Coronavirus, la città di Milano si prepara alla guerra: corsa contro il tempo per 500 posti letto

Il Sistema Sanitario lombardo è ormai allo stremo: urgono nuovi posti letto di terapia intensiva. Pronti due grandi progetti nella città di Milano. 

Coronavirus, Lombardia ormai alle strette: servono nuovi posti di terapia intensiva - Leggilo.org

Continua ad aumentare i contagi da Covid-19 nel nostro Paese. Nella giornata di ieri, come comunicato, nella consueta conferenza stampa quotidiana, dal Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, e consultabile sul sito ufficiale, sono attualmente 26.062 i positivi, 2.941 i pazienti dichiarati totalmente guariti e 2.503 i decessi. La situazione più critica si verifica in Lombardia, in particolar modo nelle città metropolitane di Bergamo e Brescia. Come riporta Repubblica, nella sola giornata di ieri nella Regione si sono registrati 1.971 nuovi casi, per un totale di 12.095 contagi, mentre i decessi sono saliti a 1.640. Situazione allarmante per il Sistema Sanitario lombardo, che da circa un mese è messo alle strette dall’emergenza sanitaria. Sono 6.953 i pazienti ricoverati in ospedale e di questi 879 sono in terapia intensiva. L’Ospedale Giovanni XXIII di Bergamo è ormai saturo: sono infatti tutti occupati gli 80 posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva. Nella giornata di ieri, alcuni pazienti sono stati trasferiti in strutture private accreditate.

Ed è qui che si gioca la grande battaglia. La Giunta regionale presieduta da Attilio Fontana sta lottando contro il tempo per fornire nuovi spazi: da una parte con l’aumento dei posti letto, dall’altra di spazi idonei dove poter accogliere i malati di Covid-19 che mostrano sintomi medio-lievi ma hanno bisogno allo stesso tempo di controlli medici. Nel mezzo la ricerca continua e costante di attrezzature mediche di apparecchiature idonee alla terapia intensiva, ma soprattutto di operatori sanitari. Ma cerchiamo di andare con ordine. Procedono spediti i lavori per la realizzazione del centro specializzato in terapia intensiva nei padiglioni messi a disposizione dalla Fiera di Milano, come ha spiegato l’Assessore al Welfare Giulio Gallera: “Sarà pronto in 10 giorni a partire da quando riusciremo a recuperare i respiratori, che sono l’elemento più importante, e il personale”. Che continua: “Questa idea di ottimizzare in un unico spazio ben 500 posti letto è il modo per affrontare, forse in maniera definitiva, il bisogno di posti letto in terapia intensiva”. In questi giorni, la Regione Lombardia ha nominato Guido Bertolaso come Commissario per l’Emergenza. E sarà proprio l’ex Capo della Protezione Civile a gestire la nascita del centro medico. Bertolaso ha già comunicato che la partita di ventilatori polmonari commissionata dalla Regione sta per arrivare, mentre Borrelli ha comunicato che 200 apparecchiature mediche per la terapia intensiva sono in arrivo a Milano, più la promessa di altre 25 apparecchiature nel giro di una settimana. Come ha spiegato il Governatore Fontana, dal Governo del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte c’è massima collaborazione sul progetto. Il progetto prevede un ospedale grande 35mila metri quadri, divisi nel Padiglione 1 e 2 dell’ex Portello.

Sono previsti inoltre aumenti dei posti letto anche in altri presidi dei capoluoghi della Regione. L’Ospedale San Raffaele, grazie all’imponente raccolta fondi lanciata, lavora per la costruzione di un nuovo reparto di terapia intensiva nell’area dell’ex campo sportivo dell’Università Vita. Altri 16 posti saranno riservati all’Ospedale San Carlo. Sono tutti posti letto, va specificato, riservato ai casi di Covid-19, in modo da alleggerire le strutture presenti sul territorio, che potranno tornare ad una situazione di semi-normalità, tornando ad accogliere pazienti affetti da altre patologie. Sforzi immensi, che però vanno a scontrarsi con un altro grande problema, ovvero la mancanza del personale sanitario. Come spiegano dalla Regione: “Sono in pochi quelli aderiscono al nostro appello. È per questo che chiediamo aiuto al personale in pensione, con il decreto del governo sono stati eliminati gli ostacoli burocratici, chi accetterà di darci una mano non dovrà aprire la partita Iva”.

Tutto questo potrebbe bastare? Chiaramente, molto dipenderà dagli esiti delle quarantena, che scadrà ufficialmente il 3 di aprile. Ma l’Assessore Gallera, come riporta Il Giorno, non si mostra ottimista sulla data di fine, anche perchè non tutti stanno rispettando l’isolamento imposto: “Domenica o la curva scende o probabilmente bisognerà valutare l’assunzione di misure più rigide. Stiamo cercando di resistere in tutti i modi ma questo sforzo titanico ha un senso se tutti fanno la loro parte”. E ancora: “Possiamo vedere in maniera anonima i flussi di persone, grazie ai provider telefonici. Da quì è emerso che il 40% della popolazione ancora si muove. Molti per lavoro, certo. Ma è ancora troppo”.

La Regione Lombardia da tempo chiede al Governo misure più stringenti, o quantomeno una quarantena totale per le zone rosse dell’ex secondo Decreto (Lombardia e le 11 province confinanti). Una tesi, questa, sostenuta anche dall’infettivologo e Direttore del Reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli che, ospite di “Otto e mezzo” su La7, ha spiegato: “Nelle aree nettamente più colpite dall’epidemia sarebbe giusto chiudere tutte le attività. Realtà in un cui sono emerse diffusioni dell’infezione, che rischia di essere incontrollata e lunga”. Continua il Professore: Riaprire quella zona non ha consentito di vedere gli sforzi fatti dalla Lombardia nelle prime settimane. Ma questo soprattutto per la città di Milano, dove si gioca la grande sfida per battere il Covid-19″. Conclude infine Gallera: “Sino ad oggi abbiamo fatto 46.500 tamponi, seguendo le indicazioni dell’ISS, ovvero facendoli solo ai pazienti con sintomi o evidenze di infezioni polmonari”.

 

Fonte: Sito Protezione Civile, Repubblica, Il Giorno

 

 

 

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