Coronavirus, contagi e morti, l’Italia peggio della Cina: “Volete la verità? Moltiplicate per dieci”

Il Presidente della Società Italiana di Virologia cerca di chiarire i tempi dell’emergenza. Intanto dagli Stati Uniti uno studio dimostra l’efficacia e l’importanza dei test a tappeto. In Italia, dall’inizio dell’epidemia di Coronavirus, sono 41.035 le persone hanno contratto il virus, 3.405 i morti. Ma qual’è la verità dietro i numeri apparenti? 

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Nella fase più acuta dell’epidemia di Covid-19 che ha colpito il nostro Paese, la Comunità Scientifica si interroga sulle disposizioni emanate dall’Istituto Superiore della Sanità, che prevede il famoso test del tampone soltanto per i sintomatici, ovvero tutti quelli che mostrano i classici sintomi del Covid-19 – febbre e difficoltà respiratorie su tutti – il personale sanitario e tutte quelle persone che sono venute a contatto con pazienti già dichiarati positivi, in un arco di tempo che va dai 15 ai 20 giorni prima. Le misure di contenimento, fondamentali in questa fase dell’epidemia, devono essere accompagnate necessariamente dal rilevamento dei casi sospetti. Una scelta non condivisa da tutte le Regioni, che gestiscono la Sanità nelle proprie aree territoriali. Come riporta Repubblica, la rivista specializzata “Science”, citata anche dal New York Times, ha pubblicato uno studio americano, condotto Columbia University, sui dati cinesi proprio relativi all’indagine a tappeto alla ricerca di tutti i possibili positivi. Spiega il Dottor Jeffrey Shaman, a capo del progetto: “Se abbiamo 3500 casi in Usa, potrebbe trattarsi di 35 mila in realtà, in un rapporto dunque di 5-10 pazienti non rilevati“. I ricercatori sono partiti dai dati cinesi disponibili prima dell’entrata in vigore delle rigorose misure di quarantena, e dell’inizio dei test a tappeto, e i primi dati disponibili dopo le misure di contenimento.

Dalla fine di dicembre al 7 di gennaio, i casi non rilevati erano 6 su 7. Dopo le misure di screening si è passato dal 14% dei casi non rilevati ad oltre il 60%. I dati sono stati usati dal Governo cinese in primo luogo per capire l’onda dell’epidemia, ed azzardare il periodo di picco, in secondo luogo per evitare il continuo dilagare del contagio, bloccando in quarantena obbligatoria nelle loro abitazioni i positivi asintomatici. Questo studio ha infatti dimostrato che circa l’80% dei casi non riscontrati è responsabile della diffusione del virus.

In un’intervista, rilasciata a La Stampa, il Professor Arnaldo Caruso, Presidente della Società Italiana di Virologia e direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Asst Spedali Civili di Brescia, impegnato in prima linea nell’emergenza Coronavirus contro il focolaio lombardo, ha cercato di analizzare la situazione italiana: “Le misure previste sono giuste ma se non si frena l’epidemia non ci saranno posti letto sufficienti. Il punto è vedere quanto sia in grado di reggere il Sistema Sanitario Nazionale”. E continua: “Molte regioni non hanno unità di malattie infettive. Se al Nord siamo in difficoltà, figuriamoci in Calabria e in Sicilia. La crisi dei reparti dipende anche dai tagli fatti in questi anni, c’è stato uno smantellamento dei posti letto per le malattie infettive”. Per il virologo, aggiunge Fanpage, molto dipenderà dalla durata della crisi sanitaria.

Attualmente, del virus Covid-19 sappiamo poco e, proprio per questo motivo, non si può azzardare con sicurezza i suoi effetti sul lungo termine. Spiega Caruso: “Osservando l’andamento in Cina, il picco lo dovremmo avere tra fine marzo ed aprile. Poi i contagi diminuiranno, ma ricompariranno in autunno quando il virus si potrebbe essere trasformato in un ospite umano, meno aggressivo di quello che circola ora”. Sulle possibili cure, il virologo si sbilancia e conclude: Il vaccino non ci sarà prima di due anni e potrebbe non essere protettivo per le varianti umane. Meglio puntare sui farmaci antivirali”. Come ad esempio: “Lavorare sulle tracce delle molecole innovative con le quali si guarisce dall’Epatite C. Ci sono già molecole sperimentali per curare Hiv ed Ebola: adesso si dovrebbero sviluppare sui bersagli reali del Covid-19”.

 

Fonte: La Stampa, Fanpage, Repubblica

 

 

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