Matteo Renzi: “Bisogna smantellare tutto quello che ha fatto Salvini o si va a casa”

Il leader di Italia Viva lancia il suo avvertimento all’Esecutivo l’ultimo giorno del 2019. O si cambia registro o si va incontro alla volontà delle urne. 

Matteo Renzi, via i decreti sicurezza - Leggilo.Org

 

Smantellare tutto ciò che ha prodotto il precedente Esecutivo giallo-verde, riorganizzare il centrosinistra, prendersi l’agognata rivincita. Matteo Renzi parla a La Stampa, e continua la sua personalissima battaglia dall’interno della Maggioranza. Il sogno della spallata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è ancora vivo. Ma con Italia Viva che arranca nei sondaggi, andare al voto adesso sarebbe un suicidio politico. Meglio i numeri di queste Aule, dove l’importanza degli uomini dell’ex Premier, oggi, può essere premiata. Ma c’è da lavorare, avverte Renzi, e molto. E bisogna sfruttare il momento di crisi di Luigi Di Maio e i suoi, per cercare di indebolire quelli che oggi sono amici, ma domani chissà. Ecco perchè le prime parole del Senatore fiorentino sono rivolte al provvedimento cardine grillino, il reddito di cittadinanza: “Che il reddito di cittadinanza sia un sussidio che non funziona, lo dice la Guardia di Finanza, ma oramai lo stanno capendo tutti. Ma io credo che non occorra aver fretta, bisogna lasciare ai Cinque Stelle il tempo di metabolizzare il cambiamento. Ma al tempo stesso è arrivato il momento di cambiare quel meccanismo. Con un’altra politica: al Sud bisogna aprire cantieri, anziché continuare a dare sussidi”. Per l’ex Premier la stabilità del Governo è necessaria e ricercata, ma aggiunge poi che Conte deve al più presto mettere sul tavolo un piano di crescita: “Penso che l’Italia meriti stabilità. Una situazione di governo tranquilla sarebbe ideale per tutti, anche perché più siamo stabili, più possiamo cogliere la felice opportunità del calo del costo degli interessi sul debito. Quando sono arrivato a Palazzo Chigi spendevamo 77 miliardi di euro all’anno, nel 2020 saranno 59 miliardi. Tutto merito del lavoro della Bce e delle nostre riforme. Più c’è stabilità, meno costa il debito. Ma dobbiamo riconoscere che stabilità non può voler dire tirare a campare. I populisti dovevano far sparire la povertà, hanno fatto sparire solo la crescita. La vera scommessa del governo è proprio questa: è urgente fare un decreto crescita perché l’Italia è ferma”.

“Diamo lavoro agli italiani, anzichè sussidi”

Renzi ha già pronto il piano per il nuovo corso della Maggioranza giallo-rosso. Provvedimenti che ricordano molto la sua esperienza di Governo. Il Senatore di Italia Viva parla di un piano di investimento per le infrastrutture, ma non è chiaro come voglia far passare in Cdm la legge e, soprattutto, cosa accadrebbe se tale testo dovesse essere respinto. Non è certo un segreto il fatto che nessuno nel Governo voglia il ritorno sulla scena di Renzi che, il giorno della nascita di questo Governo promise che se ne sarebbe stato in disparte. Spiega l’ex Premier:  “Come Italia Viva daremo un contributo serio. Teresa Bellanova lo sta facendo sull’agricoltura, con Elena Bonetti finalmente sono state stanziate le prime risorse per la famiglia. Abbiamo pronta la nostra proposta sull’Irpef. Ma la canina di tornasole per capire se davvero si fa sul serio è il ‘Piano Shock’ per le infrastrutture: non porteremo slide, ma un vero e proprio testo di legge. Si tratta di sbloccare 120 miliardi di euro per scuole, ponti, dissesto, strade, ferrovie. Rilanciamo il Pil, diamo lavoro anziché sussidi e soprattutto facciamo cose utili all’Italia”.

Ma un nodo fondamentale da sciogliere è sulla prescrizione, e le sue modifiche, contenute nella Riforma della Giustizia del Ministro Alfonso Bonafede: “L’abolizione della prescrizione è un obbrobrio. Il processo senza fine, che può lasciare un cittadino sotto indagine per una vita, non permette di avere giustizia ma nega la giustizia. O il Guardasigilli Bonafede capisce che deve cambiare approccio, oppure saremo molto presto “costretti” a votare assieme a Forza Italia: in Senato c’è già una maggioranza favorevole al ritorno alla normativa a suo tempo voluta dal ministro Andrea Orlando. Credo che il Pd non possa che essere favorevole”.

“Il Movimento 5 Stelle funziona solo in campagna elettorale”

Renzi continua a chiedere un atto di rottura del Premier Conte con il precedente Esecutivo: “Se il Governo dura? Dovete chiederlo a Conte. Quando ho sentito il Presidente del Consiglio spiegare che in questi mesi ha dovuto rimediare ai disastri fatti dal Governo precedente, ho molto apprezzato. Mi pare un sussulto di consapevolezza tardivo ma realistico. Adesso si tratta di capire se il Conte 2 sia davvero cambiato rispetto al Conte I”. E sulla crisi dei grillini lancia la sua stoccata: “Non sono un grande esperto di grillismo. E non so se stiano litigando davvero o no. Mi pare di poter dire però che il sogno di rappresentare l’alternativa populista al sistema tradizionale sia fallito. Il MSs funziona o meglio funzionava in campagna elettorale, ma poi le bugie elettorali esplodono alla prova del governo”. Ma se si chiede all’ex Premier quali sono le prospettive future di questo Esecutivo, che al momento è minato proprio da Italia Viva, Renzi non sembra non voler lasciare dormire sonni tranquilli il Premier: “Tutta la partita oggi è in mano al Governo e alle forze politiche della maggioranza: se sono seri e lucidi, si fa un programma serio e si arriva al 2023. Piano Shock, riduzione tasse, investimenti sulla famiglia. Meno populismo, più cantieri. Lo saranno? Non so, al momento direi che c’è il 50% di possibilità di arrivare fino in fondo”.

Che decennio è stato per Renzi questo che volge alla conclusione? Che ha visto la sua incredibile ascesa e caduta nel tempo di due anni: “Gli anni 20 sono stati molto complicati nel secolo scorso e rischiano di esserlo altrettanto in questo secolo se la comunità internazionale non avrà piena consapevolezza della situazione. Diventerà finalmente l’Europa dei figli o vivremo ancora solo nel ricordo dei padri fondatori? Servono investimenti sulle periferie delle città europee, un approccio keyenesiano. Invece che l’austerity, un grande sforzo economico su cultura, big data, innovazione, energia. L’Italia deve riscoprirsi pivot centrale in Europa. Quanto alle scelte impopolari: ho perso il voto dei sindacati con il ‘JobsAct’, di una parte dei cattolici sulle Unioni Civili, degli insegnanti introducendo il merito con la Buona Scuola. Diciamo che qualche politico che non ha paura di fare scelte impopolari c’è ancora”. Ma Conte è davvero un faro per i progressisti di questo Paese? “Ho molto rispetto per il Pd. Se Zingaretti ha fatto questa scelta, avrà avuto i suoi motivi. lo non polemizzo né con Nicola né con Conte. Se pensano che Conte possa essere il riferimento del mondo progressista, prendo atto. Per noi non è così: è il Premier d’emergenza, di una situazione d’emergenza. Stiamo tutti cercando di aiutarlo e dargli una mano. Ma abbiamo idee diverse sul futuro”. 

 

Fonte: La Stampa

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