Per i PM troppe anomalie sulla Fondazione Open: “160 mila euro svaniti nel nulla”

Movimenti finanziari anomali e carte di credito concesse all’avvocato Bianchi e Marco Carrai. I pm del caso Open stanno cercando di fare luce sui movimenti dei conti della Fondazione Open. 
Renzi e la Fondazione Open - Leggilo.Org
La Procura di Firenze continua ad indagare sulla Fondazione Open cercando di risalire a tutte le entrate dal 2013 al 2018. L’Unità antiriciclaggio della Guardia di Finanza ha scoperto numerosi movimenti sospetti sul conto della Fondazione che adesso l’avvocato e presidente della stessa, Alberto Bianchi, indagato per finanziamento illecito, dovrà spiegare. Prestiti infruttiferi a membri del “Giglio Magico” vicino a Matteo Renzi, carte prepagate utilizzate per oltre 200mila euro, ma soprattutto Bianchi, tra le altre cose organizzatore delle ultime “Leopolda”, dovrà chiarire che fine hanno fatto i 160mila euro di fondo cassa spariti nel nulla dopo la dissoluzione della Fondazione. Come spiega Florenza Sarzini su Corriere della Sera, il procuratore Giuseppe Creazzo sta concentrando gli sforzi degli inquirenti sui bonifici effettuati sui conti della Fondazione, che non sarebbero altro che pagamenti effettuati per i favori fatti da Matteo Renzi ed i suoi. Marco Carrai e l’avvocato Bianchi avrebbero fatto da tramite tra i gruppi imprenditoriali e gli uomini di Renzi, organizzando cene in cui i finanziatori hanno incontrato lo stesso ex Premier dietro un pagamento di 100mila euro, ha sostenuto Repubblica.
Secondo gli inquirenti: “Si evidenziano due operazioni transitate sul conto corrente di Carrai alimentato solitamente da competenze professionali e incarichi. La prima è del 5 aprile 2018 quando Carrai dispone un giroconto di 50mila euro. Quindici giorni dopo, esattamente il 20 aprile, ordina un bonifico di 20mila euro con causale ‘prestito una tantum infruttifero’. Quest’ultima operazione, inserita in home banking, fu segnalata dall’ufficio sicurezza per sospetta operazione fraudolenta, Carrai fu contattato ma confermò la correttezza della disposizione. Il sospetto riguarda la dinamica delle due operazioni descritte e le modalità e finalità del bonifico in uscita”. Ecco perché le verifiche disposte dai magistrati  si concentrano sull’origine dei 50mila euro, per arrivare a quali siano stati i provvedimenti adottati da Matteo Renzi e i suoi per favorire gli imprenditori a cui risalgono i pagamenti.

Si indaga sui conti dell’avvocato Alberto Bianchi 

La Procura di Firenze si concentra sui movimenti dei conti di Open, che coinvolgono anche Luca Liotti e Maria Elena Boschi al tempo nel Cda della Fondazione, avvenuti nel 2017. Scrivono i pm: “Nel periodo marzo-settembre 2017 sul conto della Fondazione Open si riscontra un’operatività anomala caratterizzata da accrediti di bonifici per donazioni nonché una consistente movimentazione della carta prepagata aziendale per oltre 200mila euro. Quest’ultima risulta alimentata da ricariche effettuate sia dal conto corrente intestato alla Fondazione, che dal conto intestato al presidente del consiglio direttivo Alberto Bianchi e utilizzata per pagamenti di difficile tracciabilità i cui principali beneficiari sono Google, Paypal e Facebook”.
Secondo gli inquirenti, Bianchi utilizzava i suoi conti correnti per trasferire denaro dalla Fondazione. Per la Procura esistono: “Bonifici da Open a Bianchi per 160mila euro con causale ‘restituzione parziale prestito’ mentre egli aveva effettuato in favore della Fondazione bonifici di somme a titolo di ‘contributo volontario’ “. I pm concludono cercando di chiarire il giro effettuato dai finanziamenti: “In realtà le segnalazioni di operazioni sospette alimentano il dubbio che li abbia tenuti per sé. Parte dei fondi ricevuti sono stati utilizzati per effettuare trasferimenti verso il rapporto personale di Bianchi il quale da febbraio 2017 a febbraio 2018 ha prestato alla Open circa 24mila euro ricevendone circa 197mila a titolo di rimborso o restituzione. Con le somme ricevute sul conto corrente Bianchi ha sostenuto spese per conto della Fondazione per 41700 euro mentre la restante quota dei fondi è stata utilizzata per sostenere spese correnti personali mentre al 30 giugno 2018 sul suo conto risultavano ancora 61mila euro”.
L’articolo del Corriere non è stato ben accetto dal senatore Renzi che, fa sapere l’Adnkronos, ha conferito mandato ai propri legali per “agire in giudizio nei confronti dell’autrice Fiorenza Sarzanini” notizia confermata dallo stesso Matteo Renzi su Twitter.
Fonte: Corriere della Sera, Repubblica, Adnkronos, Matteo Renzi Twitter
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