Carlo Nordio “Il voto contro Salvini? E’ strategia politica per eliminarlo”

L’ex magistrato Carlo Nordio condanna la Commissione anti odio della senatrice a vita Liliana Segre. E sul caso Gregoretti sostiene che mandare a processo l’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini sia una strategia politica.

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Il 9 gennaio il Senato sarà chiamato ad esprimersi sul caso Gregoretti. In pratica si dovrà decidere se mandare a processo oppure no il leader della Lega Matteo Salvini che, al tempo dei fatti, ricopriva il ruolo di Ministro dell’Interno. Gli ex alleati Cinque Stelle, su indicazione del loro capo Luigi Di Maio, hanno annunciato da tempo che non tuteleranno Salvini. Mentre nel caso della Diciotti lo sostennero, nel caso Gregoretti faranno l’opposto. La ragione, stando a quanto dichiarato da Di Maio, sarebbe nel fatto  che la Gregoretti era una nave della guardia costiera italiana. Pertanto, a suo dire, Matteo Salvini commise un reato, senza neanche discuterne con il Consiglio dei Ministri. Di tutt’altro avviso l’ex magistrato Carlo Nordio che, in un’intervista a Italia Oggi, ha dichiarato: “Certo che la Diciotti e la Gregoretti rappresentano due casi diversi. Infatti secondo la Procura, nel caso Gregoretti, l’ipotesi di reato non esiste proprio. L’unica vera differenza è che prima il M5S era al Governo con la Lega, ora con il PD. Il voto contro Salvini è pura strategia politica per eliminare la concorrenza”. L’ex magistrato spiega che, dal punto di vista legale, l’allora inquilino del Viminale, Matteo Salvini, agì per l’interesse del paese. Ed è per questa ragione, infatti, che la Procura di Catania ha ritenuto che non vi sia stata alcuna privazione della libertà illegittima per i 131 migranti a bordo della Gregoretti che sbarcarono dopo 4 giorni. Eppure, secondo gli ex alleati, Matteo Salvini merita un processo dove rischia fino a 15 anni di carcere. Ma è un’eventualità che Nordio ritiene remota: “Se Salvini andasse a processo si verificherebbe una situazione paradossale perchè il pubblico ministero, che ha già sostenuto che il reato non c’è, dovrebbe chiedere subito il proscioglimento dell’imputato. A quel punto potrebbe sorgere, tra le tante altre, anche la questione sul ruolo di Conte e del governo, con il rischio dell’estensione dell’indagine anche in quella direzione“.

Non è la prima volta che Carlo Nordio si pronuncia in modo negativo sulle decisioni del Governo Conte bis. Già a novembre si era espresso sfavorevolmente sulla Commissione Segre. La commissione deputata a sorvegliare sul linguaggio di odio, specie sul web – come aveva riportato l’Ansa –  era passata  con 151 voti favorevoli, 0 voti contrari e 98 astensioni. Gli esponenti di Centrosinistra  si erano detti scandalizzati dagli astensionisti. Come riferiva Open queste furono le parole della senatrice a vita “Astenersi significa diventare complici. Davo per scontato che tutti avrebbero votato a favore. La mia era una proposta etica e non politica. Come si fa a non votare a favore di una commissione che nasce per contrastare l’odio? Proprio non capisco.”

L’ ex magistrato Carlo Nordio non ebbe paura di essere una voce fuori dal coro e fece notare che non era stato specificato, né prima né dopo il voto se la commissione sarà consultiva o se diventerà una sorta di organo investigativo. Ad oggi, infatti, a distanza di oltre 2 mesi dalla sua nascita. non si sa ancora se avrà poteri giudiziari e se potrà o meno sollecitare incriminazioni oppure se si limiterà ad esprimere giudizi di natura etica. E, in quest’ultimo caso, quale sarà l’etica a cui farà riferimento? Non esiste un’etica “universale” né la si può imporre con la forza né con le multe o le pene. E, oltre all’ambiguità circa le funzioni della Commissione Segre, c’è il rischio di creare ulteriore caos all’interno dell’universo normativo italiano. Inoltre Carlo Nordio sottolineò un’incongruenza: le leggi che prevedono la punizione dell’incitamento all’odio razziale già esistono. E, paradossalmente,  le pene sono comminate in base a un codice che reca ancora la firma di Benito Mussolini, autore delle leggi razziali. Dunque la Commissione fortemente voluta da Liliana Segre, di fatto, si troverà ad avvalersi di pene che portano la firma di colui che dice di voler combattere.

Fonte: Ansa, Open, Italia Oggi.

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