Padre Alex Zanotelli: “I caduti di Nassiriya? Non chiamateli martiri, non sono eroi”

Botta e risposta tra il missionario Padre Alex Zanotelli e il mondo politico. Le dichiarazioni rilasciate dal sacerdote in occasione della commemorazione delle vittime degli attentati di Nassiriya del 2003, hanno suscitato rabbia ed indignazione. 

Polemica per le parole di Alex Zanotelli su Nassiriya - Leggilo.org

Una polemica rovente è montata proprio nel giorno del 16° anniversario della strage di Nassiriya dove persero la vita 19 italiani, tra militari e civili. Ad accenderla, Padre Alex Zanotelli, missionario e pacifista di lungo corso, che in un’intervista rilasciata all’agenzia AdnKronos, non si è unito alla voce di cordoglio che si è alzata in tutto il Paese per i caduti e le loro famiglie. Per Zanotelli:”L’Iraq è stato distrutto da una guerra completamente ingiusta, tutta costruita sulle menzogne dell’Occidente, contro cui una delle poche voci che si sollevò allora fu quella di Papa Giovanni Paolo II – sottolinea il religioso – il popolo è stato annientato, tutte le relazioni sono saltate. Restare in una situazione del genere è un obbligo morale per la comunità internazionale, anche per noi italiani, ma non con i militari: servono ben altre presenze per ricostruire quel territorio e rimettere in piedi quella società”.

Il missionario continua: “Anche i militari vittime dell’attentato a Nassiriya non andrebbero definiti martiri in quanto noi eravamo lì per difendere con le armi il nostro petrolio: guardiamoci in faccia e diciamoci queste cose, anche se purtroppo in Italia sembra impossibile dirlo e costa una valanga di insulti, ma è questa la cruda verità. Cosa ci stanno a fare, ancora oggi, i soldati italiani in Iraq, come del resto anche in Afghanistan? Noi occidentali li aiutiamo a fare la guerra all’Isis? Ma se in Siria abbiamo abbandonato i curdi, che hanno davvero lottato contro l’Isis”.

Fratelli d’Italia: “Zanotelli chieda scusa alle famiglie dei caduti”

A Padre Zanotelli risponde immediatamente l’Onorevole Giorgia Meloni. Per la leader di Fratelli d’Itala:“Sono profondamente rammaricata dalle parole pronunciate da padre Alex Zanotelli sui nostri connazionali caduti nell’attentato terroristico di Nassiriya, soprattutto nel giorno in cui l’Italia tutta onora la memoria di quegli eroi. Oggi, da un sacerdote e missionario come lui, mi sarei aspettata una preghiera e un rispettoso silenzio nei confronti di uomini massacrati e uccisi a migliaia di chilometri di distanza dai propri cari perché impegnati in una missione di pace. Parliamo di quegli stessi uomini che proprio oggi, nella Basilica dell’Ara Coeli, l’arcivescovo Marcianò ha amorevolmente definito maestri di pace. Padre Zanotelli si renda conto della gravità delle sue parole e chieda scusa alle famiglie dei nostri caduti”. L’ex Ministro della Difesa e Vicepresidente del Senato Ignazio La Russa, chiede sanzioni da parte del Vaticano per Zanotelli: “Preti così possono far perdere la fede. Il Papa, o chi per lui, dovrebbe esaminare le parole di Zanotelli, che per un cattolico potrebbero essere vere e proprie bestemmie”.

Matteo Salvini: “Zanotelli dovrebbe solo vergognarsi”

Anche l’ex Ministro dell’Interno e leader della Lega Matteo Salvini, attacca Padre Zanotelli: “Questo signore non sa quello che dice, dovrebbe vergognarsi e chiedere scusa ai parenti dei nostri morti: è indegno di dirsi prete! Scriverò direttamente in Vaticano”. Per Anna Maria Bernini, capogruppo al Senato di Forza Italia: “Le parole di Zanotelli sono gravi, offensive e indecenti, e da cui spero la Chiesa prenda immediatamente le distanze. La Chiesa non può parlare come un centro sociale, sono parole che fanno ribrezzo, lontanissime dalla nostra cristiana pietà. Una vergogna”.

Marco Intravaia: “Mio padre morto in nome dell’Italia e della sua difesa”

C’è rammarico e indignazione nelle parole di Marco Intravaia, figlio di Domenico Intravaia, Brigadiere dei Carabinieri, vittima dell’attentato di Nassirya del 2003: “Ricordo al reverendo Zanotelli il significato della parola martirio: il sacrificio della vita accettato in nome della fede. Mio padre sapeva che sarebbe morto di lì a poco e ha immolato la propria vita in nome dell’Italia e della sua difesa, fedele fino all’estremo sacrificio al giuramento prestato alla Repubblica. Padre Zanotelli farebbe bene a recitare delle preghiere per l’anima di mio padre e dei suoi commilitoni, piuttosto che dire sciocchezze e offendere la memoria dei nostri caduti e l’impegno delle nostre forze armate nei teatri operativi”.

Zanotelli: “Mi unisco al dolore delle famiglie ma quelli non sono eroi” 

In serata Padre Zanotelli, come racconta Il Giornale, ritorna sulla questione: “Tutto ciò serve solo ad alimentare polemiche e non risolve nulla. Ho semplicemente posto un problema, null’altro. Chiaramente siamo vicini alle famiglie dei militari uccisi e ci uniamo al loro dolore e alla loro sofferenza e su questo non vi è alcun dubbio. Però non sono eroi, sono parte di un sistema di guerra. Da tutta questa demagogia di guerra dobbiamo uscire fuori, perchè così ci facciamo solo del male. Ognuno poi può pensare quello che vuole. Cristo si è fatto crocifiggere per tutti noi, è stato lui a inventare la non violenza, Ghandi ha solo seguito la parola del Vangelo. E’ la dimensione della mia fede”. 

 

Fonte: Adnkronos, Il Giornale

 

 

 

 

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