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Cronaca

Gioia Tauro, i migranti bloccano il porto. Il Ministro: “Pericolo inesistente”

Dalle prime ore dell’alba i migranti della Piana di Gioia Tauro hanno bloccato le vie d’accesso del porto della cittadina reggina. Per il Ministro Lamorgese però, su vari temi legati alla sicurezza, questo Governo sta facendo tanto.

Da questa mattina alle 7 un gruppo di migranti proveniente dalla vicinia tendopoli di San Ferdinando sta bloccando il gate portuale, in entrata e in uscita, di Gioia Tauro in provincia di Reggio Calabria. Come racconta l’agenzia Ansa, i manifestanti stanno richiedendo i documenti per poter lavorare nei campi della Piana. Sul posto oltre al personale della Port Security, sono intervenuti i carabinieri, polizia e finanzieri per riportare la calma. Alta la tensione quando un auto, cercando di uscire dal porto, ha investito uno dei migranti presenti alla manifestazione. L’uomo, che ha riportato ferite lievi, è stato soccorso dal 118. In queste ore il gruppo sta distribuendo volantini con le loro rivendicazioni. Spiegano i migranti: “Le istituzioni ci negano il permesso di soggiorno, costringendoci a dormire in tende o container e a lavorare per pochi euro l’ora senza contratto. Abbiamo deciso di scendere in strada e fare in modo di far capire che i nostri desideri non si possano più ignorare. Ci scusiamo per il disagio, ma non abbiamo altra scelta”.

Il gesto clamoroso arriva proprio l’indomani delle parole del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, che in una lunga intervista a sito Quotidiano, ha promesso di rendere più sicure le città del nostro Paese. Secondo l’ex prefetto di Milano infatti il Governo del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è al lavoro per la sicurezza dei cittadini tramite diversi provvedimenti : “Metteremo in campo più forze di polizia, ma solleciteremo anche politiche locali di manutenzione del territorio: strade illuminate, negozi accesi anche di notte, trasporti pubblici efficienti, iniziative culturali capaci di coinvolgere i giovani, e non solo. Nelle aree più problematiche, incentiveremo l’associazionismo per sviluppare una fitta rete attiva sui territori. Tutto questo contribuisce a produrre un effetto rassicurazione, aumentando nei cittadini la percezione di sicurezza”.

Lamorgese: “Salvini? I cittadini devono avere fiducia nello Stato, non paura”

La notizia del ritrovamento di un ordigno destinato al Viminale, non sembra aver scosso l’ex prefetto di Milano. Lamorgese, che appena nominata annunciò di voler smantellare i Decreti Sicurezza del suo precedessore Matteo Salvini, interrogata proprio sull’eredità lasciata dal leader della Lega al Viminale, lancia una pesante frecciata al Senatore milanese: “A me piace pensare che i cittadini, più che paura, abbiano piena fiducia nello Stato che li difende. Il ministero dell’Interno è il garante delle libertà dei cittadini, che in esso devono trovare un interlocutore autorevole e credibile. La tutela delle nostre comunità è la nostra mission”. Il Ministro torna poi su un tema molto delicato, a cui il centrosinistra ha sempre guardato con qualche sospetto, ovvero la realizzazione di gruppi di volontari di cittadini che pattugliano il territorio, ma guai a chiamarli ronde: “Non si trattava di ronde, non ammesse nel nostro sistema, e in quell’occasione dissi ‘Nessuno si potrà far giustizia da solo’. Pur essendo favorevole alle iniziative che, con intelligenza, si muovono nell’ottica di sicurezza partecipata, fui chiara nel definire gli ambiti d’azione dei gruppi di controllo di vicinato, quando, nel luglio 2018, da prefetto di Milano, partecipai alla presentazione del protocollo ’Progetto controllo del vicinato’. I cittadini potevano segnalare le situazioni di degrado o criticità sociale alle autorità competenti per consentirne l’intervento. Numerose sono le iniziative, di alto valore civico, analoghe a quella di Milano. Solo nel 2019 sono stati stipulati 14 protocolli di controllo di vicinato e altri 4 saranno a breve sottoscritti”.

“Sulla questione droga la politica deve ancora fare molto”

Ultimo, ma non meno importante, il tema dello spaccio e della sempre più facile reperibilità delle sostanze stupefacenti da parte dei giovani: “Mi lasci dire che il tema droga va affrontato unendo tutte le risorse: scuola, famiglia, istituzioni per poter incidere su diversi aspetti, da quello culturale, a partire da un approccio sano al divertimento, alla prevenzione messa in atto dalle forze di polizia sia nel contrasto del traffico internazionale sia per arginare la piaga dello spaccio. Situazioni degradate agevolano il diffondersi dell’illegalità. Da tempo la politica si cimenta nel dibattito sulla liberalizzazione delle droghe leggere. lo credo che la società e i profili dei consumatori di droga stiano cambiando velocemente. Dobbiamo puntare sull’informazione da dare ai nostri ragazzi. I pericoli sono molti: dal ritorno massiccio nelle piazze di spaccio dell’eroina di bassa qualità a prezzi stracciati, alle droghe leggere addizionate da agenti chimici che possono produrre anche gravi danni neurologici sui consumatori più assidui”. E sulle periferie, su cui il Governo giallo-rosso aveva promesso ingenti investimenti? La risposta del Ministro è alquanto generica: “È fondamentale investire in misure che consentano di raggiungere il delicato equilibrio politiche di sicurezza-vivibilità dei luoghi, che passa anche attraverso efficaci politiche di integrazione e inclusione sociale”.

 

Fonte: Ansa, Quotidiano

 

Pubblicato da
Mario Cassese

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