrasto all’emergenza sanitaria. Continua Renzi: “L’Italia è il Paese con più morti al mondo, qualcosa non ha funzionato. Ho proposto di fare, quando tutto sarà finito, una commissione di inchiesta per verificare le responsabilità. Ora pensiamo a come ripartire”. La critica arrivata dall’amico Burioni non spaventa Renzi che, anzi, prende la palla al balzo per attaccare gli alleati di Governo del M5S: “Ai tempi dell’uno vale uno non volevano far parlare gli esperti. Oggi i No-Vax sono spariti. Meglio così”.

Renzi rilancia dunque l’idea di riapertura a breve, poichè, a suo dire, numerosi esperti avrebbero teorizzato che ci siano tra i 5 e i 10 milioni di italiani che avrebbero già contratto il virus. Persone che potrebbero tornare al lavoro o a scuola, insomma tornare alla loro vita pre-quarantena. Nonostante l’ex Premier non specifichi quali studi, e da chi siano stati condotti, abbiano teorizzato questi dati, è opportuno ricordare che al momento non vi alcuno studio che dimostri l’effettiva immunizzazione dal virus, che secondo logica, potrebbe benissimo mutare nel tempo. Continua Renzi: “II vaccino arriverà nel 2021 o nel 2022. C’è qualcuno che pensa che gli italiani possano restare a casa fino al 2021? Io no. Dobbiamo fare un piano per l’uscita”.

La battaglia economica del Governo si gioca soprattutto sui tavoli di Bruxelles, dove l’Italia è riuscita stappare la sospensione del Patto di Stabilità, ma non gli Eurobond. La BCE e la Germania non sembrano propensi alla concessione di ulteriore facoltà di creazione del debito per il nostro Paese. Per Renzi però il problema sarà anche la gestione di queste risorse: “Benissimo la battaglia sugli Eurobond. Ma bisogna spenderli bene, non buttarli via. C’è una cultura politica nella maggioranza di governo che immagina si possa affrontare questa emergenza estendendo il reddito di cittadinanza. E una visione assistenzialista miope”. Per l’ex inquilino di Palazzo Chigi l’unica strada percorribile è la liquidità con cui dare garanzia alle banche, affinchè ricomincino a finanziare le imprese e le partite IVA, magari basandosi su una percentuale fissa del fatturato del 2019. Renzi teme che la lentezza dell’Esecutivo possa minare la ripresa economica del Paese.

Sono attacchi che lasciano pensare, come più volte ventilato nei giorni scorsi, che Italia Viva stia spingendo per l’arrivo dell’ex Presidente della BCE Mario Draghi a Palazzo Chigi. Ma Renzi cerca di non sbilanciarsi:“Non tiriamo per la giacchetta Draghi”. E conclude con un accenno alle polemiche di queste ore: “Io non voglio che si passi dalla pandemia alla carestia. Posso essere impopolare ma non sarò mai ipocrita. E davanti alla crisi di questi giorni preferisco seguire la verità che il consenso”.

 

Fonte: Repubblica, Il Corriere della Sera

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