Il premier Conte: “Se perdiamo in Emilia Romagna restiamo qui, al Governo”

Il ruolo del nostro Paese nelle recenti crisi internazionali. Il cronoprogramma dell’Esecutivo e i cambiamenti interni dei partiti che compongono la Maggioranza. Il Premier Giuseppe Conte in un’intervista a tutto tondo al Corsera annuncia importanti novità del suo Governo.

Conte: "Pronta agenda del Governo sino al 2023. Ruolo Italia in Libia non in discussione" - Leggilo.org

Non è certo un periodo roseo per il Governo guidato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Tante le sfide, interne ed esterne, da affrontare in questo 2020. Prima fra tutte, ovviamente, la doppia sfida elettorale in Emilia-Romagna e in Calabria, dove, nonostante le parole del Premier, l’Esecutivo si gioca molto del suo futuro. In una lunga intervista al Corriere della Sera, il Capo del Governo cerca di smorzare la pressione sul voto del prossimo 26 gennaio: “Questo voto è importante, ma rimane espressione di una comunità regionale e non decide del destino del governo nazionale“. Per Conte, molto più importante, sarà “la verifica di Governo”, già annunciata, ovvero un importantissima riunione tra i partiti di Maggioranza in cui si dovrà stilare, per grandi linee ed obiettivi, il cronoprogramma sino al 2023, anno di scadenza naturale della legislatura. Ma la strada è lunghissima e piena di insidie. E sono proprio quei partiti di Maggioranza, tra cui non è nata certo una sintonia dalla nascita del Governo, a preoccupare Conte. L’annuncio del Segretario dem Nicola Zingaretti, come riporta questo articolo de Il Fatto Quotidiano, di voler sciogliere il Partito Democratico dopo le regionali e di lanciare un nuovo partito, non avrà lasciato Conte tranquillo. E lo stesso può dirsi delle insistenti voci che vogliono il capo politico del Movimento, e Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio in procinto di dimettersi dalla carica interna del M5S. Ma il Premier prova a tranquillizzare tutti: “Da un primo scambio con le forze politiche ho compreso che conviene attendere ancora alcuni giorni per dare il tempo a tutti di elaborare un’ampia riflessione. Oggi parte la riflessione interna al Pd. il Movimento, invece, è nel pieno di un processo di riorganizzazione interna e si prepara per gli stati generali. Non tiriamo per la giacca Di Maio e lasciamo al Movimento il tempo di completare serenamente questo processo”. Quali siano i piani del Governo lo spiega lo stesso Conte al Corsera: “Un efficace volano per l’economia del nostro Paese è la semplificazione di tutti procedimenti amministrativi. Mi piacerebbe anche realizzare un Piano Casa specificamente dedicato alle giovani coppie. abbiamo ridotto il carico fiscale per lavoratori, famiglie e imprese: in un anno faremo molto di più e l’Iva non aumenterà. Realizzeremo un’ampia riforma dell’Irpef e accelereremo il piano degli investimenti. Confidiamo molto nei frutti dell’azione di lotta all’evasione. Anche per questo abbiamo investito ben 3 miliardi di euro per incentivare i pagamenti digitali, perché se tutti pagano le tasse, tutti pagheranno meno”.

“Il ruolo dell’Italia nella crisi libica non è in discussione”

La crisi in Libia ha mostrato le crepe della politica estera del Governo giallo-rosso. In particolare il Ministro Di Maio è apparso impreparato e il recente tentativo di Conte di far incontrare il Premier libico Al-Serraj con il generale Hafthar, incontro tra le altre cose fallito, è sembrato tardivo. Eppure, dopo la risoluzione voluta dal Premier turco Erdogan per l’invio delle truppe del suo Paese in Libia al fianco di Al-Serraj, nonostante appaia evidente che l’Italia non sia stata in grado di pesare in un’area importantissima del Mediterraneo per tanti motivi, dal controllo dei flussi d’immigrazione agli interessi dell’Eni nel Paese nord-africano, il Premier Conte mostra ottimismo e cerca di ergersi a gran garante della risoluzione nel terribile conflitto che da anni divide la Libia: “L’incisività e la credibilità dell’Italia in politica estera è fuori discussione e con la Libia siamo in prima linea. Parliamo con tutti non per ambiguità, ma perché alimentiamo il dialogo ribadendo a tutti la nostra posizione, limpida e trasparente, politicamente insuperabile: la guerra allontana la prosperità e il benessere del popolo libico. L’Italia continuerà ad avere una influenza centrale, a Mosca ad Al-Serraj e Hafthar chiediamo di siglare una tregua”.

