Accordi con la Cina, inesperienza e confusione. L’America di Trump ignora l’Italia

Tardiva la presa di posizione del capo del Movimento 5 Stelle sull’Iran. E una parte dei grillini spinge per la condanna agli Usa per l’uccisione del generale Souleimani. 

Di Maio - Leggilo.Org

Il Segretario di Stato dell’Amministrazione di Donald Trump, Mike Pompeo, dopo il raid all’aeroporto di Baghdad che ha portato all’uccisione del generale iracheno Quasem Souleimani, capo delle Guardie della Rivoluzione, vicinissimo all’Ayatollah Ali Khamenei, ha chiamato gli alleati degli Stati Uniti per comunicare loro le motivazioni del gesto e il piani della Casa Bianca. Telefonata che però non è arrivata alla Farnesina. E ci sono diversi motivi dietro al gesto di Pompeo. In primo luogo il silenzio delle prime ore del Governo del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che è stato visto come uno smarcamento dall’azione militare dagli statunitensi. Negli ultimi mesi, inoltre, l’Esecutivo Conte II si è contraddistinto per le aperture del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, nonchè capo del primo partito della Maggioranza, alla Cina del Presidente Xi Jinping. Insomma, non godiamo della totale fiducia di Washington. E la cosa peggiore è che in Iraq, teatro per il momento dei due attacchi tra Iran e Stati Uniti, il contingente italiano è ancora di istanza. Non sapere quali saranno i prossimi piani di Trump ci metterà certamente in difficoltà e ci costringerà ad inseguire gli americani. Oggi, con colpevole ritardo, è arrivata una timida presa di posizione di Di Maio, come scrive Fanpage. Il capo politico del M5S ha infatti dichiarato: “Condanniamo l’attacco dell’Iran. Si tratta di un atto grave che accresce la tensione in un contesto già critico e molto delicato. Va raddoppiato lo sforzo politico e diplomatico per normalizzare la situazione e ristabilire la sicurezza nell’area. L’opzione militare non può essere in alcun modo accettata”. Ma mentre Di Maio, che non ha minimamente chiarito quale dovrebbe essere il ruolo italiano in un ipotetico conflitto, sceglie la via della prudenza, il Movimento si spacca sulla politica estera. Ed è sempre stato così, in fondo. Sul tema delle risoluzione delle crisi internazionali il M5S ha sempre mostrato tutta la sua poca esperienza. Come dimenticare, ad esempio, una parte del Movimento che sceglieva, insieme all’allora Governo giallo-verde, di riconoscere Guaidò insieme alla comunità internazionale, mentre un’altra parte, guidata da Alessandro Di Battista, che schierava al fianco di Maduro. E poi le capriole, le giravolte, che potrebbero, ma non lo fanno di certo, passare inosservate in politica interna, ma che non vengono di certo dimenticate ed apprezzate in quella estera. Come scrive HuffingtonPost, lo stesso Conte e il Partito Democratico sono rimasti spiazzati da alcune dichiarazioni di uomini al vertice del M5S. Ha dichiarato infatti Emanuela Del Re, viceministro grillino agli Esteri: “Trump ha osato oltre ogni limite ma ben consapevole delle conseguenze a livello globale. Le implicazioni andrebbero ben oltre perché in quella regione gli equilibri sono estremamente fragili. Il fatto di aver agito in Iraq è fortemente destabilizzante. Con l’Iran abbiamo buone relazioni”. Parole che hanno suscitato la reazione del Ministro della Difesa dem Lorenzo Guerini: “Qualunque decisione ulteriore andrà concordata con gli alleati”. Insomma, non solo i piani della Farnesina guidata da Di Maio sono confusi, ma neanche del tutto condivisi. L’attendismo del Ministro, unito alla sua scarsa conoscenza della crisi diplomatica che ha caratterizzato il Governo di Teheran e gli Stati Uniti, sin dalla prima amministrazione Obama, rischiano di mettere all’angolo il nostro Paese in uno dei territori caldi del pianeta.

 

Fonte: Fanpage, HuffingtonPost

 

 

 

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