In Italia 8514 contagiati, anche giovani: nessuno è immune

Il primo rapporto dell’Istituto Superiore della Sanità sui contagiati da Coronavirus ricostruisce uno scenario in cui nessuno può sentirsi immune. Tanti i giovani ammalatisi e alcuni sono in gravi condizioni. 

Coronavirus giovani - Leggilo

Continua a crescere il numero dei contagi nel nostro Paese. L’ultimo bollettino medico diramato dalla Protezione civile nel corso della conferenza stampa di ieri pomeriggio, riferisce – come si vede nel comunicato riportato sul sito ufficiale – che attualmente nel nostro Paese ci sono stati 827 decessi, con 1045 pazienti dichiarati totalmente guariti. Il totale complessivo delle persone contagiate è di 10.590.

L’Istituto Superiore della Sanità, come spiega Repubblica, ha pubblicato un primo rapporto sui dati raccolti sui pazienti risultati positivi sino alle 10 del 9 marzo: su 8342 casi positivi, l’1,4 per cento ha meno di 19 anni; il 22,0 per cento è nella fascia 19-50 anni; il 37,4 per cento ha un’età compresa tra 51 e 70 anni; il 39,2 per cento ha più di 70 anni, per un’età media fissata a 65 anni. Quanto al genere, il 62,1 per cento è rappresentato da uomini che avrebbero quindi maggiore propensione alla positività al virus. Il rapporto mette in luce anche i sintomi: il 10 per cento dei casi è asintomatico; il 5 per cento ha pochi sintomi; il 30 per cento sintomi lievi; il 31 per cento è sintomatico, il 6 per cento ha sintomi severi e il 19 per cento critici.

L’ISS, nelle sue analisi, stima in 3 o 4 giorni il tempo in media che trascorre tra il manifestarsi dei primi sintomi e la diagnosi. Più della metà delle persone decedute ha più di 80 anni, e due terzi di queste ha 3 o più patologie croniche preesistenti. Dati che fanno emergere la potenza del contagio del Coronavirus.

“Una persona su cinque ha tra i 19 e i 50 anni”

Il dato più netto, è che una persona su cinque risultata positiva ha tra i 19 e 50 anni. Come spiega il Presidente dell’Istituto Silvio Brusaferro, i dati spiegano la propagazione dell’infezione: “Questi dati confermano come tutte le fasce di età contribuiscono alla propagazione dell’infezione, e purtroppo gli effetti peggiori colpiscono gli anziani fragili”. Brusaferro ha poi criticato i molti esempi di violazioni delle raccomandazioni, soprattutto da parte dei giovani. “Rinunciare a una festa o a un aperitivo con gli amici, non allontanarsi dall’area dove si vive e rinunciare a rientrare a casa è un dovere per tutelare la propria salute e quella degli altri, soprattutto i più fragili”, ha concluso. Come spiega Il Corriere della Sera, all’Ospedale San Raffaele di Milano si è reso necessario il ricovero di un ragazzo di 18 anni. Il giovane non è in pericolo, ma le sue condizioni hanno destato preoccupazione nei medici. Questa è una prova tangibile della pericolosità del virus e di come, di fatti, anche se certamente in percentuale minore, anche in alcuni casi di under 30 possa evolversi con pericolose conseguenze.

In questa situazione di crisi, il pericolo maggiore è per la tenuta del Sistema Sanitario Nazionale, ormai al collasso. Lo ha ribadito ancora una volta, ai microfoni di SkyTg24, il Professore Massimo Galli, Primario infettivologo presso l’Ospedale Sacco di Milano: “I giovani capiscano che non possono considerare gli anziani di casa loro come qualcosa che tanto si può buttare”. E conclude: “Dico che ci sono anche dei giovani con problemi decisamente seri. Abbiamo anche dei trentenni, anche sotto i trent’anni. Pochi casi, non c’è proporzione ovviamente. Abbiamo casi anche in rianimazione”.

 

Fonte: Protezione civile, Repubblica, SkyTg24

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