“I cittadini non premieranno l’ambiguità della Lega”

Tornando alla politica interna, per Conte la scelta del leader della Lega Matteo Salvini di far firmare ai parlamentari del Carroccio la richiesta di indire un referendum consultivo sul taglio dei parlamentari, potrebbe rivelarsi un autentico boomerang. L’ex Ministro degli Esteri ha rivelato che la scelta, dopo aver avallato il taglio dei parlamentari durante la legislatura del Governo giallo-verde, serve ad anticipare la caduta del Governo Conte. Risponde il Premier: “Mi limito a osservare che sollecitare il pronunciamento dei cittadini è cosa in sé pienamente legittima, Se però questo percorso referendario viene sollecitato anche da partiti, come la Lega, che sin qui hanno sostenuto questa riforma e adesso provano a metterla in discussione sperando di destabilizzare il governo, allora vi è qualcosa che non torna. Non credo che i cittadini premieranno espedienti ispirati a mera convenienza elettorale”. Il Presidente del Consiglio poi, continuando a parlare del capo del Carroccio, dopo aver annunciato in conferenza stampa di non sapere se nel capo specifico della Gregoretti furono suoi stretti funzionari a dialogare con il Viminale, ha dichiarato che la scelta di bloccare la nave della Guardia Costiera nel luglio scorso non fu certo un’azione collegiale: “Tutta la fase decisionale riguardante lo sbarco è stata gestita dall’allora ministro dell’Interno, che l’ha anche rivendicata, come attestano le dichiarazioni pubbliche dell’epoca. Se qualcuno mi contesta il generale indirizzo politico sul tema delle migrazioni, sono pronto a risponderne. Le mie posizioni sul punto, formali e informali, sono tutte documentate e non è mia abitudine sottrarmi alle responsabilità. Se però devo rispondere della specifica decisione riguardante lo sbarco di una nostra nave in un nostro porto, non posso affermare di essere stato coinvolto se questo non è avvenuto”.

Autostrade, Arcelor Mittal e Alitalia: i grandi tavoli di crisi del Governo Conte 

Tanti i nodi da sciogliere per questa Maggioranza, specie nelle grandi crisi aziendali, su tutti ArcelorMittal e Alitalia, e l’annuncio della revoca delle concessioni ad Autostrade Spa di Benetton. Mentre, per l’ultimo caso, il Partito Democratico cerca di mediare cercando di convincere il M5S ad infliggere una maxi multa all’azienda, senza però le revoche, Conte sembra essere rimasto in mezzo, cercando di non far arrabbiare nessuna delle due parti. Lo stesso dicasi per le grandi crisi aziendali dove la differenza di vedute, in campo politico-economico, dei due più grandi partiti che formano questa Maggioranza appare in tutta la sua evidenza. Spiega Conte: “Per Alitalia è venuto il momento di lavorare a una seria opera di ristrutturazione che ponga la compagnia in grado di poter competere efficacemente sul mercato dei trasporti. Il sentiero è l’unico realmente perseguibile. La decisione su Autostrade, invece, arriverà presto e poggerà su solide basi tecnico-giuridiche. Ormai è evidente che sono emerse gravissime inadempienze nella gestione delle infrastrutture autostradali. La vocazione di questo governo è di tutelare l’interesse pubblico. In uno stato di diritto la sicurezza dei cittadini è al primo posto. Punto. Con ArcelorMittal c’è un tavolo negoziale che confido completerà a breve i suoi lavori. L’obiettivo è ambizioso: rilanciare lo stabilimento di Taranto orientandolo verso le energie pulite, salvaguardare i posti di lavoro, rinforzare il piano di risanamento ambientale. Siamo impegnati per risolvere questa crisi, anche attraverso un mirato intervento dello Stato”. E su Quota 100, misura voluta dal Governo giallo-verde in scadenza nel 2021 Conte annuncia: “Siamo già al lavoro: mi piacerebbe lavorare alla distinzione tra lavori usuranti e lavori non usuranti per poi operare, sulla base di questa distinzione, una revisione dell’intero sistema pensionistico”.

 

Fonte: Corriere della Sera, Repubblica

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